Annalisa Chirico
Annalisa Chirico
Pietrangelo Buttafuoco e Annalisa Chirico
Pietrangelo Buttafuoco e Annalisa Chirico
Paolo Guzzanti e Antonio Gnoli
Carlo Verdelli e Eugenio Scalfari
Carlo Verdelli e Eugenio Scalfari
Carlo Verdelli e Eugenio Scalfari
Carlo Verdelli e Eugenio Scalfari
Carlo Verdelli
Michele Ainis e Carlo Verdelli
Carlo Verdelli
Angelo Guglielmi
Eugenio Scalfari
Eugenio Scalfari
Eugenio Scalfari
Eugenio Scalfari
Eugenio Scalfari
Eugenio Scalfari
Eugenio Scalfari e la moglie Serena Rossetti
Eugenio Scalfari e la moglie Serena Rossetti
Eugenio Scalfari e Paolo Mieli
Eugenio Scalfari e Paolo Mieli
Eugenio Scalfari e Valerio Berruti
Eugenio Scalfari
Francesco Merlo e Antonio Gnoli
Francesco Merlo, Eugenio Scalfari e Antonio Gnoli
Francesco Merlo, Eugenio Scalfari e Antonio Gnoli
Francesco Merlo, Eugenio Scalfari e Antonio Gnoli
Jas Gawronski
Antonio Gnoli
Paolo Guzzanti
Pietrangelo Buttafuoco, Antonello Caporale, Antonio Gnoli
Paola Severini Melograni
Luca Telese
Eugenio Scalfari e Ludina Barzini
Eugenio Scalfari e Ludina Barzini
Eugenio Scalfari e Ludina Barzini
Pietrangelo Buttafuoco, Francesco Merlo, Ludina Barzini
Paolo Mieli, Antonello Caporale, Pietrangelo Buttafuoco
Paolo Guzzanti e Asor Rosa
Paolo Guzzanti e Asor Rosa
Paolo Mieli e Paolo Guzzanti
Paolo Mieli e Paolo Guzzanti
Antonello Caporale, Paolo Mieli e Pietrangelo Buttafuoco
Paolo Mieli e Pietrangelo Buttafuoco
Paolo Mieli
Laura Melidoni e Valerio Berruti
“È un capolavoro scritto apparentemente da me, ma io non ho scritto una parola”. Eugenio Scalfari era presente in prima fila al Tempio di Adriano per la presentazione del libro “Grand Hotel Scalfari” di Antonio Gnoli e Francesco Merlo, edito da Marsilio. “Questo libro mi ha fatto capire cose che erano dentro di me e loro le hanno rese esplicite – ha detto riguardo il volume -. È un libro molto speciale. Una specie di Madame Bovary…”. Il sottotitolo è “Confessioni libertine di un secolo di carta”. Libertine non solo filosoficamente. “Sì, sono un libertino – ha detto ancora Scalfari -. Ho cominciato quando avevo 23 anni dirigendo una casa da gioco a Chianciano. L’ho diretta per 4 mesi, appena laureato”.
“Abbiamo cercato il filo rosso che unisce i mille Scalfari – ha detto Francesco Merlo -. Secondo noi questo filo rosso è l’ottimismo, la gioia di vivere che nemmeno il fascismo e la guerra hanno scalfito. Scalfari è lo spartito e noi lo abbiamo suonato”.
“Scalfari come Montanelli e pochissimi altri rappresenta un punto di riferimento esemplare, un maestro – ha aggiunto il direttore di Repubblica, Carlo Verdelli. Quando sono arrivato a Repubblica, da barbaro, volevo fare colpo su di lui e mi ha stupito facendomi un grande regalo. Abbiamo passato un pomeriggio insieme e lo ricordo come un punto di svolta. Da lì, nella mia direzione, ho cercato una ricongiunzione con la sorgente di Repubblica“.
Insieme agli autori ad omaggiare il giornalista e il libro a lui dedicato anche, tra gli altri, Paolo Mieli, Jas Gawronski, Pietrangelo Buttafuoco, Annalisa Chirico, Paolo Guzzanti.
(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)
