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Non si ferma l’escalation di Haftar in Libia. E ora l’Onu parla di crimini contro l’umanità

Non c’è limite alla vergogna. In Libia, il generale Haftar continua a bombardare impunemente e le Nazioni Unite iniziano a parlare ormai quasi quotidianamente di crimini di guerra (e ora addirittura “contro l’umanità”). Le ultime 24 ore forniscono una ulteriore conferma di una situazione che va facendosi sempre più insostenibile e che dovrebbe vedere una mobilitazione della comunità internazionale a partire da quei paesi che si dicono, come l’Italia, più interessati al destino di Tripoli.

“Colpire intenzionalmente gli operatori sanitari, le strutture mediche e le ambulanze è un crimine di guerra”. È la dura condanna dell’inviato speciale dell’Onu in Libia, Ghassan Salamè, riferendosi agli attacchi contro le strutture sanitarie a Tripoli. Nella nota, Salamè afferma che il crimine di guerra “se commesso nell’ambito di attacchi diffusi o sistematici diretti contro qualsiasi popolazione civile, può costituire un crimine contro l’umanità”. Le dichiarazioni dell’inviato speciale giungono dopo che due raid aerei hanno colpito un ospedale da campo nell’enclave di Tripoli el-Azizia, ferendo almeno 4 membri del personale medico.

Da quando è iniziata l’offensiva sulla capitale, nell’aprile scorso, 37 attacchi hanno preso di mira il personale medico e le strutture sanitarie, in violazione del diritto internazionale umanitario, riferisce l’Unsmil (la Missione di sostegno dell’Onu in Libia). Almeno 19 ambulanze e 19 ospedali sono stati colpiti dai razzi: 11 le vittime e 33 i feriti, ma secondo l’Unsmil il bilancio potrebbe essere “molto più alto”.

La missione Onu in Libia (Unsmil) ha visitato quindi l’aeroporto di Zuara, nell’Ovest del Paese, concludendo che nello scalo “non ci sono attrezzature o infrastrutture militari”, come sostenuto invece dalle forze del generale Khalifa Haftar, che lo hanno preso di mira il 15 e il 16 agosto. Ieri, le forze di Haftar avevano detto di aver colpito e distrutto due hangar per droni nello scalo, usato spesso dall’inviato Onu Ghassan Salamè.

L’Aeronautica militare dell’esercito nazionale libico (Lna), guidato dal generale Khalifa Haftar, aveva dichiarato di aver effettuato due attacchi aerei sabato mattina contro obiettivi a Tripoli appartenenti alle forze del governo dell’accordo nazionale (Gna), che fanno capo al premier Fayez al Sarraj. Lo aveva dichiarato ad Agenzia Nova il comandante delle forze aeree dell’Lna, Mohamed al Manfour. “Stamattina abbiamo preso di mira due campi militari delle milizie terroristiche”, aveva aggiunto, spiegando che i raid “hanno avuto successo e sono stati accurati”. “Il nostro primo obiettivo era il campo della milizia Nawasi a Tripoli, destinato all’arresto e alla tortura di membri dell’Lna”, ha detto Al Manfour. “Il secondo obiettivo era un campo di mercenari, vicino al posto di blocco di Al Hira, controllato da Osama al Juwaili, dove i mercenari venivano addestrati a partecipare alle operazioni militari contro le unità dell’Lna”, aveva concluso.

Peccato che l’Unsmil, in una nota, ha affermato: “Dopo aver visionato le strutture dell’aeroporto e tutti gli edifici adiacenti, la missione di valutazione può confermare che non sono state osservate né attrezzature né infrastrutture militari all’aeroporto di Zuara”. La missione ha quindi sottolineato che “non ci sono indicazioni su un uso militare” dello scalo, che può quindi essere definito “una struttura civile” e che ha riportato “gravi danni”.

Nel corso dell’offensiva lanciata lo scorso aprile contro Tripoli, le forze di Haftar hanno più volte colpito l’unico aeroporto funzionante di Tripoli, Mitiga. Due giorni fa, l’Unsmil ha condannato “gli attacchi in aumento contro gli aeroporti nella zona occidentale della Libia, tra cui Zuwara e Mitiga”, che “hanno messo in pericolo la vita di migliaia di viaggiatori civili, tra cui personale delle Nazioni Unite e operatori umanitari”. L’ultimo attacco a Mitiga, il 14 agosto, ha causato un morto e un ferito tra il personale dello scalo.

Cos’altro ci si deve attendere per poter ridare dignità alla politica estera dell’Italia e dell’Unione europea. Gli Stati Uniti, Formiche.net lo ha raccontato per prima, hanno insediato il nuovo ambasciatore a Tripoli e questo ha già detto di essere da parte delle Nazioni Unite. C’è da scommettere che, come al solito, dalla lontana Washington arriveranno risposte più rapide ed efficaci che dalla dirimpettaia e politicamente minuscola Italia.


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