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Cosa ci fanno i francesi con i loro droni a sostegno di Haftar in Libia?

Nonostante le frequenti smentite, l’aiuto militare della Francia al generale Khalifa Haftar è confermato sempre più spesso, con tutto ciò che comporta sugli equilibri politici della Libia e internazionali.

L’ultima notizia riguarda la presenza di militari francesi a Ras Lanuf, terminal petrolifero nel Golfo della Sirte, notizia data da una fonte del Consiglio presidenziale di Tripoli alla tv Libia al Ahrar, vicina ai Fratelli musulmani, e rilanciata dall’agenzia Nova. Secondo la fonte del governo riconosciuto dall’Onu, i soldati francesi avrebbero installato una stazione per il lancio di droni in un hangar dell’aeroporto al Sidr, vicino a Ras Lanuf, e risiederebbero negli alloggi dei dipendenti della filiale della società Petrol Comet. La quantità di dettagli sembra lasciare poco spazio a eventuali smentite e rilancerebbe l’ipotesi di operazioni clandestine francesi a sostegno della guerra di Haftar contro Tripoli.

Nei mesi scorsi si era parlato della presenza di francesi nella città di Gharian, avamposto nell’avanzata di Haftar fino alla conquista da parte delle truppe di Tripoli alla fine di giugno, ma l’ambasciata francese in Libia aveva smentito. Si ricorderà anche la vicenda dei quattro missili anticarro Javelin di fabbricazione statunitense trovati nel comando del generale Haftar: con il New York Times che a luglio aveva pubblicato la notizia i francesi avevano ridimensionato la vicenda sostenendo che i missili non erano più funzionanti e che facevano parte di uno stock di 260 pezzi venduto dagli Usa alla Francia nel 2010 e rischierati in Libia a protezione dei militari francesi impegnati in attività di intelligence e antiterrorismo.

Parole che non avevano convinto Tripoli. Altri esempi della presenza militare francese in Libia sono i tre membri delle forze speciali morti nel 2016 per l’abbattimento di un elicottero dell’Esercito nazionale libico di Haftar e i 13 cittadini francesi con passaporto diplomatico e armati fermati il 14 aprile in Tunisia alla frontiera con la Libia. In aprile il governo di Tripoli aveva interrotto la collaborazione con la Francia, ripresa dopo un incontro diplomatico.

La notizia di una vera struttura militare francese a sostegno di Haftar non può che alzare la tensione diplomatica. Il 12 agosto c’era stato un comunicato congiunto di Francia, Italia, Emirati Arabi Uniti, Gran Bretagna e Stati Uniti che plaudivano alla tregua e ribadivano l’impossibilità di una soluzione militare. Pochi giorni dopo, però, le truppe di Haftar bombardarono gli aeroporti di Mitiga e Zuwara controllati dal governo di Tripoli. La situazione resta complicata e l’Italia, molto carente sul fronte diplomatico nei mesi scorsi, con la crisi di governo in atto può solo sperare che non degeneri.

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