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Conte ci sta provando ma il pallino lo ha Salvini. Parla Senaldi

Conte? Ha fatto quello che poteva, ma la palla è in mano a Salvini e Di Maio. Crisi di governo? Salvini tira, se Di Maio regge, anche il governo reggerà. Elezioni a settembre? Salvini potrebbe correre senza Forza Italia. A più di una settimana dalle elezioni europee e a poco meno di 24 ore dalla conferenza stampa tenuta da Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, in cui il premier ha chiesto chiarezza ai due vicepremier, Pietro Senaldi, direttore responsabile di Libero, fa un quadro della situazione interna al governo. Salvini non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare, comunque vada, mentre Luigi Di Maio, unico leader possibile per il Movimento 5 Stelle, ha in mano una maggioranza parlamentare da gestire, così come i suoi stessi ministri.

Direttore, che impressione le ha fatto Conte durante la conferenza stampa?

È il solito Conte. Ci sta provando, ha fatto un discorso tirando le orecchie a chi poteva, ma è chiaro che il pallino non è nelle sue mani, ma in quelle di Di Maio e Salvini.

Quindi niente Fico…

Fico non ha la forza di fare una scissione dentro i 5 Stelle, quindi il pallino è nelle mani di Salvini e Di Maio e Mattarella che probabilmente ha chiesto a Conte di prendere un po’ di tempo perché se cadesse adesso il governo, per i tempi tecnici, si andrebbe a vorare in piena estate, il che non è auspicabile. Quindi Mattarella, che non è contrario alle elezioni anticipate nel caso fosse necessario, chiaramente vorrebbe che il Paese non andasse a votare ad agosto, quindi bisogna tirarla in lungo ancora per un po’.

Il ringraziamento di Conte a Mattarella, quindi non è casuale…

Lui ha detto queste cose anche per far capire che sta parlando Conte, ma il testo l’ha scritto Mattarella.

Prima delle europee aveva detto che le forze di governo erano separate in casa, in attesa dei risultati delle europee. Ora che le europee ci sono state, come stanno i due “sposi”?

Io credo che Salvini abbia tutto l’interesse ad andare al voto, però non vuole rompere quindi sta ponendo l’asticella sempre più in alto cercando di imporre il programma di governo, dalla flat tax all’autonomia, male che gli vada avrà quindi flat tax ed autonomia, bene che gli vada i 5 Stelle romperanno su qualcosa e lui proverà a passare all’incasso anche perché lui ha avuto molti segnali in queste ultime settimane.

A cosa si riferisce?

Al fatto che Forza Italia è in questo momento in disfacimento e questo per lui è molto importante, perché sta considerando di presentarsi senza Forza Italia.

Anche con Meloni?

Probabilmente con Meloni, però questa legge elettorale consente di vincere il collegio col 30% dei voti.

Quindi anche da solo…

Lui sta facendo delle valutazioni, e ha ricevuto un messaggio molto forte dal calo di Forza Italia. Adesso può valutare di andare senza Forza Italia, che è un po’ il suo sogno.

Tra gli scenari possibili, di cui si legge sui giornali in questi giorni, c’è la prospettiva da una parte di rimpasto di governo, dall’altra le elezioni a settembre. Come vede le due possibilità?

Se si tratta di sostituire uno o due ministri potrebbe anche essere, ma io non vedo un’operazione di ristrutturazione del governo dove levi quattro o cinque caselle di peso, levi un grillino e metti un leghista, perché poi il governo lo deve sempre votare Grillo. Allora se tu hai i tuoi ministri leghisti che devono essere votati dai 5 Stelle ti esponi a una situazione che esternamente può sembrare ti dia molto potere, ma in realtà non ce l’hai e alla fine alle persone arriva il messaggio che non sei capace di fare nulla. Poche cose si possono dire, ma Salvini ha dimostrato di essere piuttosto accorto in questo anno e non penso che voglia gonfiarsi di poltrone se non ha i numeri per sostenerle.

Insomma, a Salvini il rimpasto non interessa e non conviene.

A Salvini cambiare Toninelli o Trenta non interessa, fa molto più comodo ai 5 Stelle perché sono ministri che li imbarazzano. Toninelli, come la Raggi, non è un problema della Lega, è un problema dei 5 Stelle.

Di Maio, in tutto questo, non si è ancora ripreso dalla sconfitta alle europee…

Di Maio è un leader sotto attacco fuori e dentro, la sua forza è che lui è il meglio che i 5 Stelle possano offrire, la sua forza è data dalla debolezza altrui. L’hanno tenuto perché non avevano una soluzione alternativa, però prima o poi lo manderanno via. Le uscite di Fico, poi, aiutano Di Maio, perché sono talmente scomposte che rendono evidente come sia meglio lo stesso Di Maio di tutti gli altri.



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