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Il gas nel Mediterrano e l’allarme sulle mire della Turchia (anche dall’Italia)

Anche Roma in ansia per la nuova provocazione turca a Cipro, con l’invio della nave Yavuz all’interno del blocco sette della Zona economica esclusiva. Gli interessi dei player internazionali già coinvolti, come Total, Eni e ExxonMobile confliggono con l’azione di Ankara, definita illegale anche da Bruxelles. E nel Mediterraneo orientale torna altissima la tensione, tra droni, sottomarini e fregate.

QUI ANKARA

Con un tweet il capo della divisione del Mediterraneo orientale del ministero degli Esteri turco, Çağatay Erciyes, ha annunciato un nuovo ciclo di perforazioni, a cominciare dal 7 ottobre. Tra le altre cose, il diplomatico turco sostiene che “il sito di perforazione si trova all’interno della piattaforma continentale turca come registrato dalle Nazioni Unite e il governo turco ha concesso in licenza alla State Petroleum Company con pubblicazione ufficiale nel 2012”.

Ma ecco che nonostante gli avvertimenti di Atene e Nicosia, il Ministero della Difesa turco ha pubblicato foto che mostrano fregate, sottomarini, droni e aerei che accompagnano le piattaforme di perforazione di Fatih e Yavuz. La posizione del Ministero della Difesa turco è perentoria: “La nostra fregata Oruc Reis e Gaziantep, i nostri sottomarini, i nostri siluri, le nostre corvette, i nostri velivoli senza pilota, e il nostro velivolo di pattugliamento della nostra Marina turca si trovano nel Mediterraneo orientale “.

QUI ROMA

La Farnesina ha chiesto ufficialmente il rispetto dei diritti sovrani di Cipro e di astenersi da azioni illegali nell’area. “A luglio – si legge in una nota -, il Consiglio Affari esteri dell’Unione europea ha deciso misure politiche per rispondere alle iniziative turche nel Mediterraneo orientale, in piena solidarietà con Cipro. Ha anche deciso di continuare a monitorare la questione. Con i nostri partner, abbiamo scelto un approccio fermo ma graduale e reversibile per creare le condizioni per una riduzione della tensione nel Mediterraneo orientale. Ci auguriamo sinceramente che questo risultato sia ancora possibile e auspichiamo che la Turchia voglia tornare al più presto a un atteggiamento più costruttivo”.

QUI NICOSIA

Le nove perforazioni al momento in piedi sono il frutto di accordi già siglati da Cipro stato membro dell’Ue con le aziende in questione, all’interno di una cornice legata al diritto internazionale, mentre le azioni turche muovono dalla contestazione di leggi e trattati, come quello di Losanna del 1923 tra la Turchia e le Potenze dell’Intesa che definì i confini tra Grecia, Bulgaria e Turchia. I nuovi contratti sono stati siglati a Nicosia dal ministro dell’energia Lakkotrypis con rappresentanti dei players in questione alla presenza del Ministro delle finanze, Harry Georgiades, e degli ambasciatori di Francia e Italia a Cipro.

Nello specifico si tratta di un contratto per lil blocco 7 della Zee di Cipro, con il consorzio Total (gestore, 50%) ed Eni (50%); uno per i blocchi 2, 3 e 9 della Zee di Cipro, con Eni, Total e Kogas Cyprus Limited. Alla luce dei nuovi contratti, Eni è player maggioritario con il 60%.

QUI BRUXELLES

Di sfida turca all’agenda dell’Ue hanno parlato al telefono l’alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri Federica Mogherini e il ministro degli esteri cipriota Nikos Christodoulides con la possibilità di adottare misure mirate. La Mogherini ha deciso di iscrivere la questione all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Affari esteri del 14 ottobre a Lussemburgo. Nella loro discussione si sono rammaricati delle ulteriori attività di perforazione della Turchia a 45 miglia nautiche a sud della costa cipriota: “Le azioni turche arrivano in un momento in cui sono in corso sforzi per riprendere i colloqui a Cipro sotto gli auspici del segretario generale delle Nazioni Unite”. Ma appare di tutta evidenza come la tensione in queste ore sia altissima in quel fazzoletto di Mediterraneo, dove la strategia di Erdogan si poggia su azioni legate alla disarticolazione ed alla rottura di equilibri e procedure.

SCENARI

Il governo turco, ed è questa la maggiore anomalia, presenta le azioni a Cipro come legali e legittime, sostenendo che la Yavuz avrebbe effettuato trivellazioni esplorative sulla sua piattaforma continentale, che si trovava comunque a circa 200 km dalle sue coste ma a soli 50 km da Cipro. Lo dimostrano le parole del ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu secondo cui “per noi è una questione di sovranità nazionale”. Inoltre le violazioni della Zee cipriota sono anche accompagnate da una serie di azioni militari dal forte impatto mediatico, come quelle dello scorso giovedì, quando Fatih Donmez, ministro dell’energia, ha pubblicato le foto dello spiegamento di forze navali che hanno strutturato una sorta di perimetro a difesa della Yavuz. La tensione resta altissima.

twitter@FDepalo

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