ItaliaViva sarà leale e fedele ai paletti della maggioranza, ma si augura che anche gli altri facciano lo stesso. Lo dice a Formiche.net il deputato Luciano Nobili a pochi giorni dalla Leopolda, che tratteggia quale sarà la vocazione della nuova formazione renziana: non solo progetti e proposte per il futuro, ma anche una spinta per riprendersi il Campidoglio nel 2021.
Il taglio dei parlamentari è una misura utile o di piazza?
È una misura assolutamente di bandiera, perché produrrà un risparmio ridicolo per le casse dello Stato. Contemporaneamente non risolve nessuno dei problemi annosi della nostra macchina istituzionale che noi avevamo provato ad affrontare con il referendum poi bocciato nel 2016. Il nodo non è ridurre il numero dei parlamentari con una misura demagogica, ma incidere sulla democrazia superando il bicameralismo perfetto e abolendo il Senato.
Cosa cambierà allora in concreto?
Renderà meno democratico il sistema, perché avremo molti correttivi da introdurre per evitare che singoli territori, anche ampi, non abbiano rappresentanza con anche una legge proporzionale che non è uno scenario a noi consono. Sostanzialmente il taglio è un’operazione inutile e dannosa sotto alcuni aspetti.
Perché l’avete votata?
Perché, a differenza di ciò che si racconta, siamo leali con questo governo che Matteo Renzi ha voluto far nascere e che è stato rafforzato da ItaliaViva, che lo incalzerà a fare bene con proposte di merito.
Le nuove camere ristrette dal taglio dei parlamentari quanto incideranno nei futuri equilibri della maggioranza?
Il governo è nato attorno ad alcuni paletti, come la riduzione dei parlamentari che noi rispettiamo. Ci auguriamo che, anche dopo le parole di alcuni esponenti della maggioranza, vengano rispettati anche i paletti che stanno a cuore a noi, come la riduzione delle tasse per famiglie e imprese.
ItaliaViva toglie o aggiunge al centrosinistra, come si è chiesto ieri da queste colonne Piero Fassino?
Non commento le sue parole perché è un amico che stimo, anche perché le sue profezie in passato, come quelle sul M5S, non hanno portato particolarmente bene. IV è un alleato del Pd, un membro convinto e fondamentale della maggioranza di governo e a questo ci atterremo. Siamo leali, ma certo non terremo la bocca chiusa, indicando priorità e ricette come il family act. Altri si dedicano a polemizzare.
Il Pd con la virata a sinistra zingarettiana crede abbia mollato la dottrina cattolica e popolare?
Il Pd sta vivendo una profonda involuzione, su ruolo e visione: lo dico con rispetto e affetto, perché si tratta della mia famiglia politica. Quando si cancellano le primarie o si supera la coincidenza tra segretario e candidato premier si perde anche la vocazione maggioritaria e si mina il Dna del partito. Ciò comporta il rientro della sinistra di Leu ma anche l’allontanamento delle priorità reali del Paese. Lo dimostrano le scelte di affidare le politiche sul lavoro a chi ha contrastato il nostro job’s act. Un elenco di sintomi infinito che racconta la torsione verso un partito del Novecento più simile al glorioso Pds. Aggiungo che l’unità dei cattolici in politica non c’è più da tempo.
Il 12 ottobre c’è la presentazione romana di IV: che significa per l’area larga l’avvicinamento anche di una figura come Renata Polverini?
Preciso che non c’è nessun ingresso di Polverini in IV. Ha espresso delle valutazioni, anche condivisibili, rispetto alle scelte del Governo. Non fa parte di IV. Il lancio romano segue quello di Milano e Genova ma precede quello più importante che si terrà alla Leopolda il 18, 19 e 20 ottobre. Avrà una carica di entusiasmo per tutti.
Che ruolo però avrà IV a Roma, visto l’avvicinarsi del rinnovo del Campidoglio nel 2021?
La Capitale è uno dei terreni più importanti del futuro e lì c’è il tratto somatico che ci distanzia dal Pd: sono stato uno di quelli che ha fatto marcia indietro avallando il governo Conte, Pd-M5s, per fermare il delirio di Salvini. Ma al contempo non ho cambiato di una virgola il mio giudizio sui grillini e sull’operato della sindaca Raggi, che ha dimostrato incapacità e pericolosità. Roma è guidata da un’amministrazione che certamente ha ereditato problemi annosi ma li ha portati al definitivo collasso. La Raggi in pratica ha raccontato ai romani una bugia al giorno, ma c’è n’è una più grossa.
Ovvero?
L’ultima bugia è quella sull’emergenza rifiuti ma la più grande bugia, al netto di una incapacità da record, è l’aver raccontato ai romani che bisognava rinunciare alle ambizioni (di sviluppo, di competizione internazionale, di attrazione di investimenti, di infrastrutture, di grandi eventi) perché senza le grandi ambizioni non puoi risolvere i tuoi pronblemi. Per questo la nostra priorità è mandarla a casa il prima possibile.
Urbano Cairo giorni fa ha lanciato dal Foglio il suo manifesto politico. Vi ha letto affinità rispetto alle sensibilità politiche di IV?
Vi aggiungerei le parole del presidente di Assolombarda: per dire che c’è fermento tra gli industriali italiani che chiedono ricette che non siano di propaganda ma davvero risolutive per l’interesse del paese. E IV se ne sta già facendo carico.
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