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L’Italia dà lezioni di riciclo della plastica alla Cina. Dal Friuli

Verrà siglata domani a Udine la prima partnership a livello nazionale nel settore economico-ambientale tra l’Italia e la Cina. È proprio un’azienda friulana, la Plaxtech, che da tempo si distingue per innovazione nell’ambito dell’ambiente, a stringere un accordo della durata di 10 anni con la cinese Jiana Environmental.

L’ACCORDO TRA PLAXTECH E JIANA ENVIRONMENTAL

L’azienda consegnerà alla compagnia cinese la prima fornitura di un macchinario che si chiama Roteax, con il quale tra l’altro la Plaxtech vinse nel 2010 il premio Sviluppo sostenibile, conferito dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile presieduta da Edo Ronchi, per la categoria “prodotti e servizi innovativi” durante Ecomondo di Rimini.

Intercettando una necessità ambientale e una domanda di mercato, l’azienda del Friuli Venezia Giulia ha studiato e realizzato come rendere riciclabile il materiale plastico eterogeneo, il cosiddetto plasmix, che è il 60% della plastica che produciamo e che va quasi tutto in discarica.

La tecnologia originale di Roteax verrà consegnata, con un contratto esclusivo per il mercato cinese e asiatico tra le due imprese che vale circa 50 milioni di euro, di fronte a una delegazione di rappresentanti del governo cinese della provincia di Shandong (90 milioni di abitanti) e del comune di Dezhou (6 milioni di abitanti). Il progetto prevede l’installazione in una fabbrica attualmente in costruzione a Dezhou, che sarà operativa entro la fine del 2019. Ogni impianto è in grado di trattare oltre 7mila tonnellate all’anno di plastica riciclata con una produzione di 500mila pallet.

La fabbrica di Dezhou che ospiterà gli impianti è stata progettata per la gestione contemporanea di 8 Roteax, ovvero per trattare oltre 50mila tonnellate all’anno di plastiche con la produzione di almeno 4 milioni di pallet.

IL MERCATO IN ESPANSIONE

Il progetto è volto alla sperimentazione di un modello di organizzazione della gestione dei rifiuti della plastica in Cina che ha l’obiettivo di riciclare le plastiche e recuperarle per la produzione di manufatti “verdi”, a partire dai pallet.

Il mercato mondiale dei pallet nel 2019 è stimato in oltre 5 miliardi di pezzi e in 7 miliardi nel 2025 e la regione asiatica guidata dalla Cina copre un terzo della domanda globale. I pallet da plastica riciclata hanno una vita 10 volte più lunga di quelli in legno (che contribuiscono alla deforestazione), sono sempre riciclabili e hanno costi molto inferiori rispetto appunto quelli del legno.

La Plaxtech ha anche stretto un accordo con una multinazionale operante nel bresciano che produce con i loro macchinari tubi di plastica per l’idraulica in edilizia per il deflusso delle acque. E anche altre aziende e cooperative sembrano interessate a riciclare i propri imballaggi e trasformarli in pallet con Roteax.

UNA PERFETTA ECONOMIA CIRCOLARE

Il processo di stampaggio è ecosostenibile al 100%: l’impianto Roteax è in grado di operare un processo a ciclo chiuso, che parte da un ecoremix plastico certificato a norma UNI 10667-16 e si chiude con esso. Infatti, il prodotto viene reimmesso a fine vita nel ciclo produttivo e il processo ha impatto ambientale zero, poiché avviene senza utilizzo di materie prime vergini, senza emissioni di gas serra e a ridotto consumo energetico, con abbattimento dei costi di produzione. Il tutto in un perfetto equilibrio di economia circolare.

La plastica oltre essere un rifiuto è anche possibile produzione di reddito adesso perché il riuso delle plastiche miste non facilmente riciclabili rientra nel progetto di eco-sostenibilità del Paese, ma anche del mondo.

“Con Roteax possiamo dire, con orgoglio, di aver spostato il mercato”, dichiara Andrea Strizzolo, titolare insieme con il figlio Matteo, di Plaxtech. “Fino a qualche anno fa era impensabile considerare la plastica una risorsa per l’economia e per l’ambiente. Ora, grazie a Roteax, è così!”.



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