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Investimenti, Iva e Sud. L’unica manovra secondo Fassina

Parola d’ordine, espansione, possibilmente a suon di investimenti pubblici. E pazienza se per farlo bisogna forzare il Patto di Stabilità e portare il nostro deficit vicino al 3%. Delle due l’una, o si soccombe nel nome del rigore o si sopravvive riscrivendo le regole. Quando a Stefano Fassina, deputato di Leu con un passato dem ma soprattutto ex viceministro dell’Economia ai tempi di Enrico Letta premier, gli si chiede una previsione sulla prossima manovra di bilancio (qui l’intervistaEnrico Morando), la prima colorata di giallorosso, va subito dritto al punto.

Fassina, l’Ocse ha appena tagliato ancora il nostro Pil per il 2020: +0,4%. E per quest’anno crescita zero. Esiste una manovra della salvezza?

Credo che ci siano davvero pochi dubbi su quello che occorre fare. Mi aspetto una manovra seriamente espansiva e concentrata sugli investimenti, l’unica leva in grado di rianimare la domanda interna. E naturalmente bisogna mettere al primo posto il Mezzogiorno, dove vanno veicolati gli investimenti.

Ancora una volta si parla del possibile taglio del cuneo fiscale. Un leit motive che accompagna ogni manovra a dire il vero. Sarà la volta buona?

Non credo anche perché la priorità è il blocco degli aumenti dell’Iva, che costano 23 miliardi. Mentre la seconda priorità sono gli investimenti per riattivare la domanda e l’occupazione. Credo che bisognerebbe concentrarci su queste due cose prima di tutto. Non mi pare francamente che ci sia spazio per un intervento sul cuneo fiscale, continuando una competizione al ribasso sul costo del lavoro non andiamo da nessuna parte.

L’Iva prima di tutto. Ma 23 miliardi solo per il 2020 da dove li facciamo saltare fuori?

Dobbiamo assolutamente rivedere il nostro obiettivo di deficit, ridiscuterlo con l’Europa e portarlo a ridosso del 3%. Uno spazio di manovra va preso, altrimenti le cause che hanno portato al successo delle forze nazionaliste non le affrontiamo. Vanno fatte delle forzature, a cominciare dalla legge di Bilancio, va rimesso in discussione l’obiettivo di bilancio concordato da Conte e Tria.

Che ne pensa della possibile abolizione della quota 100?

Penso che sarebbe una grande stupidaggine, davvero grande. Come noto si tratta di una misura transitoria, non credo che Conte e Gualtieri possano fare una scelta così stupida. Quello che dobbiamo fare è della buona e sana spesa pubblica per gli investimenti.

Lo scorso anno l’allora governo gialloverde aveva promesso all’Europa 18 miliardi di privatizzazioni. Non se ne vede l’ombra.

No, e meno male. Parliamo di una scelta autolesionista. Lo stesso ministro Gualtieri, persona che conosco bene, nella sua intervista a Repubblica ha spiegato molto bene che gli utili che lo Stato incassa dalla partecipate sono maggiori della quota di interessi sul debito che potremmo cancellare vendendo gli asset. E poi non dimentichiamoci dei grandi disastri del passato. Credo che semmai dovremmo porci il problema dei grandi monopoli naturali, come autostrade e aeroporti…

Stiamo parlando di Atlantia. Dei Benetton.

Esatto. Sono per una ri-nazionalizzazione della gestione dei grandi monopoli naturali e sia le autostrade, sia gli aeroporti lo sono. Quindi il pannicello caldo della revisione delle tariffe è solo una misura che può essere utile nella misura in cui poi vengono aggredite le immense rendite accumulate con la gestione di questi monopoli. Questa è la vera partita.

Nazionalizzare Alitalia a 23 anni (1996) dalla prima privatizzazione. Che ne pensa?

Credo sia giusto fare un piano industriale credibile da accompagnare con una sostanziosa partecipazione pubblica. Ma la priorità è il piano industriale.

Chiudiamo con Renzi. Ha lasciato il Pd, pazzia o colpo di genio?

Un’operazione di potere, che produrrà effetti nel palazzo ma solo lì. Perché fuori del palazzo mi sembra ci sia uno spazio molto ristretto le cui Ztl (i varchi per il traffico nelle grandi città, ndr) sono rappresentati dallo stesso Pd.

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