Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Ecco i dazi Usa che colpiranno l’Europa, tra aviazione e fantapolitica

Gli Stati Uniti potranno imporre dazi sui beni provenienti dall’Unione europea per un valore fino a 7,5 miliardi di dollari, pari a circa 6,8 miliardi di euro. Come anticipato da Formiche.net già due settimane fa, dopo quindici anni di battaglie legali e nonostante i due giorni di ritardo, la World trade organization (Wto) si è pronunciata a favore della compensazione per gli aiuti di Stato concessi a Airbus, ora ritenuti ufficialmente illegali. La buona notizia è che 7,5 miliardi sono sì la sanzione massima nella storia del Wto, ma molto meno dei 25 miliardi che gli Stati Uniti avevano chiesto. L’altra potenziale buona notizia è che tra alcuni mesi, il loro impatto potrà essere ridotto dalla sentenza nell’analogo caso che vede l’Europa contrapposta agli Usa per gli aiuti di Stato concessi al colosso americano Boeing.

LE PREOCCUPAZIONI EUROPEE

Nell’immediato, tuttavia, la discrezionalità degli Stati Uniti nel distribuire questa enorme penalità preoccupa giustamente gli operatori economici europei. Benché la lista delle categorie di prodotti da colpire sia nota da molti mesi, è probabile che gli Usa preferiscano concentrarsi su un numero inferiore di prodotti per far avvertire maggiormente il peso della “punizione”. Una distribuzione uguale fra tutti i prodotti di tutti i Paesi, infatti, si tradurrebbe in dazi molto modesti e probabilmente facili da metabolizzare.

UNA CORSA CONTRO IL TEMPO

Gli scenari che si aprono sono ora quindi molto delicati, poiché, come abbiamo visto a Roma durante la visita del segretario di Stato Mike Pompeo, ciascun Paese europeo correrà a far valere le proprie buone ragioni per minimizzare l’impatto dei dazi. Di fatto, si attiverà un circuito bilaterale, più o meno ufficioso, che minerà la rappresentatività dell’Unione europea nei confronti degli Stati Uniti. Di contro, questi ultimi cercheranno di utilizzare l’arma commerciale per ottenere concessioni di tipo politico, un gioco pericoloso e potenzialmente doloroso per i Paesi europei, anche se forse di breve durata, visto che la sentenza corrispondente contro gli Usa dovrebbe arrivare entro sei mesi. Il gioco politico ed economico che si apre è una corsa contro il tempo volta ad attenuare e attutire gli effetti del pronunciamento del Wto, anche attraverso il negoziato, nella speranza che l’attesa vittoria nell’altro caso fornisca un’arma collettiva per controbilanciare i dazi e ridurli a livelli molto più sopportabili.

SCENARI POSSIBILI

Se giocata bene, la partita potrebbe portare a un danno limitato. D’altra parte, se giocata male, potrebbe danneggiare sia rapporti all’interno dell’Unione europea – con i Paesi che si rincorrono nella ricerca di contropartite politiche da dare a Washington – sia nei rapporti complessivi tra Ue ed Usa, già particolarmente tesi da quando si è insediato il presidente Donald Trump. Alcuni di questi scenari rasentano la fantapolitica: aiutare Trump nella demonizzazione del Russiagate, fornendogli dati sul presunto versante italiano attestato intorno alla figura di Joseph Mifsud e alla Link Campus, quante tonnellate di Parmigiano o quanti ettolitri di olio d’oliva vale? È bene ricordare che sul lato commerciale l’Unione europea parla con una voce sola, quella dei commissari, ma che i rapporti politici dei singoli Paesi restano ancora sostanzialmente bilaterali.

IL COMMENTO DI BOEING

Qualche ora dopo la decisione, Boeing ha diffuso un commento ufficiale nel quale la soddisfazione per la vittoria nella lunghissima vertenza si unisce alla preoccupazione per le conseguenze su compagnie e Paesi che sono anche propri clienti. L’Europa, scrive il gruppo staunitense, “si trova oggi ad affrontare i dazi perché Airbus ha rifiutato per anni di ottemperare alle direttive del Wto. Sfortunatamente, questa non ottemperanza di Airbus avrà un impatto negativo su Stati membri europei, su industrie e su aziende che non hanno alcun tipo di relazione con le azioni di Airbus, così come sulle compagnie aeree clienti di Airbus”. La società lancia però un ramoscello d’ulivo, sostenendo che “Ad oggi Airbus potrebbe ancora evitare completamente questi dazi se ottemperasse pienamente ai suoi obblighi. Speriamo che alla fine lo faccia davvero”.

×

Iscriviti alla newsletter