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Caso Barr in Copasir. Delega sugli 007? La terrà Conte. Parola di Dieni (M5S)

Il doppio incontro a Roma del ministro della Giustizia americano William Barr con i vertici dell’intelligence italiana è pronto ad approdare al Copasir, il comitato parlamentare di vigilanza sui servizi segreti che mercoledì eleggerà il suo nuovo presidente dopo la nomina di Lorenzo Guerini a titolare del dicastero della Difesa, tornando così pienamente operativo.
Dopodiché il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha dato agli 007 il via libera a tenere le riunioni, sarà convocato dall’organismo per una audizione che mirerà a fare chiarezza su alcuni aspetti ancora poco chiari della vicenda.

LE (POSSIBILI) DOMANDE DEL COPASIR

Ad esempio: l’Italia ha avuto un ruolo nel Russiagate americano? E se sì, quale? Che cosa si sono detti i vertici della nostra intelligence (ammesso che delle faccende tra Russia e Usa in questione abbiano una conoscenza diretta) e i rappresentanti dell’amministrazione americana giunti nella Capitale? E quale è stato il grado di coinvolgimento del versante politico della Penisola, a cominciare proprio dall’inquilino di Palazzo Chigi, che ha conservato finora la delega ai servizi segreti?

L’AFFONDO DI RENZI

In attesa di questo passaggio parlamentare, è quest’ultimo punto che nel frattempo sta facendo discutere osservatori e mondo politico. Più volte, nelle ultime ore, Matteo Renzi ora leader di Italia Viva ha chiesto a Conte di “porre fine all’anomalia che vede da anni i Servizi dipendere solo dal premier”. Serve, aggiunge, “la nomina di una autorità delegata” per la sicurezza della Repubblica.

CHE COS’È E COSA FA

L’Autorità delegata è un organo di direzione politica e di indirizzo della Presidenza del Consiglio dei ministri, nell’ambito delle strutture d’intelligence italiane. Nata con la riforma dei servizi segreti dei 2007 e prevede che sia il presidente del Consiglio dei ministri a indicarla. In pratica, il premier può delegare alcune sue prerogative a un ministro senza portafoglio o a un sottosegretario di Stato alla Presidenza, il quale assume la denominazione di Autorità delegata. Prima del 2007 il sistema italiano dell’Intelligence era affidato a due ministeri, Difesa e Interno, che operavano rispettivamente con il Sismi e il Sisde. Con la riforma i servizi di Intelligence devono sottostare a un’unica autorità, con un coordinamento che dipende dal Dis (istituito anch’esso nel 2007), che è l’interfaccia del premier o dell’Autorità delegata e coordina tutte le attività di Intelligence e quindi l’Aise e l’Aisi.
La prima Autorità delegata è stata affidata a Gianni Letta dal 2008 al 2011. Poi è stata la volta di Gianni De Gennaro (2012 – aprile 2013) e poi Marco Minniti (da maggio 2013 al dicembre 2016, per due mandati. Da quando a dicembre del 2016 c’è stato il passaggio di Governo Renzi-Gentiloni e Minniti è andato al Viminale come ministro dell’Interno l’Autorità non è stata più nominata (non c’è l’obbligo di farlo) e la delega è rimasta al presidente del Consiglio. Ed è ciò a cui fa riferimento Renzi.

LE DICHIARAZIONI DI DIENI (M5S)

Improbabile, tuttavia, si ritiene in casa 5S, che chi siede oggi a Palazzo Chigi rinunci alla delega. “Non credo”, dice a Formiche.net la pentastallata Federica Dieni, segretario del Copasir, “che il presidente Conte delegherà ad altra autorità”. Sull’audizione del premier, la deputata è convinta che egli “chiarirà” quanto accaduto, “visto che non intende sottrarsi ai dovuti approfondimenti”. Quanto a ulteriori dettagli, Dieni ritiene di non dover commentare “senza avere il quadro chiaro”, riservandosi di fare le sue valutazioni “in sede di comitato”, la sede più idonea, dove, sottolinea, “verranno ascoltati anche i vertici dei servizi”. Poi una stoccata a Matteo Salvini, che nei giorni scorsi ha accusato Conte “di usare i servizi segreti come una sua dependance”, e che rivendica per la Lega, principale partito di opposizione, la presidenza del Copasir. “Salvini”, rimarca Dieni, “fino a poco fa era al governo e si è sottratto al chiarimento nelle aule parlamentari; considerando l’affaire Savoini non sarebbe opportuno che la presidenza del comitato andasse alla Lega. Occorre fare chiarezza sino in fondo su ciò che è accaduto e per questo serve una presidenza terza. Salvini avrebbe dovuto già essere ascoltato su quello come vice ministro”.


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