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Libia, fra petrolio e crisi umanitaria. Italia in campo

Ieri, l’ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Buccino, ha incontrato il ministro degli Esteri del Governo di accordo nazionale libico (Gna), Mohamed Siyala, e dal vertice tra le due feluche il punto essenziale uscito al pubblico è la riaffermazione del ruolo esclusivo della National Oil Corporation (Noc, la compagnia petrolifera libica) da parte dell’Italia.

Proteggere la Noc è un interesse prioritario per Roma, perché è con la società statale guidata da Mustafa Sanalla che l’Eni ha stretto diverse cooperazioni sul territorio libico, e in più perché la stabilità nel controllo dei giacimenti da parte della Noc è un fattore centrale per l’integrità territoriale libica.

Da Est, infatti, il governo che fa da copertura politica alle ambizioni egemoniche del signore della guerra della Cirenaica, Khalifa Haftar (da aprile impegnato in un’offensiva finora infruttuosa per conquistare Tripoli), ha anche recentemente tentato di sdoppiare l’export petrolifero attraverso la trasformazione della controllata a Brega in una società parallela.

Se si dovesse realizzare la possibilità di vendita indipendente dalla Libia orientale, e dunque il controllo delle risorse dalla Cirenaica, le volontà di chi vuole una frammentazione del Paese sarebbero più concrete, basate sulla tenuta economica garantita dagli output petroliferi.

Già il meccanismo diplomatico 3+3, a cui si era aggiunta la Turchia (attore in campo sul lato tripolino delle divisioni libiche), a fine settembre aveva preso una posizione netta sul tema, intimando al governo della Cirenaica – che non gode di nessuna legittimazione e riconoscimento internazionale – di non interferire nelle politiche aziendali della Noc e sulla distribuzione delle risorse in Libia.

L’ambasciata d’Italia a Tripoli ha dichiarato ieri che Buccino e Siyala hanno discusso di “sviluppi della sicurezza, preparazione del processo di Berlino, rispetto del ruolo esclusivo della Noc di Tripoli sul petrolio e derivati”, oltre ad aver approfondito gli aspetti della cooperazione bilaterale tra Italia e Libia.

Una delegazione della Noc guidata dal chairman Sanalla era in questi giorni a Londra per partecipare a una riunione internazionale sul petrolio durante la quale ha tenuto diversi incontri con varie società del settore. La società, in tutti questi anni di instabilità e spaccature, è riuscita sempre a mantenere una posizione terza – seppure sostanzialmente allineata ai precetti dell’Onu –  in grado di mandare avanti il business e non esacerbare le spaccature.

L’ambasciatore Buccino ha incontrato anche il vicepremier libico, Ahmed Maiteeg, e il ministro dell’Interno, Fathi Bashaga, due leader del Gna e politici prominenti di Misurata – la città-Stato che difende militarmente e politicamente il governo onusiano di Tripoli. Tema con entrambi la lotta alla corruzione, aspetti relativi alla sicurezza (che è tornata cruciale dato che l’offensiva di Haftar ha aumentato la caoticizzazione nel Paese, aprendo spazi per il proliferare dello Stato islamico), il Fezzan, e il miglioramento delle condizioni umanitarie nei centri per i migranti.

Domenica il capo della diplomazia italiana in Libia ha incontrato anche il coordinatore umanitario della Missione delle Nazioni Unite in Libia, Yusuf El Hillo, per discutere del coordinamento di un incontro umanitario sulla Libia previsto a Roma nei prossimi giorni. L’evento è stato organizzato congiuntamente dal ministero degli Affari esteri italiano e dall’Unione Europea in collaborazione con le Nazioni Unite, al fine di trovare una soluzione alla crisi umanitaria in Libia.

(Foto: Twitter, @Italy_in_Libya)

 

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