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Vi spiego cosa manca nel decreto clima. Parla Muroni (Leu)

“Greta è riuscita dove noi ecologisti abbiamo mancato negli ultimi anni: portare le generazioni più giovani in piazza per difendere ambiente e clima”. Ne è convinta Rossella Muroni, deputata di Leu ed ex presidente di Legambiente (il suo nome era anche circolato per il ministero dell’Ambiente) che affida a Formiche.net un’analisi sul decreto clima e sul nuovo umanesimo (in chiave Laudato sii) che occorre all’uomo.

Uno scatto culturale, prima che economico: come impostare il green new deal?

Innanzitutto presentandolo non come una contrapposizione tra parti, penso alla vecchia industria e alla nuova economia, ma invece come un patto tra categorie produttive per disegnare un piano industriale per il futuro. La battaglia climatica non è una battaglia di parte contro qualcuno, ma per il futuro: per questa ragione il green new deal va scritto tutti insieme.

Il decreto clima vi soddisfa?

Due le criticità. Nel merito, e lo dico da ecologista, lo valuto timido nei tempi e inefficace sul fronte dei rifiuti. Tant’è che c’è un articolo intero, quello forse più importante, che riguarda il fine vita dei rifiuti: un tema centrale per lo sviluppo del nostro Paese che purtroppo è assente e sul quale si insiste nel non capire che l’Ue ha già tracciato una rotta. La norma, serrata, è stata già delineata da Bruxelles, e per fortuna che siamo in Europa, dove le normative ambientali sono un punto di riferimento di qualità. Per cui sarebbe sufficiente seguire quella strada. Nella forma del decreto però mi lasciano un po’perplessa le modalità.

Si riferisce all’evento all’Onu sul clima?

Capisco la volontà di arrivare a New York con una proposta pronta, ma ricordo che il Green new deal è un elemento su cui il governo dovrebbe lanciare un confronto aperto in tutto il Paese con sindacati, cittadini e associazioni di categoria perché si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale, sociale ed economica: giusto dunque che tutti possano dire la loro. Inoltre non è chiaro come alcune di queste norme interagiscano con la legge di bilancio, quindi per un decreto del genere il primo confronto sarebbe dovuto essere con il Mise e con il Mef. Ma anche con la Pubblica Istruzione, perché uno dei passaggi strategici per l’ambiente è quello sull’innovazione tecnologica e con la Salute, perché spesso siamo tentati di approcciarci a quel tema solo in termini di medicalizzazione, mentre l’aspetto fondamentale è la prevenzione della malattia e la partita riguardante le bonifiche. Dal momento che sono profili che si incrociano, non possiamo procedere per ministeri che lavorano a canne d’organo, ma occorre uno spirito di squadra.

Nuovo umanesimo vuol dire anche nuovo approccio a ciò che circonda l’uomo, ovvero l’ambiente?

Credo di sì. La definizione più alta e completa di questo nuovo approccio, integrato e integrale, l’ha data Papa Francesco con la sua Laudato sii: un’enciclica straordinaria che riesce a parlare di grandi questioni etiche e morali, accanto all’importanza di fare la raccolta differenziata. Per cui un nuovo umanesimo tiene assieme l’equilibrio tra sviluppo e immediatezza delle risorse, l’idea che la crescita non sia infinita e che non debba necessariamente coincidere con la decrescita bensì con una maggiore giustizia sociale e più rispetto per i territori. Mi auguro non sia solo uno slogan.

Come andare oltre il gretismo di immagine per combattere l’emergenza climatica?

Greta è riuscita dove noi ecologisti abbiamo mancato negli ultimi anni: portare le generazioni più giovani in piazza per difendere ambiente e clima. Il suo ruolo l’ha svolto in modo ottimale, ma noi abbiamo bisogno, a questo punto, di una maggiore consapevolezza da parte dell’intera classe dirigente italiana e non mi riferisco solo alla politica che comunque oggi ha compiuto dei passi in avanti, anche nel lessico ecologista. Penso alla crescita culturale anche della parte industriale del paese, senza dimenticare l’informazione: ricordo che in Italia abbiamo avuto bisogno di Greta per vedere sulle prime pagine di un quotidiano nazionale come La Stampa il tema ambientale. Ai cittadini va dimostrato che il tema non è perimetrabile nell’ennesima ondata punitiva sotto forma di tasse e limitazioni, bensì nel fatto che grazie alla differenziata si innesca un meccanismo virtuoso utile a tutti.

twitter@FDepalo

 

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