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Un mattone chiamato burocrazia. L’appello dei costruttori a Conte

I costruttori chiamano e il governo risponde, se non altro per la presenza in massa, e ai massimi livelli, da parte dell’esecutivo che si è registrata oggi nel corso dell’assemblea annuale dell’Ance. Al Palazzo dei Congressi dell’Eur, a Roma, si sono presentati il premier Giuseppe Conte – che con il suo intervento ha chiuso la mattinata di lavori – e i ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dello Sviluppo economico Paola De Micheli e Stefano Patuanelli, oltre, tra gli altri, ai sottosegretari Salvatore Margiotta e Roberto Morassut. Un segnale di attenzione che dimostra quanto sia importante il settore edile per il tessuto produttivo del Paese. Anche se – come ha sottolineato più volte il presidente dell’associazione, Gabriele Buia, nel corso della sua relazione iniziale – la crisi, iniziata ormai più di dieci anni fa, non può certo essere considerata alle spalle. Almeno per il mondo delle costruzioni, che anzi continua a soffrire e neppure poco.

L’IMPEGNO DI CONTE

Una condizione che il governo si appresta ad affrontare innanzitutto attraverso la convocazione di “un tavolo di lavoro straordinario sulla crisi dei settori edili”. È questo l’impegno, forse più importante, che il presidente del Consiglio si è assunto durante il suo intervento di fronte ai costruttori, così come era stato sollecitato a fare poco prima da Buia. Un lavoro – ha sottolineato ancora Conte – nel quale il governo e l’Ance dovranno essere “compagni di viaggio”: “Dobbiamo collaborare per capire come risolvere i problemi”. Il premier ha poi puntato il dito contro due dei problemi più avvertiti dalla categoria – il ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione (“non è giusto che vi possiate trovare in difficoltà perché non riuscite a recuperare i crediti dallo Stato”) e le lentezze della nostra macchina amministrativa (“sburocratizzare sarà la stella polare del governo”) e rivendicato alcune delle scelte effettuate con la manovra. “La cedolare secca sugli affitti resta al 10%”, ha ribadito con forza Conte. Che poi ha aggiunto: “A differenza di quanto affermato dai giornali, non ci sarà alcun aumento delle imposte ipotecarie e catastali sui trasferimenti immobiliari soggetti all’imposta di registro sull’acquisto della prima casa”.

L’ALLARME DI BUIA

Parole, quelle del premier, che hanno cercato di dare una risposta all’allarme lanciato da Buia dal palco. Il presidente di Ance ha elencato le opere ancora bloccate (“sono 749 per un valore complessivo di 62 miliardi di euro”) e indicato le priorità del comparto per voltare definitivamente pagina. Compresa la riforma, l’ennesima, della disciplina degli appalti pubblici in Italia: “Dopo le correzioni introdotte con lo Sblocca cantieri è indispensabile approvare quanto prima un regolamento attuativo chiaro, altrimenti si rischia il caos. Il codice, già sanzionato più volte dall’Unione europea, va rivisto e semplificato”.

E poi la burocrazia, autentica spada di Damocle sulla testa degli imprenditori, di quelli edili in particolare: “Ogni anno le aziende sopportano un costo di oltre 57 miliardi – oltre punti di prodotto interno lordo – solo per la gestione dei rapporti con la pubblica amministrazione”. Per finire, ma l’elenco di Buia è stato lungo e dettagliato, con i fondi europei, fondamentali pure per ridurre la distanza tra Nord e Sud del Paese: “Siamo penultimi nel Vecchio continente con 39 miliardi inutilizzati, questa volta rischiamo che l’Europa se li riprenda. Dobbiamo avviare un piano di sviluppo infrastrutturale adeguato alle esigenze economiche e sociale del territorio”. Anche perché – ha avvertito ancora Buia – “l’Alta velocità deve arrivare fino a Reggio Calabria”.

LE PROPOSTE DI DE MICHELI E PATUANELLI

Punto di vista condiviso dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti De Micheli che di fronte ai costruttori ha ribadito la sua volontà di concentrarsi sulla rigenerazione urbana e sul tema casa. Due aspetti fondamentali pure per le imprese di costruzioni che da questo impegno del governo potrebbero trarre un importante occasione di lavoro. “Le infrastrutture sono prioritarie per far ripartire la crescita, ma sono anche lo strumento principale di cui disponiamo per combattere le disuguaglianze”, ha chiosato De Micheli. Che nel suo intervento dal palco era stata preceduta dal ministro dello Sviluppo economico Patuanelli, che nel settore ha a lungo lavorato come progettista prima di intraprendere la carriera politica. “Mi manca l’odore della malta la mattina quando mi sveglio”, ha affermato nel tentativo di entrare in sintonia con la platea. Alla quale ha promesso di spendersi in prima persona per la creazione di una Banca pubblica degli investimenti “che possa supportare anche questo settore”. Patuanelli ha però poi rivendicato, come del resto ha fatto pure Conte, l’impegno di questo e del precedente governo sul cosiddetto Progetto Italia – l’operazione di consolidamento del settore delle costruzioni in Italia promossa da Salini Impregilo con il supporto di Cassa Depositi e Prestiti – invece fortemente criticato da Ance. “Dobbiamo occuparci anche delle grandi imprese private in difficoltà. Ma non ci vogliamo limitare a queste realtà, stiamo lavorando pure  per sostenere i piccoli”.

LA RISPOSTA DEL PARLAMENTO

All’assemblea di Ance, come del resto accade ogni anno, hanno partecipato anche numerosi parlamentari di maggioranza e di opposizione tra cui, ad esempio, gli ex ministri Maria Elena Boschi e Maurizio Gasparri. A margine dell’iniziativa, Formiche.net ha chiesto un commento a Luciano Nobili di Italia Viva e Alessandro Cattaneo di Forza Italia. “L’edilizia è un settore che negli scorsi mesi ha ricevuto troppe promesse poi non mantenute”, ha commentato a questo proposito il deputato del partito fondato da Matteo Renzi. Che poi ha osservato ancora: “Questo governo, con più serietà del precedente, cercherà di dare una mano per la ripresa di un comparto che è cruciale per la ripresa economica del Paese”. “La priorità è snellire la burocrazia per rendere più rapida la realizzazione delle opere edili e delle infrastrutture”, ha concluso Nobili. Alle cui parole hanno fatto seguito quelle di Cattaneo: “In Italia le risorse riescono a trasformarsi in cantieri solo in minima parte e questo non è più accettabile. Ho fatto il sindaco e non posso che sottoscrivere le dichiarazioni di Buia: il passaggio che più mi ha convinto del suo discorso è quando ha affermato che le imprese di costruzioni vogliono lavorare con gli ingegneri e non con gli avvocati. È la sacrosanta verità. Dobbiamo svegliarci e intervenire, altrimenti il nostro Paese resterà fermo al palo”.

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