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La crisi vista dal Meeting (con distacco). Le opinioni di Lupi e Decaro

Ore 15:00. Fiera di Rimini. Mentre Giuseppe Conte prendeva la parola in Senato per attaccare a testa bassa Matteo Salvini, il popolo del Meeting, anche quest’anno numerosissimo, continuava ad affollare i dibattiti, le mostre e gli stand organizzati in occasione di questa quarantesima edizione. “Meno politica” era stato uno degli slogan principali che avevano anticipato la kermesse e così è stato, per la crisi di governo che si è aperta ufficialmente ieri a Palazzo Madama ma pure per il crescente disincanto con cui questo pezzo d’Italia guarda sempre più spesso a ciò che accade a Roma. Anche se, com’era inevitabile che fosse, l’attenzione degli addetti ai lavori e dei rappresentanti della politica e delle istituzioni presenti a Rimini nel primo pomeriggio di ieri era tutta concentrata sul Senato.

LA VERSIONE DI LUPI

“Peggiore fine non poteva esserci: nella storia parlamentare di questo Paese non avevamo ancora visto un presidente del Consiglio e il suo vice attaccarsi reciprocamente in aula in modo così duro”. Maurizio Lupi, che al meeting di Rimini è di casa, si prepara a rientrare a Roma stamattina per partecipare alle consultazioni cui darà il via nelle prossime ore il presidente della Repubblica. “Ci affidiamo a Sergio Mattarella, spetterà a lui verificare se ci sono strade alternative al voto”, ha commentato con Formiche.net il deputato ed esponente di Noi con l’Italia, che poi ha aggiunto: “È un vero peccato vedere le istituzioni ridotte così. Al peggio non c’è mai fine. Tutti noi dovremmo avere a cuore la stessa cosa: che gli scontri di cui ci sta macchiando la politica non facciano le spese gli italiani”. Un po’ la stessa preoccupazione che, secondo Lupi, sembra emergere da questi primi giorni di Meeting: “Il segnale che arriva è chiaro: questa gente è stanca delle baruffe continue e ci chiede, pur nella diversità delle proposte, di lavorare insieme per il futuro di questo Paese. Questo vuol dire impegnarsi per il bene comune”.

L’OPINIONE DI DECARO

Uno scenario, quello che si è aperto ieri in Senato, che preoccupa pure il sindaco di Bari e presidente dell’Anci – l’associazione che rappresenta gli oltre 8.000 comuni italiani – Antonio Decaro, per il quale l’Italia, in questa fase in particolare, non può assolutamente permettersi di navigare a vista e di tornare subito al voto: “Prima bisogna almeno porre mano alla legge di Bilancio, importantissima pure per i sindaci che aspettano misure finanziarie fondamentali per evitare in molti casi il rischio di default”. Già, ma quale governo? “Se sarà di prospettiva, tanto di guadagnato. Ma nel frattempo certo non possiamo permetterci di votare ad ottobre, in piena sessione di bilancio”. In questo senso, secondo l’esponente del Partito democratico, una delle soluzioni migliori sarebbe rappresentata dal cosiddetto “governo Ursula”, formato dallo stesso Pd, dal Movimento 5 stelle, da Forza Italia e da tutti i partiti che decideranno di sostenerlo: “Una sorta di esecutivo di unità nazionale di cui dubito però che la Lega voglia far parte”. D’altro canto il presidente dell’Anci ha speso con Formiche.net anche parole di apprezzamento nei confronti del premier, pur dichiarandosi contrario a quasi tutte le misure adottate dal suo governo: “Ha dimostrato autorevolezza istituzionale. In questi mesi in cui ha fatto il presidente del Consiglio, ha sempre avuto un atteggiamento di rispetto, a noi comuni non ha mai fatto mancare la sua vicinanza. Certo, dal punto di vista politico Dal punto di vista politica i provvedimenti approvati da questo esecutivo non li condivido. Il decreto sicurezza, ad esempio, non lo avrei mai votato”.

I COMMENTI DALLA SALA STAMPA

Dove il dibattito del Senato ha tenuto particolarmente banco è la sala stampa del Meeting dove i cronisti parlamentari hanno seguito passo passo l’intervento di Conte e le varie repliche. “Quello del premier è stato un discorso durissimo, mentre Salvini dal mio punto di vista ha mostrato la corda: ha subito critiche pesantissime da parte di Conte e non è stato capace di rispondergli a tono”, ha evidenziato il giornalista del Corriere della Sera Cesare Zapperi, secondo cui quello che arriva da Rimini a Roma è un messaggio chiaro: “Da questa piazza emerge l’invito a fare un governo responsabile che abbia un orizzonte lungo perché i problemi del Paese sono pesanti. C’è una forte richiesta chiesta di solidità, di serietà, di impegno”. Ma Conte può piacere alle tante persone che stanno partecipando in questi giorni al Meeting? “Certamente, ha tutte le carte in regola per conquistare questo elettorato ma non dobbiamo dimenticare che molte delle misure adottate dal suo governo – dal reddito di cittadinanza ai decreti sulla sicurezza – in questi giorni sono state oggetto di critiche nette”. Le incognite, insomma, non mancano, tanto più dopo lo scontro senza esclusione di colpi di ieri a Palazzo Madama. “La politica avrebbe dovuto risparmiare alle istituzioni lo spettacolo che abbiamo visto al Senato: ci possono essere divergenze anche importanti, ma non si può precipitare il Paese in questo disordine”, ha sottolineato il cronista parlamentare di Avvenire Angelo Picariello. Che poi ha aggiunto: “Il popolo del Meeting vive con un certo distacco questa situazione. Per quanto possa sembrare paradossale, non vedo tutta questa tensione per ciò che sta avvenendo a Roma. Spero che abbiano ragione queste persone e che anche questa volta l’Italia riesca ad andare avanti e a voltare pagina ma personalmente sono molto preoccupato”.

 

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