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No ai mini-Bot senza se e senza ma. Parola di Tria (al FT)

Guai a usare i mini-Bot per pagare i debiti della Pa verso le imprese. Deve averceli proprio sulla sua lista nera il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, se anche questa mattina, dopo il no secco di ieri a Matteo Salvini (principale sponsor dei mini-Bot, qui l’articolo) ha ribadito la sua posizione al Financial Times.

NO AI MINI-BOT, SENZA SE E SENZA MA

“Sono un ministro e tutto quello che posso dire è che non abbiamo bisogno di questo strumento. Quello che posso dire è che nessuno nel governo vuole uscire dall’Eurosistema. Questo è sicuro”, ha spiegato Tria che questa mattina ha incontrato Conte e Di Maio a Palazzo Chigi per un vertice sui conti. Un riferimento alle parole di una settimana fa di Mario Draghi, che aveva bollato i mini-Bot come una moneta illegale e parallela, anticamera dell’uscita dall’euro. “I debiti della Pa possono essere ripagati normalmente, usando la nostra moneta, l’euro. Non abbiamo bisogno di altri strumenti valutari”.

FLAT TAX CON CALMA…

Altro capitolo, la flat tax, sempre una creatura della Lega. Qui non c’è una contrarietà di fondo, semmai una cautela imposta dalla fragilità dei nostri conti. Tria si dice d’accordo con la flat tax e l’idea di “ridurre la pressione fiscale sulla classe media e sui redditi medi”. Ma dovrà “essere fatto in modo graduale e progressivo, come sa anche Matteo Salvini, compatibilmente con i nostri obiettivi di finanza pubblica” e compensata da tagli di spesa, altrimenti scatteranno gli aumenti dell’Iva.

IL TESORETTO DI TRIA

Nel suo colloqui con il Financial Times, Tria affronta anche la questione dei possibili risparmi ottenuti dal governo su Quota 100 e reddito di cittadinanza. Soldi che Tria vorrebbe utilizzare per ridurre il deficit dello 0,2%, portandolo al 2,1% e provare a disinnescare la procedura di infrazione. “Il ricorso al reddito di cittadinanza e a quota 100 sarà inferiore alle aspettative e potrebbe portare a risparmi di spesa tra i 3 e 4 miliardi l’anno prossimo.

LA STOCCATA ALL’EUROPA

Non poteva mancare una stilettata all’Europa e ai suoi equilibri. “I problemi dell’Italia sarebbero attenuati se altri Paesi dell’eurozona con dello spazio fiscale potessero ridurre le tasse o aumentare le spese. Questo è il vero problema in Europa. Dovremmo cambiare la politica in Europa”.

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