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La trappola russa e il governo italiano. Cosa deve fare Salvini secondo Pennisi

L’intrigo iniziato lo scorso ottobre all’Hotel Metropol di Mosca si sta dipanando come un film della serie 007, ossia pieno di sorprese e di colpi di scena, pur se sembra di essere alle prese con epigoni di James Bond un po’ peracottari (per impiegare il lessico romano).

La “lettera nella bottiglia”, di cui ha parlato Roberto Arditti su questa testata, pare sia stata inviata dai “ben amati contraenti” del contratto di governo firmato dalla Lega e dal Movimento Cinque Stelle. Ma sembra stia avendo un risultato opposto a quello voluto. Nell’inviarla, e nel darle un risalto che non aveva avuto un precedente servizio sul settimanale Espresso, si pensava di fare sì che, alla vigilia quasi della chiusura della finestra elettorale, la lettera nella bottiglia fermasse la mano del vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno Matteo Salvini e, nonostante le crescenti pressioni del gruppo dirigente del suo partito, gli impedisse di fare saltare il tavolo. E di andare alle elezioni anticipate con un programma che facesse perno su immigrazione, sicurezza, autonomie differenziate, infrastrutture, riduzioni del peso tributario, sentimenti anti-burocrazie europee e simili. Tutti temi molto sentiti dal corpo elettorale. Sta, invece, avendo il risultato contrario: una spinta ad accelerare l’occasione di andarsi a contare. Proprio come nei romanzi di Ian Fleming su 007.

È difficile dire come le registrazioni dei colloqui, in inglese da principianti, siano finite nelle mani dell’alleato, per così dire, della Lega. Sono di ottima qualità tanto da fare pensare improbabile che siano frutto di un passaggio occasionale di un giornalista nell’affollato salone dell’albergo più noto di Mosca e che tale giornalista le abbia cedute (poco importa se per affetto o per pecunia) agli amici ma non troppo alleati della Lega. Più probabile è che siano state effettuate da una delle tanti spie, od aspiranti, spie, che si aggirano in alberghi del genere, specialmente in occasione di visite di politici di spicco. Si potrebbe trattare di spie italiane (la delega sui servizi è nelle mani del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che è stato indicato dal M5S), o di spie americane (incaricate di capire le vere intenzioni di Salvini, o del suo entourage, dopo gli abbracci con Trump a Washington), o di spie russe (intese a comprendere meglio la posizione di chi guida l’Italia) oppure ancora di spie che fanno il doppio o pure il triplo gioco. È di poca importanza. Quello che appare certo è che dopo questa trappola, sarà difficilissimo (ove mai fosse stato semplice) per Lega e M5S tentare di governare insieme.

Nell’immediato, il nodo è come si andrà alle elezioni. Gli italiani ridono delle storie di spie e sono avvezzi al fatto che per cinquanta anni circa, il maggiore partito allora di opposizione sia stato finanziato dall’oro di Mosca e, di converso, il principale di quelli di governo sia stato sostenuto dagli Stati Uniti. Tuttavia, a mio avviso, hanno sempre guardato sempre con sospetto l’orso russo e con simpatia l’amico americano. Inoltre, si indignano per finanziamenti non tanto illeciti quanto pataccari alla politica.

Salvini dovrebbe ricordarsi del triste percorso di Craxi e, da un lato, dimostrare che neanche un rublo è arrivato a Via Bellerio e, dall’altro, fare un’aperta dichiarazione a favore degli Usa e dell’Alleanza Atlantica. D’altronde, appena rientrato da Washington, durante la recente visita di Putin a Roma, si era tenuto un po’ in disparte ed aveva cercato di non farsi troppo notare.

Tanto il M5S quanto l’opposizione faranno di tutto perché, in caso di elezioni, non sia l’attuale governo, con l’attuale ministro dell’Interno, a gestire la chiamata alle urne. A mio avviso è meno importante di quel che si creda. Se Salvini vuole evitare di affittare un bilocale a Hammamet o simili, deve chiarire chi sono i suoi alleati nel resto del mondo e presentare un programma che abbia appeal ma sia soprattutto credibile. Anche e soprattutto della legge di Bilancio prossima ventura.

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