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Gli Usa hanno eliminato il capo dell’Isis al Baghdadi?

Il leader dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, potrebbe essere stato l’obiettivo di un raid avvenuto nella serata di venerdì nel nord-ovest siriano. Ne ha parlato per prima la Cnn, seguita da NewsweekFox News e via via gli altri, che citano fonti del Pentagono. Non sfugge che la spifferata su quella che sarebbe un’evoluzione clamorosa della guerra all’Isis arriva nella fase critica di un (non) ritiro dalla Siria spinto dal presidente Donald Trump, ma diretto in senso inverso dalla Difesa e da altri apparati.

Al fatto che qualcosa di concreto possa essere successo — stavolta, a differenza delle svariate volte che russi e iracheni ne hanno dichiarato l’uccisione sempre smentita — ne dà conferma lo stesso presidente, che su Twitter ha scritto che “qualcosa di molto grosso è appena successo”. Trump terra una conferenza stampa straordinaria alle 2pm ora italiana. Il blitz su Baghdadi sarebbe veramente qualcosa di enorme, un successo di Pentagono e intelligence (che farebbe grossa pubblicità elettorale a Trump per la rielezione nel 2020).

Secondo quanto noto gli elicotteri della Delta Force sarebbero arrivati nel villaggio di Barisha, in una zona della provincia di Idlib, area controllata dai ribelli ostili all’Is. Da Idlib ibaghdadisti furono scacciati dalle altre forze ribelli nel 2013 , per questo non si pensava che lo Stato islamico avesse nascosto lì il Califfo. Si credeva in effetti che il leader terrorista fosse nascosto in zona di confine tra Siria e Iraq, un territorio chiamato Corridoio dell’Eufrate. Una delle uniche fasce rimaste sotto un controllo relativo dell’Is, al termine della quale, ad al Tanf, gli Usa hanno lasciato una guarnigione di soldati attivi nella guerra al terrore.

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Prima si era parlato di un bombardamento (cinque missili in un compound), poi dell’operazione delle forze speciali. Le notizie dicono che appena accortosi del blitz, Baghdadi si sarebbe fatto esplodere, innescando il giubbotto esplosivo che portava sempre addosso. Nell’esplosione sarebbe rimasto ucciso. Possibile che la missione fosse congiunta: gli operatori servivano per verificare i risultati del raid aereo, Baghdadi era sopravvissuto ma poi a’è martirizzato. O viceversa: prima il blitz da terra, il tentativo di prenderlo vivo, lo scontro a fuoco, le forze speciali che hanno preso tutto il necessario e poi il bombardamento per radere al suolo quello che rischiava di diventare un luogo di culto per i jihadisti di tutto il mondo.

L’innesco dell’autodetonazione sarebbe un estremo e potentissimo elemento di propaganda verso i seguaci. Per l’Is infatti essere catturati è un segnale di debolezza, e difficilmente vengono diffusi gli annunci di preghiera per coloro che una volta compiuto un attacco non si lasciano andare al martirio. Il leader ha seguito la sua predicazione è lasciato un messaggio forte si suoi proseliti.

Gli esperti biometrici sono al lavoro, perché il capo dell’organizzazione che ha trasformato il terrorismo in stato è chiaramente un super ricercato. Su di lui gli Usa hanno imposto una taglia “vivo o morto” da 25 milioni di dollari, la più alta della storia.

L’eliminazione sarebbe un motivo di vanto per la coalizione internazionale a guida statunitense, che agendo su Idlib dimostrerebbe una superiorità tecnica schiacciante rispetto a tutti gli attori militari nel quadrante. La provincia è infatti il principale interesse di russi, iraniani e regime, e in parte della Turchia: ma nonostante la focalizzazione sulla zona nessuno di loro è stato in grado prima di individuare Baghdadi.

Sulla missione che ha portato all’eliminazione di Baghdadi (che s’è automartirizzato). il Pentagono fa sapere che la Turchia non ha avuto nessun ruolo. È un dettaglio di valore, ha peso e significato politico. Il Califfo era in un’area in cui i turchi hanno buonissimi contatti. A maggior ragione se si considera la precisazione successiva: i curdi hanno fornito supporto di intelligence. Aspetto che riguarda la crisi che si è innescata tra Ankara e i curdi siriani due settimane fa.

Secondo Reuters, è stato scovato dall’intelligence Usa perché stava muovendosi per spostare i suoi famigliari verso il confine turco; probabilmente in previsione dell’offensiva lealista su Idlib (che sembra ormai prossima). NBC News scrive che negli ultimi giorni gli Stati Uniti hanno ricevuto “informazioni fruibili” dalle proprie fonti (a terra?).

Il 16 settembre i canali media dello Stato islamico hanno diffuso un audio in cui il Califfo cercava di rassicurare i suoi proseliti, e incitarli a continuare il loro jihad. Baghdadi è l’elemento magnetizzatore e catalizzatore di centinaia di attacco terroristici in giro per il mondo.

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