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La decisione americana su Hauwei impatterà (e non poco) sulle Telco. Ecco perché

La decisione degli Stati Uniti di inserire Huawei Italia e il suo centro ricerche nella lista delle aziende potenzialmente pericolose per la sicurezza nazionale, non è una buona notizia per le compagnie di telecomunicazioni che operano sul nostro territorio.

Come noto, la filiale italiana di Huawei e il laboratorio di ricerca e sviluppo di Segrate dell’azienda cinese sono fra le 46 nuove entità che il Dipartimento del Commercio Usa ha appena aggiunto alla “Entity List”, la lista nera delle aziende considerate pericolose per la sicurezza nazionale. Con la nuova lista resa pubblica lunedì sono quasi 100 le entità affiliate al colosso hi-tech di Shenzen finite nel mirino delle sanzioni Usa. Di queste oltre 20 centri di ricerca globale. È la prima volta che l’Italia viene chiamata così direttamente in causa nello scontro fra l’amministrazione Trump e il governo cinese sulla gestione della rete 5G.

Ma che significa tutto questo? Una fonte ben accreditata fa notare che i risvolti della decisione Usa sono più negativi che altro. E questo perché le società telefoniche hanno tra i propri fornitori di componentistica, proprio Huawei. Una messa al bando potrebbe creare dei problemi in termini di approvvigionamento, anche perché di mezzo c’è proprio il centro ricerche di Milano.

Tuttavia, fa notare ancora la fonte, è prematuro per valutare gli impatti effettivi sulle compagnie. Una cosa è certa, viene sottolineato. Per i cinesi di Huawei non è un gran momento. Prima le norme sulla golden power approvate a luglio e miranti a proteggere le telecomunicazioni da interferenze cinesi e ora il veto Usa.



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