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Caro Conte, Italia Viva sosterrà il governo. Ma con i M5S… Parla Nobili

Renziano della prima ora, Luciano Nobili vuole rimanerlo fino all’ultima. Il deputato romano ormai ex dem ha ufficializzato l’adesione a Italia Viva, la nuova formazione, per ora solo parlamentare, lanciata da Matteo Renzi. Massima lealtà con il Pd di Nicola Zingaretti, confida a Formiche.net, ma “noi siamo altra cosa”.

Nobili, perché segue Renzi?

Per una scelta di coerenza. Le sue idee sono le mie, da quando ha lanciato la prima Leopolda. In questi anni abbiamo assistito a tante polemiche, al fuoco amico, ai sabotaggi di chi doveva sostenere le nostre battaglie. Noi con Zingaretti siamo stati una minoranza leale, abbiamo sempre detto la nostra senza giocare sporco.

Cosa vi distingue dal Pd?

Il dna del partito è radicalmente cambiato. Prima sono nati i dubbi sulle primarie. Poi è stata cancellata la coincidenza fra segretario e candidato premier. Ora tornano Bersani, D’Alema e Leu. Cioè la sinistra radicale che ha consegnato il Paese in mano ai populisti. Noi siamo altro.

Nessun dubbio di coscienza?

È una scelta dolorosa. Sono cresciuto nel Pd, lascio tanti amici e colleghi validi. Ora è il momento di costruire un’offerta politica nuova, e Renzi è la persona giusta per farlo. Ha cacciato Salvini dal Viminale e lo ha rispedito al Papeete, ha messo in sicurezza il Paese consentendo la nascita di una maggioranza inedita e di un governo che farà bene all’Italia, metterà in sesto i conti e ci toglierà dall’isolamento in Ue. Quando torneremo al voto nel 2023 i sovranisti saranno ancora lì, e il Pd non sarà sufficiente ad affrontarli.

Quindi niente sgambetti al governo? Conte sembra preoccupato…

Conte deve ricordare che il suo governo è nato grazie a Matteo Renzi. Non avremmo alcun interesse a farlo cadere, anzi aumenteremo il perimetro della maggioranza al Senato, né vogliamo trattare per le poltrone. D’ora in poi saremo le sentinelle riformiste dell’agenda di governo.

Sembra che il sito di Italia Viva fosse registrato già a inizio agosto, prima della crisi. Da quanto tempo preparavate la rottura?

Ogni giorno vengono registrate migliaia di siti. È ovvio che di queste iniziative politiche si ragiona per tempo, si costruisce prima un percorso ideale. Ma tutte le decisioni sono state assunte pubblicamente, non dietro le quinte.

Tanti renziani della prima ora hanno abbandonato il leader e sono rimasti. Delusi?

Non vogliamo polemizzare con nessuno, continueremo ad essere un gruppo di amici che come tali fa politica. Non sentirete mai parlare di discussioni o correnti interne a Italia Viva. A chi sceglie di restare facciamo solo un augurio di buona fortuna.

Accetterete i fuoriusciti di Forza Italia?

Manteniamo vivi i contatti con tutti senza chiedere nulla. Personalmente sono preoccupato dell’involuzione del centrodestra e in particolare di Forza Italia. Prima che fosse abbandonato da Salvini il centrodestra si presentava come una realtà sfaccettata, dove affiorava anche qualche sensibilità liberale e pro-industria. Oggi non ve n’è traccia, Forza Italia è completamente schiacciata sull’agenda sovranista di Salvini.

Per anni avete sostenuto il maggioritario, oggi aprite al proporzionale. Che fine ha fatto la vostra vecchia battaglia?

È ancora la nostra. Se il sì avesse vinto al referendum del 2016 oggi avremmo un sistema più chiaro. Detto questo, il governo Conte due è nato anche sul presupposto di un accordo per il ritorno alla legge proporzionale. La maggioranza del Pd ha legittimamente scelto questa strada e non intendiamo mettere i bastoni fra le ruote.

Quindi non c’entrano le proiezioni elettorali? I primi sondaggi vi danno intorno al 4-5%.

Siamo felicissimi di sentire questi numeri, perché sarà un piacere smentirli. In politica è sempre meglio essere sottovalutati. Nel 2023 avremo modo di farli ricredere.

Si avvicinano le regionali. Voi siete a favore di un patto civico con i Cinque Stelle?

È un bene che in Umbria ci sia la possibilità di convergere su un candidato con un alto profilo civico. Se vogliamo dirla tutta però questa convergenza nasce da una debolezza del Movimento Cinque Stelle, che non ha altra scelta. Noi sosterremo i candidati del centrosinistra alle regioni, e guardiamo già alla grande sfida delle comunali nel 2021.

Insomma, in Umbria alleanza di interesse con Di Maio o nuovo fronte comune?

C’è una distinzione che è doveroso fare. Per noi i Cinque Stelle sono e restano avversari con cui temporaneamente facciamo un tratto di strada insieme. Per il Pd a quanto pare sono veri e propri alleati. Ho sentito Franceschini parlare addirittura di una “casa comune”. Ecco, in una casa con i grillini noi non ci vogliamo proprio entrare.

 

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