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Italia ultima della classe sul Pil. Le pagelle dell’Ue

Paradossi italiani, seconda manifattura d’Europa è in realtà il fanalino di coda dell’Europa. All’indomani dell’Ecofin che ha sancito lo stop alla procedura di infrazione (qui l’articolo con tutti i dettagli), l’Europa ci ricorda che un conto è evitare una super-multa, un conto è mancare clamorosamente l’appuntamento con la crescita. Non devono quindi stupire le cifre arrivate questa mattina dalla Commissione europea, appena affidata alla tedesca Ursula Von der Leyen. Quest’anno e il prossimo l’Italia si posizionerà ultima in Europa per crescita del Pil.

ULTIMI DELLA CLASSE

Secondo la Commissione europea la marginale crescita dello 0,1% di quest’anno dovrebbe rimbalzare moderatamente allo 0,7% l’anno prossimo, ma sempre rimanendo ultima in Europa. Per Bruxelles in Italia “non ci si attende che l’attività economica rimbalzi significativamente prima della fine dell’anno e i rischi alla crescita restano pronunciati, specialmente nel 2020, quando le politiche di bilancio affronteranno nuove sfide”. Dunque, facendo due calcoli, lo scarto tra la crescita del Pil in Italia e la crescita nella zona euro sarà di 1,1% quest’anno e di 0,7% l’anno prossimo. Per quanto riguarda l’Europa, per il settimo anno consecutivo l’economia europea continua a crescere. Il Pil nella zona euro si conferma al 1,2% per il 2019 mentre viene leggermente rivisto allo 1,4% per il 2020, lo 0,1% in meno rispetto alle previsioni di primavera.

LA SPINTA DEL REDDITO DI CITTADINANZA

Nel 2020 la spinta al Pil arriverà anche grazie alla creatura del Movimento Cinque Stelle, il reddito di cittadinanza. “La crescita del Pil reale si fonderà largamente sul consumo privato sostenuto dai bassi prezzi dell’energia e dal reddito di cittadinanza per i redditi bassi. Tuttavia questi fattori positivi probabilmente saranno parzialmente indeboliti da un minore dinamismo del mercato del lavoro e dal calo della fiducia dei consumatori associata con un aumento del risparmio cautelativo. La spesa in investimenti è attesa debole date le deboli prospettive di domanda e le incertezze sulle politiche”, ha fatto sapere Bruxelles. “In ogni caso le recenti tensioni sui mercati si sono recentemente calmate inizialmente grazie alle aspettative di una politica monetaria più accomodante e alla correzione di bilancio adottata dal governo a meta 2019”.

FITCH ATTACCA, TRIA DIFENDE

Nei prossimi 18 mesi l’Italia crescerà poco, lo si è capito. C’è però chi non sembra essere appagato dei risultati raggiunti dal governo italiano in materia di conti pubblici. Ieri sera Fitch ha fatto intendere in una nota che lo scontro con l’Europa è solo rimandato. In soldoni, alla prossima manovra, tra tre mesi scarsi, Roma e Bruxelles saranno nuovamente ai ferri corti. “L’Italia ha evitato la procedura d’infrazione Ue, ma le tensioni torneranno“, è il monito arrivato da Fitch. L’agenzia di rating ha sottolineato come “la natura degli aggiustamenti fiscali nel 2020 resta incerta e le tensioni con la Commissione Ue probabilmente si ripresenteranno”. Pronta e leggermente piccata la risposta del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. “Fitch può dire quello che vuole, le riforme strutturali ci sono. C’è un piano di azione di riforma approvato insieme al Def, la Legge di bilancio va sempre a controllo del debito sovrano”.

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