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Salvini non molla la presa sulla Difesa e attacca (ancora) la Trenta

Difesa

Non accenna a placarsi la battaglia politica tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e la titolare della Difesa Elisabetta Trenta. Ovviamente, manco a dirlo, rappresentanti di Lega e M5S. Le accuse del vicepremier al ministero della Difesa sono ormai tradizione di questo governo. E oggi il racconto si è arricchito di ulteriore capitolo: l’inchiesta – che la Trenta definisce “procedura di accertamento dei fatti” – nei confronti del generale di brigata Paolo Riccò reo di aver abbandonato, lo scorso 25 aprile a Viterbo, le celebrazioni durante il discorso del presidente provinciale dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) Roberto Mezzetti che aveva accusato l’esercito italiano di aver causato in Afghanistan più morti dei talebani e anche di aver ucciso durante la Resistenza.

Oggi, alla notizia dell’inchiesta interna, Salvini è passato all’attacco con un post su Facebook:

Il ministro della Difesa non ha difeso un “suo” generale che il 25 aprile ha lasciato le celebrazioni per gli attacchi dell’ANPI.
Io sto con chi indossa una divisa, con le Forze dell’Ordine e in questo caso con le Forze Armate, che rischiano la vita in Italia e all’estero per il nostro Paese.
Il mio ABBRACCIO al Generale Riccò e ai suoi uomini, la mia stima per la scelta di NON TACERE di fronte a parole ed offese inaccettabili.

Cui la Trenta ha risposto sposando il politicamente corretto, appellandosi alla forma, sempre su Facebook. Comportamento che non viene accolto positivamente dal corpaccione militare:

Pensavo che non fosse necessario intervenire in merito alla vicenda del 25 aprile a Viterbo, tuttavia visto che qualcuno oggi cerca di strumentalizzare una notizia uscita e non esatta, credo sia giusto dire cosa io penso di quanto accaduto.
Conosco il Gen. Ricco’ e lo stimo professionalmente; non conosco invece l’oratore, ovvero il presidente dell’Anpi locale Roberto Mezzetti, ma personalmente credo che entrambi abbiano adottato comportamenti non adeguati al contesto delle celebrazioni.
I militari dovrebbero rimanere sempre al di fuori delle dispute di natura politica, non essere oggetto di strumentalizzazioni e costituire garanzia per le libere e democratiche espressioni di idee e opinioni.
Al contempo, questo non significa che io approvi quello che è stato dichiarato dal presidente Mezzetti. Ritengo che durante una festa nazionale, come quelle del 25 Aprile, le parole più opportune debbano essere di unione e non divisione. Si possono riportare dati e numeri, anche certificati, c’è però una questione di opportunità che non può passare in secondo piano e laddove la si ignori, il rischio è veicolare una strumentalizzazione che in alcuni casi, proprio com’ è accaduto a Viterbo, rischia di apparire un’offesa e di infrangere il sentimento patriottico che io stessa custodisco con orgoglio.
I nostri militari rischiano il sacrificio della propria vita ogni giorno per garantire la nostra sicurezza, in Italia e all’estero. E lo hanno fatto e continuano a farlo anche in Afghanistan. Questa è una consapevolezza che deve avere ognuno di noi. Io sono fiera di loro!
Per ultimo, come abbiamo già spiegato stamani, dalla Difesa non è stata aperta alcuna inchiesta, ma come previsto dalla legge, le autorità militari competenti dovranno avviare una procedura di accertamento dei fatti. Si tratta di un provvedimento che l’amministrazione adotta, a garanzia di eventuale personale militare interessato e a tutela della stessa immagine delle Forze Armate.
Questo è quanto.
Viva le Forze Armate e viva l’Italia!

Formiche.net è stato tra i primi a segnalare il clima burrascoso tra i due dicasteri. L’ultima polemica in ordine di tempo è stata  quella relativa alle spese per le forze armate. Il generale Arpino ha sostanzialmente dato ragione a Salvini, pur sottolineando che non sarebbe toccato a lui esprimere quelle parole. Formiche.net ha poi sentito lo storico militare Gregory Alegi che ha invece definito un errore le accuse di Salvini.

Aspettando la prossima puntata.


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