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P-Tech. Così Ibm spinge sull’economia digitale in Italia

Ibm annuncia l’avvio del programma P-Tech in Italia. Un innovativo modello educativo che, con la collaborazione del Politecnico di Bari, viene avviato in Puglia con quattro scuole superiori di Taranto.

P-TECH ARRIVA IN ITALIA

A partire da settembre, l’I.I.S.S. “Maria Pia”, l’I.I.S.S. “Pacinotti”, l’I.I.S.S. “Righi” e il Liceo Scientifico “Battaglini” di Taranto introdurranno il programma P-Tech in collaborazione con il Politecnico di Bari. L’ateneo ha previsto a Taranto uno spazio dedicato per consentire agli studenti iscritti di frequentare in loco le lezioni universitarie e i seminari delle aziende coinvolte.  Il programma P-Tech, ideato da Ibm nel 2011 per creare un collegamento diretto tra scuola secondaria, università e lavoro, ha l’obiettivo di dare agli studenti, soprattutto a coloro che risiedono in aree svantaggiate, l’opportunità di conseguire una specializzazione orientata alla tecnologia, usufruendo dell’alternanza scuola lavoro, oggi trasformata in percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento in linea con le nuove esigenze delle imprese. Gli studenti possono, infatti, anche beneficiare di esperienze professionali, attraverso seminari, tutoraggi e stage forniti dai partner industriali .

AL SERVIZIO DELLE PROFESSIONI

“Sappiamo che l’Intelligenza Artificiale, come tutte le altre tecnologie che hanno portato profonde trasformazioni, avrà un forte impatto sul lavoro e sulle professioni. Per questo Ibm è impegnata nell’espandere i percorsi formativi attraverso i quali studenti e professionisti possono prepararsi meglio all’era tecnologica che stiamo vivendo”, ha dichiarato Virginia Rometty, ceo Ibm. “Solo attraverso programmi di formazione innovativi come P-Tech, che siamo orgogliosi di portare ora nelle scuole italiane di Taranto, possiamo assicurarci che nessuno venga lasciato indietro”.

Ibm ha lanciato il programma P-Tech per rispondere alla carenza di competenze digitali oggi necessarie in tutti i settori. Ciò significa preparare, soprattutto i giovani, a nuove tipologie di lavoro basate sull’uso della tecnologia, anche attraverso l’accesso per tutti a un’istruzione di alta qualità. Il World Economic Forum stima infatti che il 65% di coloro che studiano oggi si sta preparando per un lavoro che probabilmente non esisterà più in futuro o che sarà radicalmente modificato dalla tecnologia. Inoltre, secondo la Commissione europea, nei prossimi anni il 90% dei posti di lavoro richiederà un alto livello di competenze digitali.

LAVORO&TECNOLOGIA

Secondo i dati Istat dell’aprile scorso, la disoccupazione giovanile in Italia ha raggiunto il 31,4%. Inoltre, sempre nel nostro Paese, la Banca Mondiale afferma che venti giovani su cento non lavorano o non studiano (Neet). Un dato che ci pone all’ultimo posto tra i Paesi europei. Questo divario colpisce non solo il settore tecnologico, ma anche tutte le imprese che affrontano un processo di digitalizzazione. Il lancio delle primissime scuole che promuovono un percorso P-Tech in Italia, mira ad affrontare queste problematiche offrendo opportunità di formazione tecnica e professionale alle giovani generazioni. Gli studenti che supereranno il percorso P-Tech a fine del triennio di scuola superiore, potranno iscriversi al Politecnico di Bari senza la necessità di affrontare i test di ingresso e, inoltre, potranno conseguire i crediti Cfu che consentiranno loro di accelerare il percorso dei tre anni successivi all’Università. Dopo aver completato anche la formazione universitaria, gli studenti otterranno la laurea in Ingegneria informatica denominata “P-Tech Digital Expert”.

Ulteriori informazioni sul progetto P-Tech:

https://www.ibm.com/thought-leadership/ptech/index.html

http://www.ptech.org/

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