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I libri che i leader politici dovrebbero portare in vacanza. I consigli di Antonucci

L’estate è spesso il momento migliore dell’anno per leggere o rileggere libri: sotto all’ombrellone o su una amaca in montagna o al lago, il libro tiene compagnia nelle lunghe ore estive, consente di evadere in una dimensione letteraria, ispira e regala suggerimenti su come affrontare le vicende della vita. Per questo, in un esercizio semiserio di consonanza tra volumi ed esponenti di governo e di opposizione, si propone in questa sede una serie di abbinamenti tra letteratura e leader politici, che trae ispirazione dalle vicende della cronaca politica recente.

Matteo Salvini, Luigi Di Maio – Il duello. Un racconto militare di Joseph Conrad

Due soldati insondabilmente uniti da una sfida tra loro, chiamati a duellare in più tempi e luoghi durante tutto il loro lungo rapporto. Una metafora potente tanto della coalizione di governo, quanto del complesso legame che unisce i due vicepremier. Differenti per origine sociale, geografica, carattere e stile, proprio come i due protagonisti del volume di Conrad, Di Maio e Salvini sono chiamati a rispondere ad un codice che li lega nella differenza: il codice d’onore per D’Hubert e Feraud, il contratto di governo (e la relativa azione dell’esecutivo) per i due leader di Lega e M5S. Da leggere o rileggere con il dubbio: il contratto di governo esiterà nel simbolico finale per i due protagonisti del volume di Conrad?

Matteo Renzi – Molto forte, incredibilmente vicino di Johnatan Safran Foer

Una storia contemporanea, a molte dimensioni. Protagonisti sono un bambino straordinario e soprattutto un nonno speciale, che usa un escamotage relazionale vivamente consigliabile per i leader comunicativamente sovraesposti. Per parlare con il mondo, il nonno usa solo i palmi delle mani, su cui ha fatto tatuare le parole “Sì” e “No” e si affida ad una registrazione del proprio pensiero alla carta stampata di diari che verga di proprio pugno. Nonostante questo prolungato silenzio, il nonno ottiene (quasi) sempre quanto vuole, in barba al mondo che gli richiede una partecipazione comunicativa che non egli non sente più sua. Un suggerimento, legato al valore esemplare del comunicare meno e meglio.

Nicola Zingaretti – Latinoamericana di Ernesto Che Guevara

La storia di un’epopea continentale, in cui avventure on the road ed esperienze politiche si intersecano. Un po’ quello che sta facendo Zingaretti, molto attivo sui territori italiani e in incontri con la propria base elettorale, senza tuttavia un adeguato storytelling e senza l’aura di leadership sul campo. Il consiglio di lettura per evocare un po’ di magia e carisma sudamericani attorno al viaggio di ricognizione dei territori e delle comunità del PD realizzato dal nuovo segretario.

Giuseppe Conte – Il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne

Il presidente del consiglio dei ministri ha affermato il proprio profilo istituzionale impeccabile, dal vestiario ai modi, proprio come il Phileas Fogg protagonista del volume di Verne. Alla stessa stregua, la sua vita e carriera accademica vengono all’improvviso scombussolate da una scommessa: per Fogg fare il giro del mondo in 80 giorni, per Conte guidare la sfidante coalizione giallo-blu. Come il protagonista del Giro del Mondo in 80 giorni, Conte mostra il meglio di sé quando è in viaggio, ovvero nei vertici internazionali, nei summit globali, nel confronto bilaterale. In questo, la comunicazione di Conte (le foto alla scrivania con Donald Trump, al biliardo con Theresa May, o mentre fa il baciamano ad Angela Merkel) è un po’ come la capacità di viaggiare di Phileas Fogg: molto migliore all’estero che in patria.

Beppe Grillo – Il visconte dimezzato di Italo Calvino

Il visconte Medardo di Terralba vive una condizione duplice, dopo l’incidente di guerra in cui una palla di cannone lo squarcia a metà. La metà buona e quella cattiva del visconte si separano e affrontano esperienze differenti, senza una apparente opportunità di ricostruzione dell’integrità di Medardo. Grillo è altrettanto diviso tra la dimensione movimentista e quella di governo del M5S, altrettanto inconciliabili e problematiche quanto le due metà del visconte. Metaforico.

Giorgia Meloni – Il secondo sesso di Simone de Beauvoir

Molto probabilmente Meloni conosce già a fondo il saggio in questione, essendo l’unica leader politica di un partito nel sistema italiano. In un contesto in cui l’identità nazionale e un certo set tradizionali di valori (patria, famiglia) – incarnati da Meloni e da Fratelli di Italia – si stanno trasformando rapidamente nelle rappresentazioni dei sovranisti, Giorgia Meloni è un po’ come il calabrone della frase attribuita ad Einstein: “La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso.” I consensi in crescita nelle regionali e nelle europee di Meloni lo testimoniano, ed è per questo che si suggerisce di rileggere l’analisi della femminista francese, per richiamare l’idea che una leader donna non debba mai farsi insegnare nulla da parte dei colleghi uomini. Giorgia Meloni lo sa bene, ma ricordarlo non basta mai, in un contesto in cui le leadership partitiche al femminile scarseggiano.

Silvio Berlusconi – Le confessioni di un italiano – Ippolito Nievo

Il volume di Nievo presenta l’indubbio pregio di essere il racconto autobiografico di un uomo del Nord con una lunga vita ed esperienza pubblica alle spalle. La passione per le donne, l’interesse costante per la politica, l’ambizione personale e professionale, l’importanza della famiglia e una certa idea di italianità ben si attagliano alla storia e alle vicissitudini di Berlusconi. Da rileggere, in attesa dell’autobiografia del Cavaliere.



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