L’imprevedibilità dei rischi, cresciuta di pari passo con lo sviluppo delle nuove tecnologie e con il delinearsi della cosiddetta minaccia ibrida, non è preoccupazione esclusiva dei servizi di intelligence, ma è in cima ai pensieri delle aziende. L’ultimo Global risk report 2019 spiega tuttavia come a fronte di timori diffusi siano ancora troppi i pericoli che i manager riconoscono essere fuori controllo, nonostante gli sforzi.
L’USO DELLA TECNOLOGIA
Alla soluzione di questi problemi – ha spiegato Genséric Cantournet, precedentemente direttore della Sicurezza Rai (Security & Safety), ora presidente di Kelony-International, ente terzo sul mercato per i processi di tutela aziendale – può contribuire oggi la stessa tecnologia.
La risk rating agency, start-up nata circa un anno e mezzo fa che ha da poco avviato una campagna di finanziamento attraverso il crowdfunding, ha presentato oggi al Senato alcune soluzioni algoritmiche che promettono di cambiare il modo in cui il rischio viene calcolato, in modo da elaborare la strategia più idonea ad abbattere la possibilità che si verifichi. Si tratta di tool sofisticati, che possono essere utilizzato tanto per scegliere una merendina migliore (scenario di fantasia proposto come esempio durante l’evento) quanto per elaborare se un investimento sarà fruttuoso, scovare fake news prima che si propaghino o se qualche elemento imprevisto potrebbe mettere a repentaglio la vita di qualcuno in un particolare ambiente (e, in caso, come evitarlo).
Uno degli aspetti centrali dello studio del World Economic Forum, riguarda l’interconnessione dei rischi, che non esistono in modo isolato, ma sono di fatto tutti collegati e ognuno ha il potenziale per influenzare gli altri. Proprio uno dei campi ai quali lavora Kelony, ovvero la mitigazione non solo dei rischi diretti, ma anche quelli correlati.
UN MONDO COMPLESSO
Viviamo in un contesto nel quale, in termini generali, si è detto, c’è stato un abbassamento della soglia di accettazione dell’insicurezza e anche rischi che appaiono come “nuovi”, quelli cyber per esempio, che solo poco tempo fa non esistevano in modo così prepotente, non vanno a sostituire gli altri rischi, ma vi si aggiungono insistentemente. “Viviamo in un mondo dove spesso prevalgono le apparenze”, ha sottolineato Cantournet, affiancato dalla general manager di Kelony per l’Italia, Angela Pietrantoni. “Essere protetti è un bisogno naturale dell’uomo, nonché un diritto. Ma per far sì che sia possibile serve avere le informazioni giuste, e utilizzarle in modo veloce e corretto”.
I RISCHI MAGGIORI
Secondo i leader mondiali intervistati dal Wef, le minacce ambientali dominano l’elenco, sia in termini di impatto sia di probabilità. Il 2018, aveva raccontato Formiche.net, è stato un anno segnato dall’emergenza climatica: ondate di calore, inondazioni, tempeste catastrofiche, hanno colpito diverse aree del pianeta. E al di là del danno diretto, gli analisti dei governi considerano queste situazioni complesse soprattutto per i contraccolpi in termini sociali (il Pentagono le inserisce da diversi anni tra le dinamiche che possono creare preoccupazioni anche dal punto di vista militare).
Ma anche i rischi posti dalla crescente dipendenza dalla tecnologia, nonché i rischi per l’economia globale e i rischi sociali e geopolitici sono le altre grandi preoccupazioni in termini di probabilità e impatto. Gli attacchi informatici sono presenti nella top ten.