Non sarà un manifesto politico, ma il tweet con foto lanciato ieri da Maria Elena Boschi in risposta a Salvini è ben più di una reazione polemica e divertita. C’è la politica e c’è anche la rivendicazione dell’aspetto personale che è stato certamente uno dei motivi dei numerosi attacchi che ha subito da quando ha avuto un ruolo di rilievo nella politica italiana. Non solo donna ma anche di bell’aspetto, un mix di fatto imperdonabile. Se a questo aggiungiamo donna di potere e oggetto di continuo gossip sul suo rapporto con il suo mentore Matteo Renzi, il quadro è completo. È lei il bersaglio perfetto per attacchi, gelosie ed invidie.
In Italia, in politica ma non solo, una donna deve recitare il ruolo di donna. Deve stare al posto suo, a ogni livello. Anche la donna intelligente, ha un canone da rispettare. Deve comunque seguire un protocollo che si è affermato nel tempo. Non abbiamo da noi una donna di potere come Lagarde che parla tranquillamente in un’intervista della propria vita sessuale. In Italia sarebbe impensabile, a meno che non siano artiste. Se poi la donna che fa politica, è anche di centrosinistra, ha un ulteriore corredo di ritualità da dover seguire. Cui Maria Elena Boschi è naturalmente estranea. Le manca quella percentuale di sofferenza, di apparente pensosità che da sempre sono apprezzate dall’elettorato italiano di sinistra. Lei ha sfatato questo tabù e non a caso gliel’hanno fatta pagare. Senza dimenticare – passaggio tutt’altro che trascurabile – la sua appartenenza ad una famiglia della buona borghesia toscana.
A DISPETTO DEL VOLTO ANGELICO
Eppure Maria Elena Boschi, a dispetto del volto angelico, ha mostrato e continua a mostrare negli anni una robusta dose di tenacia, di carattere. “Una tosta” come è scritto nella biografia a lei dedicata (uscita per Giunti nel 2015). È stata lei il ministro delle Riforme. È stata lei che ha combattuto in prima linea – ci ha messo la faccia, si usa spesso dire – nella battaglia politica più importante del governo Renzi. Una battaglia decisiva per le sorti della sopravvivenza politica. Accade raramente in Italia che ci si giochi la permanenza al potere in un dentro-fuori. Il governo Renzi lo ha fatto e la rappresentante di quella sfida fu lei. Boschi fu, subito dopo Renzi, l’immagine della sconfitta referendaria.
Eppure, dopo un fisiologico e comprensibile periodo di riflessione, si è ripresa, è tornata in campo. Così come ha tenuto testa ai complicati mesi in cui suo padre, vicepresidente di Banca Etruria negli anni del fallimento, è stato oggetto di inchieste penali e ovviamente protagonista delle cronache giornalistiche. Ironia della sorte, fu proprio il M5S a presentare una mozione di sfiducia nei suoi confronti accusandola di aver avuto un ruolo, col decreto “salva banche”, per favorire il genitore. Fu poi scagionata dall’Antitrust. Per non dire del padre, le cui accuse sono poi cadute come le foglie in autunno.
Ogni volta, Meb ha superato la prova. Come non ricordare quando il caso Etruria esplose con il suicidio di un risparmiatore? Dopo giorni di silenzio (con polemiche roventissime) fu Meb ad intervenire in Aula alla Camera. Fu una lezione di temperamento. Lei è così, riparte con più determinazione di prima. Quando finì il governo Renzi e nacque il gabinetto di Paolo Gentiloni, lei fu l’unica a mantenere la posizione a Palazzo Chigi, come Sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Quanti veleni, anche in quel caso. Peccato che lei sia rimasta del tutto imperturbabile. Dopo la sconfitta elettorale, ha ripreso a frequentare la scena pubblica. Così come non ha mai mollato la battaglia politica all’interno del Pd. Recentemente, ha condotto – vincendola – una battaglia per presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Salvini.
E ieri, in quel tweet con tanto di foto, è come se avesse voluto pubblicamente gridare che sì, si può essere donne, belle, si può stare al mare, e si può fare politica e vincere anche. Quasi tre anni dopo la sconfitta referendaria che sembrava aver definitivamente espulso dalla politica italiana Matteo Renzi, il renzismo e Maria Elena Boschi, alla prima occasione utile, invece, si sono fatti trovare pronti. Accusata di essere una “ragazzina viziata” con lo sfizio della politica – in Italia si è sempre ragazzini quando non ci si attiene al protocollo – Boschi si è invece nuovamente fatta trovare all’appuntamento e ha dimostrato ancora una volta di saper nuotare controcorrente. Una mummia, come dice il Capitano della Lega? Chissà. Di certo può vantare degli invidiabili artigli.