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Più sviluppo con meno imprese illecite. La ricetta di Tria

Governo quasi al completo e vertici istituzionali alla festa della Guardia di Finanza, a cominciare dal presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e dai vicepresidenti del Consiglio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. In una calda fase economica, sia per le diverse posizioni nel governo che per la trattativa in corso con la Commissione europea, è doverosa l’attenzione della politica verso le Fiamme gialle dalle quali si spera arrivino sempre più soldi per l’erario combattendo l’evasione fiscale e la criminalità economico-finanziaria.

TRIA: COMBATTERE LE IMPRESE ILLECITE

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, non ha fatto nessun riferimento all’attualità e alle polemiche con altri membri dell’esecutivo, tra minibot e flat tax, limitandosi a sottolineare gli obiettivi comuni per i quali la Guardia di Finanza è strumento essenziale: “Oggi ci troviamo impegnati coralmente ad affrontare la sfida di rilanciare il potenziale di crescita del nostro Paese – ha detto Tria – e per raggiungere tale obiettivo non si può prescindere dalla rimozione dei fattori che possono limitare la capacità del sistema di generare valore attraverso la naturale combinazione delle forze economiche e legali. È di fondamentale importanza per lo sviluppo economico che siano neutralizzati i vantaggi competitivi di cui godono le imprese illecite e che queste vengano emarginate dal mercato prima che possano nuocere al tessuto economico sano”. L’evasione fiscale e il riciclaggio, la corruzione e lo sperpero di denaro pubblico sono fenomeni interdipendenti, che secondo il ministro possono “minare lo sviluppo ordinato ed equilibrato delle dinamiche di mercato”.

DA TOSCHI A ZAFARANA

Un emozionato Giorgio Toschi ha passato il testimone di comandante della Guardia di Finanza a Giuseppe Zafarana, al vertice da un mese. Prossimo alla pensione, il generale Toschi ha sottolineato gli investimenti fatti durante il suo triennio per rinforzare il comparto aeronavale, le infrastrutture, il sistema di intelligence da cui spuntano input per operazioni transnazionali. Il generale Zafarana, dal canto suo, ha sintetizzato in formazione, sviluppo delle tecnologie e collaborazione internazionale i punti centrali dell’attività lanciando un allarme sulla “ricchezza dematerializzata” perché ogni giorno nel cyberspazio circolano più soldi di quanti ne conservino le banche centrali mondiali.

AUMENTANO GLI EVASORI SCOPERTI E I LAVORATORI IN NERO

In 17 mesi, dal gennaio 2018 al maggio 2019, funzionari e dipendenti dello Stato hanno avuto comportamenti illeciti con un danno di circa 6 miliardi per l’erario, cifra segnalata alla Corte dei conti, oltre alla scoperta di frodi ai bilanci nazionale e comunitario per 1,7 miliardi. La Finanza ha scoperto 13.285 evasori totali (in crescita rispetto ai 12.284 del periodo precedente, anche grazie a indagini mirate) con il mancato pagamento di Iva per 3,4 miliardi. Aumentano anche i lavoratori in nero o irregolari: oltre 42mila rispetto ai quasi 31mila, e 8mila datori di lavoro denunciati. In 17 mesi scoperto un riciclaggio pari a 2,4 miliardi ed effettuati sequestri per 661 milioni; oltre 1,5 milioni di verifiche e quasi 100mila indagini delegate dalla magistratura mentre sugli appalti pubblici un altro dato preoccupante è che circa il 40 per cento (1,8 miliardi su 5) è risultato irregolare, con 130 arresti e 1.500 denunce. Infine, oltre 18mila persone denunciate e 525 arrestate per resti fiscali.

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