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Cina insiste e chiude l’aeroporto di Hong Kong. Domanda: chi fa terrorismo?

La situazione di Hong Kong si complica. Oltre cento voli sono stati cancellati dall’aeroporto internazionale Chek Lap Kok, uno dei più grandi del mondo, invaso dai manifestanti oggi per protestare contro la violenza con cui la polizia ieri ha represso le manifestazioni.

I poliziotti hanno sparato gas lacrimogeno ad alzo zero. Li hanno lanciati dentro una stazione della metropolitana, dozzine di persone ne sono uscite intossicate, una donna è stata colpita in faccia da un candelotto sparato dalle unità antisommossa e rischia di perdere un occhio, mentre per le strade sono ormai posizionati i mezzi con cannoni ad acqua (che hanno sollevato perplessità di diverse organizzazioni internazionali perché la pressione dei getti può provocare ferite gravi). 

In un video circolato ieri sui social network, si vedono anche alcuni agenti infiltrarsi in borghese in un corteo dei manifestanti e prendere uno di loro, gettarlo a terra, percuoterlo con un manganello e successivamente arrestarlo, mentre veniva schiacciato sul catrame con un ginocchio di un poliziotto sul collo e il viso in una pozza del suo stesso sangue.

Migliaia di persone si sono radunate durante tutta la giornata odierna perché quest’episodio è rapidamente rimbalzato online e diventato il simbolo di questa fase violenta della crisi. Hanno prima invaso il terminal degli arrivi e poi quello delle partenza. Dicono che hanno agito per evitare che la polizia prendesse misure ancora più estreme.

Chiedere l’hub è una mossa politica forte con cui le autorità hongkonghesi cercano di dimostrare che i manifestanti sono pericolosi per l’ordine pubblico anche nelle dimensioni più grosse come quelle delle infrastrutture. Un modo per spostare l’opinione pubblica contro di loro. Con la Cina che ringhia dall’esterno.

Oggi Yang Guang, il portavoce dell’ufficio affari di Hong Kong e Macao (Hkmao) del Consiglio di Stato, ha detto durante una conferenza stampa da Pechino che i manifestanti stanno mostrando i primi segnali di comportamento terroristico: “I manifestanti radicali di Hong Kong hanno ripetutamente usato strumenti estremamente pericolosi per attaccare i poliziotti, il che costituisce un grave crimine violento, e mostrano anche i primi segni di terrorismo”, ha detto . Atti che “calpestano lo stato di diritto e l’ordine sociale di Hong Kong”. Si tratta di accuse gravissime che potrebbero essere funzionali a preparare ulteriormente il terreno per un intervento armato cinese: Pechino potrebbe sollevare la problematica terrorismo per entrare in forza nel paese contro le manifestazioni.

Usare certe definizioni potrebbe aprire all’uso di leggi specifiche, collegate anche all’uso della forza, come questione di sicurezza nazionale. Alcune squadre di anti-terrorismo sono già state spostate da diversi mesi verso l’entroterra cinese davanti a Hong Kong, altre unità sono in movimento in questi giorni, con i media cinesi che trasmettono le immagini dei mezzi militari che si muovono per le strade di Shenzen.

Lo stesso funzionario ha parlato di un “momento critico” evocando la necessità di usare “il pugno di ferro” e invitando a “far emergere tutti coloro che si preoccupano dei Hong Kong”. Sembra la richiesta ad agire in una sorta di “mobilitazione aperta contro i manifestanti”: “Coloro che hanno familiarità con la storia della Rivoluzione Culturale non la troveranno [un’espressione] sconosciuta, suppongo” ha commentato Stuart Lau, il corrispondente dall’Europa del South China Morning Post.

Ieri sono circolate informazioni su altre attività di pressione che la Cina sta compiendo su Hong Kong. La Cathay Pacific, la compagnia aerea hongkonghese (una tra le migliori al mondo secondo i dati della società specialistica Skytrax), ha diffuso un messaggio al personale in cui avvisa che i dipendenti potrebbero essere licenziati se “danno sostegno o partecipano alle manifestazioni illegali” in corso nel Porto Profumato.

Il direttore generale Rupert Hogg ha anche messo in guardia gli impiegati riguardo agli eventi specifici in corso nell’aeroporto – che è l’hub della Cathay. Venerdì la direzione dell’aviazione civile cinese aveva chiesto alla compagnia i nomi dei dipendenti a bordo dei voli a destinazione Cina o che avrebbero attraverso lo spazio aereo cinese; Pechino aveva fatto sapere che i dipendenti che sostengono il movimento pro-democrazia a Hong Kong non saranno autorizzati a salire su quei voli e Cathay aveva già dichiarato che si sarebbe attenuta a queste richieste.

(Foto: Twitter, @JournoDannyAero)

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