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Conte, 365 giorni di storytelling istituzionale ma non distante

A un anno dal discorso di insediamento del presidente Giuseppe Conte, presentatosi in quella sede come “l’avvocato del popolo”, è possibile tracciare un primo bilancio della sua esperienza comunicativa a Palazzo Chigi. La strategia individuata da Conte e dal suo team di comunicazione è stata, per molti versi classica, facendo riferimento ai registri istituzionali. Si tratta in questo caso di una opzione dovuta, laddove Conte si presentava come esponente del mondo accademico, privo di esperienze politiche precedenti, ed era chiamato ad agire, in assenza di voto popolare, come una figura istituzionale, per essere accolto al meglio dall’opinione pubblica.

Per altri versi, il profilo comunicativo di Conte, soprattutto sulla scena pubblica interna, ha sperimentato una strategia più innovativa, con la costruzione di una immagine definita in termini comunicativi, grazie ad uno storytelling cucito addosso alla figura del presidente del Consiglio, e che ne ha valorizzato i tratti valoriali e familiari.

UNA STRATEGIA FRUTTUOSA

Una scelta che ha fornito i suoi frutti, dal momento in cui è stata funzionale da un lato ad accreditare il presidente Conte come esponente istituzionale nei contesti politici europei ed internazionali in cui l’Italia è parte, e dall’altro, a rendere conosciuto, e per alcuni profili piuttosto gradito, il professor Conte all’opinione pubblica italiana, come testimoniano le numerose immagini e video di eventi pubblici.

Il mandato di costruire, da un lato, l’immagine di uomo di establishment, attento ai vincoli e ai confini dei contesti internazionali e di rendere, dall’altro lato, il professore vicino ai cittadini italiani non è stato semplice. Si è reso necessario individuare una strategia su due piani. Il primo, quello internazionale, ha visto Conte accreditato come l’esperto e prudente legale, con risorse infinite di pazienza e mediazione rivolte ai due leader delle forze di coalizione (frutto dei suoi trascorsi nei dipartimenti accademici), riferimento dotato di ragionevolezza e competenza in caso di crisi politiche dovute ai partiti di governo.

IL PROFESSORE VICINO AI CITTADINI

Sul piano interno, invece, l’operazione di costruzione dell’immagine si è basata sull’impegno a veicolare la figura, anche con la costruzione di photo opportunities ed eventi, di un uomo solido, lontano dalla litigiosità della politica. Grande attenzione è stata destinata a ricostruirne e restituirne al pubblico vita personale, preferenze e valori, credenze e affetti: il profilo familiare, improntato alla fede, al merito e all’impegno; le esperienze professionali e accademiche lontano dalla famiglia di origine; la fede, svelata ma non ostentata; il rapporto con il rispettato maestro accademico.

Nel diffondere questo storytelling, oltre a poter contare sulla buona abilità retoriche del professor avvocato Conte, è stata anche ripresa la tecnica impiegata dal candidato Obama per farsi conoscere meglio all’elettorato: diffondere (belle) foto e video (efficaci) in cui Conte si mostra sorridente, circondato dalla simpatia dei presenti (il presidente manifesta un ottimo impatto comunicativo su bambini e signore), estremamente a suo agio in mezzo alla gente delle categorie più diverse.

UN MODELLO ALTERNATIVO MA DI SUCCESSO

Una strategia comunicativa articolata, che sembra aver conseguito e superato anche gli obiettivi iniziali di rendere Conte conosciuto e non inviso a interlocutori esterni e opinione pubblica interna. Un apprezzamento che potrebbe essere capitalizzato dal professore in successive esperienze istituzionali, più che politiche, nel momento in cui i livelli di gradimento espressi dai cittadini italiani nei confronti della sua figura si mantenessero tanto elevati, come riportato in un recente sondaggio Ipsos sul gradimento degli esponenti del governo. In un’era di leadership personalistiche, pronte a consumarsi in fretta all’ombra dell’esposizione mediatica, la strategia comunicativa di Conte costituisce un elemento di riflessione sulla costruzione di modelli alternativi di identità pubblica.


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