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La sicurezza nazionale vale. Anche su 5G e investimenti stranieri. Parla Zennaro

È giusto “essere un’economia di mercato che incentivi gli investimenti esteri”, ma ci sono settori, “come ad esempio la difesa, e non solo”, che devono essere “attentamente monitorati e regolati”, ad esempio proseguendo “il percorso iniziato con il decreto legge dell’11 Luglio” su 5G e Golden Power e con il perimetro nazionale di sicurezza cibernetica.

A crederlo è Antonio Zennaro – deputato del Movimento Cinque Stelle e componente del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (il Copasir), l’organo di vigilanza sull’intelligence – che in una conversazione con Formiche.net identifica alcune priorità per la sicurezza del Paese tra le quali il contrasto dei cyber attacchi, “sfida del terzo millennio”, e la difesa del know-how italiano da spionaggio industriale e operazioni di tipo “predatorio” nell’acquisizione di società.

Nel primo Consiglio dei Ministri del governo Conte 2 l’esecutivo ha esercitato i poteri speciali su apparecchiature 5G dei colossi cinesi Huawei e Zte. Perché?

Presumo ci sia stata la necessità di esaminare specifici dossier legati alla scadenza del decreto legge di riforma del Golden Power, previsto per il 9 settembre. Il decreto in questione infatti non è stato convertito in legge dal Parlamento.

Come ha ricordato, il decreto legge dell’11 luglio che rafforzava tempi di notifica e istruttoria del Golden Power anche per le reti è però decaduto. E l’esercizio saltuario dei poteri speciali viene ritenuto insufficiente dagli esperti per assicurare la sicurezza delle reti, tanto più considerando che il Cvcn presso il Mise non è ancora operativo e il ddl perimetro cyber ha tempi lunghi di discussione. Che cosa bisognerebbe fare a suo avviso? Ci sarà un nuovo decreto?

Se ci sarà un nuovo decreto credo sia opportuno chiederlo direttamente al Governo. Su questi specifici temi penso che il percorso iniziato con il decreto legge dell’11 Luglio vada portato avanti, è fondamentale definire nello specifico il perimetro cyber, ma non solo, la salvaguardia dell’interesse nazionale è un tema che oramai spazia dai settori tradizionali, come difesa e sicurezza, ma può essere allargato anche ad altri ambiti come la sanità, l’agricoltura ed al settore finanziario.

L’attenzione sulla Cina a livello internazionale e italiano resta alta. È di questi giorni la notizia che la Borsa di Hong Kong ha lanciato
un’offerta per l’acquisto della City di Londra, che controlla Piazza Affari. Come valuta una possibile acquisizione di questo tipo? Crede che anche in questo caso il governo debba esercitare il Golden Power?

Sono dell’opinione che l’operazione di acquisizione della City di Londra potrebbe non andare in porto, sia per motivi politici, sia di tipo economico. E sono anche convinto che l’attenzione del Parlamento sulla questione sarà massima ed esercitata attraverso le commissioni competenti. L’eventuale applicazione dei poteri previsti dalla Golden Power, per quanto mi riguarda, vista la tipologia di operazione, è da considerarsi molto prematura.

L’Italia è a rischio dal punto di vista della sicurezza economica? È sufficientemente protetta da spionaggio industriale e acquisizioni straniere?

Sicuramente il nostro Paese si è mosso con grande determinazione a livello sia governativo sia di aziende per fronteggiare le minacce informatiche. Minacce che sono sempre più numerose e perfezionate. I cyber attacchi rappresentano la sfida del terzo millennio e a ciò si aggiunge che l’Italia è un target primario per operazioni di tipo “predatorio” nell’acquisizione di società dall’alto know-how industriale da parte di gruppi stranieri. È giusto essere un’economia di mercato che incentivi gli investimenti esteri, ma ci sono settori, come ad esempio la difesa, e non solo, che devono essere attentamente monitorati e regolati.

Uno dei nuovi fronti della sicurezza è la cyber security. L’Italia si sta muovendo nel mondo giusto per rafforzare le sue difese in questo dominio?

Assolutamente sì e nell’ultimo anno si sono mossi passi importanti, ma sicuramente c’è ancora molto da fare. Bisogna puntare sulle competenze e sugli investimenti, che in Italia sono ancora minimali, grandi investimenti per ridurre il gap tecnologico, sia sul piano economico ma anche su quello culturale. Questa sarà una delle sfide del nuovo Governo.

Lei siede nel Copasir. E nell’intelligence sono previsti cambiamenti nella governance, a cominciare dalla nomina di un nuovo vicedirettore vicario. Quali sfide attendono l’intelligence da questo punto di vista?

Le nostre agenzie di sicurezza sono per qualità del personale tra le migliori al mondo e non lo dico io, ma i massimi esperti. Mi auguro che il nuovo Governo possa promuovere delle soluzioni interne ottimali per le future nomine. Come detto precedentemente, la vera sfida sarà quella degli investimenti e delle competenze.

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