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Cosa serve davvero all’economia circolare? Lo spiega Quagliuolo (Conai)

L’Italia dinnanzi all’economia circolare. Una sfida nella sfida in tempi di proclami per un Green New Deal. Uno dei pilastri dell’economia circolare è senza dubbio il riciclo della carta da imballaggio, le cui aziende oggi sono riunite nel sistema del consorzio Conai, che nel 2018 ha registrato un volume di immesso al consumo pari a 13,2 milioni di tonnellate. Formiche.net ha sentito il presidente del Conai, Giorgio Quagliuolo, per fare il punto della situazione.

“Direi che l’Italia oggi è parzialmente attrezzata nella grande sfida dell’economia circolare. Su certe cose siamo bravi e non abbiamo nulla da invidiare all’Europa, mi riferisco in particolare alla lotta al recupero degli imballaggi, che sono un pezzo di economia circolare e sui quali siamo molto avanti in termini di recupero e riciclo”, spiega Quagliuolo. “Il problema è che scontiamo una carenza impiantistica importante, soprattutto al Sud, dove c’è una situazione che rischia di azzoppare tutti gli sforzi fatti negli altri settori dell’economia circolare. Devo aggiungere che, come Paese, abbiamo una connotazione poco ambientalista: migliaia di camion ogni anno portano rifiuti al Nord perché al Sud mancano impianti per il trattamento. Questa è una delle questioni da risolvere con più urgenza”.

Il numero uno del Conai chiarisce un punto. “Quando dico che mancano impianti non mi riferisco solo allo smaltimento, ma a tutte le strutture che sono funzionali al ciclo integrato dei rifiuti. Manca a mio avviso anche qualche termovalorizzatore”. La via d’uscita a questa grave carenza industriale, la traccia lo stesso Quagliuolo. “Tanto per cominciare serve una legislazione più favorevole e in grado di incentivare chi decide di investire: oggi abbiamo delle norme che vengono interpretate a macchia di leopardo, sporadicamente, senza un metodo organico e una visione di lungo periodo”.

Un’ultima riflessione è per le aspettative che il mondo dell’economia circolare nutre verso il nuovo governo giallorosso. “Noi ci auguriamo un cambio di passo sul discorso degli impianti, perché ci sono problemi seri nella collocazione delle materie seconde. L’offerta di queste materie è in aumento costante, avremo sempre più materiale che verrà avviato al mercato. La domanda di questa materia è però in calo. In Cina, per esempio, è stato programmato di riciclare in casa la propria materia: questo è un problema perché comporterà un calo della domanda. Stiamo parlando di un nodo che deve essere sciolto in tempi rapidi. Servirebbero ad esempio misure immediate per la normativa End of waste (la direttiva che regola la cessazione della qualifica di rifiuto, ndr)”.

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