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Vi spiego perché l’ecotassa francese è una moneta a due facce. Il commento di Clini

Dal 1990 ad oggi il numero dei passeggeri aerei in Europa e in tutto il mondo è più che triplicato. Secondo il 2016 European Aviation Environment Report, dal 1990 le emissioni di gas ad effetto serra prodotte in Europa dal trasporto aereo sono più che raddoppiate. Questo è il contesto nel quale si colloca l’ecotassa sui voli in partenza dalla Francia. Va tuttavia detto che l’impatto sulle emissioni potrebbe essere non significativo.

GLI OBIETTIVI DELL’ECOTASSA FRANCESE

L’ecotassa francese ha due obiettivi contestuali: ridurre l’uso dell’aereo nei voli interni ed europei a vantaggio del treno, che ha emissioni vicine allo zero in Francia considerando che l’energia elettrica è prodotta dal nucleare; costituzione di un fondo per finanziare lo sviluppo di tecnologie e sistemi a basse emissioni nel settore dei trasporti.

È prevedibile che l’impatto economico della misura sia molto più circoscritto rispetto a quello dell’ecotassa sui carburanti, che era stata introdotta nel 2018 e che ha innescato la rivolta dei gilet gialli.

Anche se, come rilevato dalla Federazione Nazionale francese dell’aviazione commerciale, la misura unilaterale della Francia determina uno svantaggio competitivo nei confronti delle compagnie aeree in partenza dagli altri scali europei. Ovvero, un effetto collaterale potrebbe essere quello di “trasferire” su altri Paesi – con l’aumento delle partenze dagli altri scali europei – le emissioni di carbonio evitate in Francia. E considerando che le emissioni di carbonio hanno effetti globali, la misura francese potrebbe non avere effetti ambientali significativi.

UNA MONETA A DUE FACCE

Pertanto, l’ecotassa è una “moneta a due facce”. Da un lato è un segnale molto forte nel mercato interno francese ed europeo per il rafforzamento del trasporto ferroviario rispetto al trasporto aereo, ed è in continuità con la politica “storica” francese per la connessione in alta velocità con Gran Bretagna, Belgio-Olanda, Germania (Italia Tav permettendo). Ovviamente i vantaggi ambientali corrispondono alla riduzione dei consumi di carburante per il trasporto aereo rispetto ai consumi quasi zero per il trasporto ferroviario alimentato dall’energia nucleare;

Dall’altro lato, la mancanza di una rete europea diffusa ad alta velocità e capacità ferroviaria sulle lunghe distanze nord-Sud e est-ovest rende oggi difficilmente sostituibile la modalità aerea. Di conseguenza, se si vuole perseguire il giusto obiettivo di rafforzare la modalità ferroviaria nel sistema dei trasporti europei in alternativa al trasporto aereo, è urgente accelerare tempi e finanziamenti per la realizzazione dei corridoi della rete trans europea dei trasporti Ten-t. E a questo fine i Paesi europei, a cominciare dall’Italia, devono rimuovere gli ostacoli politici e normativi alla realizzazione delle reti.

LA POSSIBILE INEFFICACIA DEL PROVVEDIMENTO

Dobbiamo inoltre ricordare che il trasporto aereo (in particolare passeggeri) non è sostituibile sulle tratte extra-Ue e intercontinentali. In questo contesto, è prevedibile che la misura unilaterale francese avrà scarsi effetti: per essere efficace, l’ecotassa dovrebbe essere applicata almeno a livello europeo, sui voli in arrivo e in partenza.
A questo proposito, voglio però ricordare che il trasporto aereo è inserito dal 2013 nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (emissions trading), ovvero tutte le compagnie aeree europee partecipano al mercato dei permessi di emissione e di conseguenza sostengono i costi conseguenti. L’ecotassa è dunque una misura aggiuntiva a quelle esistenti. Sarebbe utile che l’introduzione di misure aggiuntive come l’ecotassa venisse esaminata nell’ambito della revisione del Regolamento europeo (421/2014) che stabilisce il quadro di riferimento del mercato dei permessi di emissione nel trasporto aereo.

La revisione del Regolamento Europeo è anche il contesto giusto per affrontare l’altro tema cruciale, rappresentato dall’esigenza di concordare in sede Iata una carbon tax omogenea a livello mondiale per il trasporto aereo, che secondo l’Unione Europea dovrebbe essere adottata entro il 2020.

Insomma, la Francia offre un’occasione all’Europa per un “upgrade” delle politiche e misure finalizzate a ridurre le emissioni del trasporto aereo in ambito europeo e internazionale. Temo invece che, se l’ecotassa rimane un’iniziativa francese, gli effetti potrebbero essere controproducenti.

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