Inibisce alla paura, offrendo un senso di onnipotenza. Sono gli effetti del Captagon, la cosiddetta pillola della Jihad, nuovo ritrovato a supporto dei foreign fighters dell’Isis. Un altro carico ingente è stato sequestrato nel porto greco del Pireo, diventato crocevia dei traffici commerciali di tre continenti. Si tratta di un’anfetamina sintetica utilizzata negli anni ’60 per trattare la narcolessia e la sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Ma in seguito causò anche effetti secondari per cui venne ritirato dal mercato nel 1986. Oggi è al centro di un nuovo super business.
QUI PIREO
Quasi un milione e mezzo di pasticche provenienti da un cargo siriano sono state trovate in tre containers della squadra narcotici ellenica dopo una segnalazione dalla Dea, i cui agenti sono operativi presso l’ambasciata degli Stati Uniti ad Atene. Secondo i documenti in mano agli investigatori il carico era partito dal porto siriano di Latakia ufficialmente diretto in Cina, anche se le autorità ritengono che la destinazione reale delle droghe fosse diversa. Il porto del Pireo fungeva da transito. Si tratta del terzo sequestro simile. Nel gennaio scorso una partita da cinque milioni di pillole era stata sequestrata al Pireo, mentre risale al giugno 2016 il sequestro maggiore: americani e greci assieme avevano individuato una partita da 26 milioni di pillole, tra cui il Tramadol che inibisce al dolore e viene usato dai combattenti dello Stato islamico per tenerli svegli per lunghi periodi di tempo e provare grande euforia.
CHE BUSINESS
Nel novembre 2015 c’era stato un sequestro analogo, compiuto dalle autorità turche al confine con la Siria: 11 milioni di pillole di Captagon. All’inizio del 2016 un carico minore, da 700mila pezzi, era stato sequestrato in Egitto in un’operazione a cui partecipavano anche i servizi dei Paesi europei che i affacciano sul Mediterraneo. Le pillole di guerra sono ormai diffuse quanto le armi convenzionali: in Medio Oriente le usano tutti, infatti la stampa francese sostenne che anche il commando che il 13 novembre 2015 attaccò Parigi era fatto di Captagon.
Captagon è un’anfetamina fabbricata in Libano e probabilmente anche in Siria e Iraq, secondo l’Osservatorio francese delle droghe e delle tossicodipendenze (Ofdt). È la ragione per cui il Mediterraneo orientale diventa centro nevralgico per la sua diffusione a bordo di cargo.
QUI LIBANO
Due settimane fa la polizia libanese aveva annunciato di aver catturato il boss del Captagon, ovvero un trafficante 31enne sospettato di essere al centro del nuovo business legato alla droga della jihad e capace per sei anni di commercializzare le pasticche dai centri di produzione verso sei Paesi.
Dodici le operazioni di contrabbando individuate in Egitto, Qatar, Yemen, Emirati Arabi Uniti, Sudan e Arabia Saudita. Sarebbe stato arrestato nella valle della Bekaa in un’operazione coordinata con la Direzione per il controllo degli stupefacenti in Arabia Saudita. Sempre in Libano un mese fa era stato arrestato un corriere all’aeroporto di Beirut mentre ad aprile scorso quasi un milione di pasticche era stato trovato nel Paese. In precedenza un altro arresto significativo si era verificato nell’ottobre 2015: in manette un saudita e altri quattro complici. Stavano tentando di portare fuori dal Paese 2 tonnellate di Captagon attraverso l’aeroporto di Beirut.
CONTROLLI
Non solo Libano, anche l’Egitto è uno snodo chiave per il traffico di Captagon. Un interrogatorio svolto al Cairo dopo l’arresto di alcuni trafficanti a Port Said ha rivelato alcune tratte marittime seguite da chi vende Captagon. Le pastiglie venivano nascoste all’interno di un deposito appartenente alla banda della città di Obour, Qalyubiya, che fungeva da base logistica. Ma anche la Dogana di Dubai ha svolto un ruolo significativo, come dimostra il numero dei sequestri effettuati nei primi mesi del 2019 grazie al modello definito di targeting e mitigazione del rischio oltre a quello dello Smart Risk Engine, collegato a molteplici canali di risorse che ottimizzano i dati sulle dichiarazioni doganali di spedizioni e individui.
Lo Smart Tracking System aiuta la dogana a seguire le merci via aerea e mare, accanto ad un altro sistema di controllo basato sull’intelligenza artificiale. La Dogana di Dubai ha anche lanciato l’applicazione “iDeclare”, che consente ai passeggeri che arrivano a Dubai di dichiarare i loro effetti personali in soli cinque minuti, anziché nei precedenti 45 minuti. Rapidità ma anche super efficienza contro i trafficanti internazionali di droga.
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