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Perché il centrodestra unito non teme avversari. La versione di Ippolito

Sabato prossimo a Roma vi sarà la grande manifestazione organizzata da tempo da Matteo Salvini e dalla Lega. Si ricorderà che proprio in concomitanza con la protesta di Fratelli d’Italia davanti a Montecitorio, in occasione della fiducia al governo, Salvini, aderendovi, chiamò in raccolta i suoi a San Giovanni il 19 ottobre.

Eccoci ormai giunti a destinazione. La peculiarità della situazione politica italiana si manifesterà, per così dire, in modo solenne proprio in questa importante occasione. Si tratta, in effetti, di un’anomalia, perché l’attuale esecutivo è in carica con tutte le credenziali parlamentari e costituzionali avendo la piccola peculiarità, però, di possedere il più basso tasso di consenso che si ricordi nel Paese.

Non è il caso di evocare ancora una volta in questo caso antiche storie già narrate ovunque. Quello che appare come certezza è la forza e l’importanza politica che questo evento assumerà, anche in vista delle prossime regionali. Ad aggiungere valore politico all’appuntamento è stata la notizia, giunta ufficialmente solo ieri, di un’adesione di Silvio Berlusconi e di Forza Italia, i quali vanno così ad aggiungersi ai due alleati.

La prima nota da fare a titolo di commento è che saremo davanti alla nuova ufficiale presentazione unitaria del centrodestra, una coalizione che non si univa in modo così compatto a livello nazionale dalla campagna elettorale dello scorso anno. Comincia così ad emergere la positività della crisi di governo aperta da Salvini l’agosto scorso: se, infatti, il risultato finale sarà il consolidamento del centrodestra, allora è chiaro che “Parigi è valsa una messa”.

D’altronde i temi condivisi sono molti. Dall’opposizione assoluta al Conte Bis, dalla frontale contrapposizione alle ricette “tassa e spendi”, da Berlusconi ribattezzate “tassa e arresti”, passando per le ricette assolutamente restaurative sulla politica dell’immigrazione, passate da “porti chiusi” a “porti aperti”, per finire alla politica estera che ci vede ormai essere una nazione totalmente sottomessa alle direttive dell’Unione.

Il futuro dell’Italia passerà certamente dalla riuscita di questa alleanza tra moderati e sovranisti, all’insegna di una proposta alternativa netta ai progetti delle quattro Sinistre.

Oltre alla razionalizzazione del quadro politico, che vede finalmente tutti i progressisti uniti, compreso il Movimento 5 Stelle, raccolti in un unico spazio di maggioranza, per l’Italia, per i cittadini italiani, ha molto valore vedere rappresentate in un coro sinfonico le istanze unitarie di un elettorato nazionale che spera in un futuro diverso rispetto al disegno di potere di Renzi, Zingaretti e Di Maio.

Accettare per Berlusconi una guida di coalizione come quella di Salvini non è stato semplice e non sarà facile. Tuttavia, non solo dal punto di vista elettorale, ma anche dal lato della cultura politica, vi è una continuità e un’osmosi che sarebbe veramente assurdo buttare via. D’altronde, chiunque è di centrodestra non può non amare le differenze, e non ha difficoltà a pensare che le istanze liberali, quelle nazionali e quelle locali costituiscano un unicum a cui è importante dare un programma concreto e solidale.

Dopo l’impossibile governo gialloverde, e dopo l’inaccettabile connubio giallorosso, è un bene che vi sia finalmente la proposta nazionale verdeblu, che raccolga conservatori, nazionalisti e liberali in un grande cartello.

Conti alla mano, se questa coalizione crescerà, il problema non sarà vincere le elezioni ma fare in modo che le elezioni arrivino. Ad aiutare l’impresa potrebbero essere proprio le Regionali non soltanto umbre ma emiliane, dove il centrodestra già è una realtà e potrebbe fare il colpaccio. In caso di forte sconfitta del fronte della Sinistra, difficilmente il governo in carica potrebbe resistere. E allora il centrodestra non avrebbe difficili avversari.

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