Come cambia il quadro geopolitico del gas tra Usa e Ue? Potrà essere il Mediterraneo centro nevralgico di nuove partnership e influenze tarate sul dossier energetico? In occasione della Conferenza Aspen promossa negli Usa, è stato fatto il punto della situazione, alla presenza del Segretario americano all’energia. Ecco l’analisi di Marta Dassù, senior advisor for European affairs The Aspen Institute.
Perry promette sul gas aiuti a Italia ed Ue. In che modo?
Il segretario Perry ha ribadito la volontà dell’amministrazione di facilitare le esportazioni di Lng americano verso l’Europa, Italia compresa. Ha riconosciuto che rimangono alcuni ostacoli sia di tipo regolamentare sia di tipo infrastrutturale – visto che l’aumento dell’export energetico americano è stato talmente rapido da richiedere adattamenti non facili delle infrastrutture preesistenti, a cominciare dai terminal navali nei Paesi di destinazione o di transito in Europa. Un ulteriore ostacolo è quello del prezzo, con il gas russo che resta meno caro (di circa il 20%, trasportato via gasdotti) rispetto a quello americano. Naturalmente, l’export di Lng è strettamente connesso all’obiettivo di Washington di ridurre la dipendenza europea da Mosca in un settore strategico come l’energia.
L’occasione della Conferenza di Aspen ha chiarito la strategia…
Perry, alla Conferenza di Aspen, ha confermato la disponibilità a discutere con le controparti europee in vista di accordi che siano reciprocamente vantaggiosi, basati sia su politiche di detassazione per le aziende esportatrici sia su un progressivo calo dei prezzi dell’Lng, che è già in corso. L’intenzione è comunque quella di aumentare nettamente l’export energetico verso il vecchio continente: è una strategia basata sia su una logica di business che su motivazioni strategiche – in chiave di sicurezza energetica transatlantica.
Tap e Eastmed cambieranno gli equilibri in maniera totale?
Tap e EastMed potranno favorire la diversificazione, che per l’Europa equivale a una maggiore sicurezza. Il gas avrà un ruolo chiave negli scenari di transizione energetica. E l’Italia potrebbe aspirare a diventare un hub regionale. Il Tap sarà in grado, con alcuni interventi tecnicamente realizzabili, di raddoppiare le forniture, mentre EastMed ha una notevole valenza anche strategica – coinvolgendo Paesi geopoliticamente importanti come Egitto e Israele.
Ankara e Mosca tra Turk stream e risiko balcanico mineranno l’attuale situazione?
La Turchia pone problemi delicati, come dimostrano anche le tensioni più generali sul tradizionale asse atlantico (forniture militari dalla Russia etc). Resta che la Turchia è un transito naturale per i collegamenti tra Asia centrale e Mediterraneo, come anche verso l’Europa centrale attraverso i corridoi balcanici occidentali. Gioca le sue carte energetiche in modo abbastanza spregiudicato: ricorderete il blocco di una nave Eni nelle acque di Cipro, per l’esplorazione di un giacimento conteso da Ankara.
Gli Usa da sempre sono stati contrari al Nord stream II. Sceglieranno la strada delle sanzioni?
La contrarietà americana a Nord Stream II – tra Germania e Russia – è nota da tempo: l’amministrazione Trump l’ha resa più “radicale” parlando (il vice-presidente Mike Pence) di una Germania “captive” di Mosca per ragioni energetiche. Esistono tuttavia ipotesi di compromesso che porterebbero alla costruzione di almeno un terminal navale nella Germania settentrionale in cambio della luce verde di Washington su Nord Stream II. Difficile fare previsioni, ma non parlerei di sanzioni. Semmai le tensioni con la Germania – per questa amministrazione esiste in modo evidente una “questione tedesca” – tenderanno a scaricarsi sul dossier commercio.
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