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I fondi esteri tornano a puntare forte sul nostro debito. I dati Bankitalia

Dalla grande fuga dell’estate  2018, al ritorno in massa della primavera 2019. Nei giorni in cui il nostro spread Btp/Bund si è portato ai minimi da gennaio (235 punti base) anche grazie alle rassicurazioni di Mario Draghi (qui l’articolo), da Bankitalia arriva una notizia che ha del positivo. All’estero, i grandi investitori che comprano debito italiano al ritmo di 400 miliardi all’anno, hanno fatto incetta di titoli italiani nelle scorse settimane. Certamente merito degli ottimi rendimenti garantiti dal Tesoro, per mesi intorno al 2,5-2,6%: un premio allettante, spesso vicino, e non è un vanto, a quelli applicati sui titoli greci e questo deve comunque mettere in guardia dai facili entusiasmi circa un ritorno della fiducia sull’Italia. Motivazioni a parte però, il risultato non cambia, all’estero il debito italiano fa ancora gola.

UN PIENO DI BTP

In primavera, secondo Bankitalia, gli investitori esteri sono tornati ad acquistare i titoli del debito sovrano italiano tanto che in aprile, secondo i dati della bilancia dei pagamenti diffusa oggi da Via Nazionale, gli acquisti di titoli di Stato italiani da parte dei non residenti sono stati pari a 5,2 miliardi. Il dato è nettamente superiore a quello registrato in marzo. Si tratta del secondo miglior risultato dell’anno dopo il forte flusso di denaro dall’estero di gennaio con acquisti di titoli pubblici per oltre 21 miliardi, in prevalenza Btp. Tornando al dato di aprile, Bankitalia mette in rilievo come ci sia stato un buon flusso di acquisti per i titoli di portafoglio italiani: oltre ai titoli pubblici già citati, altri 5,7 miliardi sono stati spesi per acquisti di azioni, quote di fondi comuni e obbligazioni private.

Ancora, le passività per altri investimenti si sono invece ridotte di 21,2 miliardi, riflettendo il calo della raccolta all’estero delle banche italiane. Le attività sull’estero invece sono diminuite di 2 miliardi mentre i residenti hanno venduto titoli di portafoglio esteri per 6,6 miliardi e hanno invece acquisito attività per altri investimenti (principalmente prestiti e depositi) per 4,1 miliardi.

LA GRANDE FUGA DI AGOSTO 2018

E pensare che quasi un anno fa, ad agosto scorso, gli investitori esteri avevano venduto titoli di portafoglio italiani per 17,8 miliardi (di cui 17,4 titoli pubblici). Una brusca frenata che segnalò all’epoca una forte disaffezione da parte dei grandi fondi esteri per il nostro debito pubblico legata alle incertezze sulla situazione politica del nascente governo gialloverde. Poche settimane prima, tra maggio e giugno 2018, in occasione della forte volatilità sullo spread che si è vista con l’insediamento dell’esecutivo gialloverde, i fondi esteri avevano ridotto le loro posizioni sul debito pubblico italiano per ben 58 miliardi.

LA SPINTA DI MORGAN STANLEY

Solo qualche giorno fa Morgan Stanley aveva scritto in un report che “in una strategia improntata alla difesa i Btp possono essere una fonte di rendimento interessante per gli investitori“. Al punto che gli strategist di Morgan Stanley hanno inserito proprio i titoli di Stato italiani tra i top trade. L’elevato spread (un anno fa era pur sempre a 150 punti base) e la curva ripida rendono i titoli di Stato italiani un’eccezione tra le obbligazioni dei Paesi sviluppati. E il loro ritorno è particolarmente appetibile per gli investitori globali una volta coperto il rischio di cambio.

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