Nuovo avvertimento del dipartimento di Stato a Roma: rischio sanzioni se la compagnia aerea iraniana Mahan Air continua a volare da e per l’Italia. L’esposizione concessa alla Mahan, sanzionata dagli Stati Uniti perché considerata un vettore discreto delle Quds Force dei Pasdaran, sta creando problemi. Potenzialmente grossi problemi.
“A nome del gruppo parlamentare della Lega, ho firmato un’interrogazione con cui abbiamo già chiesto più o meno un mese fa al ministro competente per le Infrastrutture, Danilo Toninelli, chiarimenti su quel che stiamo facendo negli aeroporti di Milano e Roma riguardo a Mahan Air. Ma non abbiamo ricevuto risposta”, spiega a Formiche.net il deputato leghista Paolo Formentini. “Ho controllato in questi minuti (dice sarcastico, ndr) ma ancora non s’è mosso niente. Noi piuttosto crediamo che, come hanno fatto già i tedeschi e i francesi, dovremmo vietare i voli, allinearci sulla posizione statunitense, perché questa compagnia favorisce la diffusione del terrorismo targato Iran”. E dunque, “a maggior ragione, davanti alle nuove evoluzioni”. Oggi, la Stampa – che già un mese fa si era occupata di rivelare come i due voli settimanali su Fiumicino (sigla W5140) e quello su Malpensa (W5110) fossero in discrepanza rispetto a una direttiva del Tesoro che la sanzionava fin dal 2011 – ha infatti una nuova, cruciale informazione.
Racconta, Paolo Mastrolilli, l’inviato newyorkese del giornale di Torino, di aver avanzato una richiesta di chiarimenti sulla situazione italiana al dipartimento di Stato, dopo che il 23 luglio il Tesoro aveva emesso un nuovo warning, un avvertimento sotto forma di nota ufficiale su possibili sanzioni verso chi avrebbe continuato a premettere lo scalo a Mahan. La risposta di un portavoce di Foggy Bottom al quotidiano italiano non cita l’Italia esplicitamente, ma è secca e contingentata: “Gli Stati Uniti hanno chiesto a tutti i paesi di negare a Mahan Air un ambiente permissivo sul piano operativo, che essa usa in violazione delle norme sull’aviazione civile, per facilitare le attività maligne del regime iraniano”.
Mastrolilli fa notare che la domanda fatta “riguardava in maniera specifica il comportamento dell’Italia”, e dunque la dichiarazione diventa più che un avvertimento: proprio un richiamo. Che si accoda a richieste che sarebbero già state avanzate al governo giallo-verde ed evidentemente rimaste inascoltate (forse anche per colpa della crisi politica). Formiche.net s’era già occupato della vicenda nei mesi scorsi, e aveva riscontrato un allineamento di intenti espresso dalla deputata di Fratelli d’Italia Yelenja Lucaselli, che aveva annunciato che il suo gruppo parlamentare avrebbe presentato un’interrogazione per pressare il governo “a sospendere subito i voli immediatamente” — come d’altronde già fatto sotto richiesta americana dalla Germania a gennaio e dalla Francia a marzo. Lucaselli, membro dell’intergruppo Italia-Usa, spiegava che accettare certe linee operative è il genere di segnali che gli Stati Uniti richiedono ai partner come dimostrazione di cooperazione (e su cui il prossimo governo è chiamato a creare discontinuità rispetto alle mancanze dell’attuale esecutivo). La richiesta al governo avrebbe seguito quelle già avanzate Formentini, appunto, e da Lucio Malan (FI) al Senato, ma è stata rallentata dall’agenda parlamentare — la chiusura estiva — e ora dallo stallo sull’esecutivo.
Il rischio è notevole: Malpensa e Fiumicino, così come le strutture di utility collegate agli aeroporti, per avere fornito servizi a Mahan potrebbero finire sotto il giogo delle misure sanzionatorie secondarie, ossia quelle di carattere extraterritoriali sospese con la firma dell’accordo sul nucleare iraniano Jcpoa e reintrodotte da maggio 2018 dopo che Donald Trump ha tirato fuori gli Usa dall’intesa. Il tempo è stretto, Washington potrebbe non aver più pazienza e agire — come successo con l’inserimento di Huawei Italia in una blacklist del dipartimento del Commercio.
Su Mahan esiste un archivio folto: facciamo alcuni esempi. Già nell’Executive Order 13224 del 12 ottobre del 2011 che l’ha designata veniva indicata come una società fornitrice di supporto tecnico delle Quds Force, il gruppo d’élite dei Guardiani guidato da Qassem Soulimani, il generale dei Pasdaran che ha architettato il piano con cui l’Iran sta cercando di giocare influenza egemonica e anti-occidentale in Medio Oriente, diffondendosi all’interno di vari paesi della regione attraverso partiti/milizia fedelissimi.
Ancora: una nota stampa del Tesoro, riporta (il 24 gennaio 2019) che Mahan è il vettore che fornisce collegamento aereo per gli spostamenti della Fatemiyoun Division e della Zaynabiyoun Brigade, due milizie sciite – la prima afghana, l’altra pakistana – che l’Iran ha mobilitato come proxy per sostenere in Siria il sanguinoso regime di Assad. Di più: a gennaio il Tesoro ha anche sanzionato una società armena per aver prestato servizi a Mahan, a luglio del 2018 era toccato a una controparte malese.
Questi piani espansivi e avventuristici della Quds che passano anche per i voli Mahan sono quelli che Israele bombarda per evitare attacchi contro lo stato ebraico, odiato dai Pasdaran e dalle milizie antisemite collegate. Sui voli di Mahan diretti in Siria, continuando con gli esempi, sono state caricate armi passate dai Pasdaran a Hezbollah, la principale delle milizie sciite filo-iraniane, che a breve potrebbe riaprire il conflitto contro Israele messo in tregua nel 2016 e sarà rafforzata da nuove e più sofisticate armi fornite dagli iraniani attraverso il caos siriano.
Ancora, sulla cronaca: i due terroristi di Hezbollah che sono stati uccisi tre giorni fa in un attacco preventivo sul Golan, con cui Israele ha bloccato un piano dei Quds per far piovere sul territorio ebraico droni killer, erano habitué dei voli Mahan. Sono state diffuse diverse immagini che i due si erano scattati mentre viaggiavano sugli aerei della compagnia iraniana: erano diretti a Teheran per ricevere training sull’uso dei droni civili armati di esplosivo che avrebbero dovuto essere usati per attaccare Israele.
“Queste ultime sono informazioni in più e piuttosto importanti, che corroborano la bontà della nostra posizione”, aggiunge Formentini, che è presidente del protocollo di collaborazione tra Camera e Knesset. “Israele ha diritto di difendersi e di esistere, lo ribadiamo con forza, così come stigmatizziamo come l’Italia non possa dare spazio a rotte commerciali di certi vettori. Noi chiediamo di riallinearci con le posizioni degli alleati”.
Ieri un Aribus A300 con codice di volo IRM79 della Mahan è partito dal gate 24 dell’aeroporto Imam Khomeini di Teheran per arrivare a Pechino con a bordo il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif.