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Cosa resta del Pd del Lingotto? Lo spiega Franchi

Davvero il Pd dei dinosauri vuole ammazzare il centro così come da allarme di Giuseppe Fioroni? La dottrina politica cattopopolare e moderata verrà raccolta da Renzi, oppure sarà immolata sull’altare della realpolitik 2.0, ultrapragmatica e senza la tara di valori non negoziabili? Lo spiega a Formiche.net Paolo Franchi, storica firma del Corriere della Sera e autore del libro “Il tramonto dell’avvenire. Breve ma veridica storia della sinistra italiana” (Marsilio).

Questo Pd tira troppo a sinistra? E il centro rischia di essere risucchiato?

Questo Pd bisognerebbe sapere che cos’è prima di ragionare come si faceva ai tempi dei partiti classici. Osservo che postazioni rilevanti in questo governo e in Ue, come Franceschini e Gentiloni, non sono state occupate da uomini con una storia particolarmente di sinistra. Anzi, muovono dal centro o da quel versante che anni fa era il centro del centrosinistra e poi è diventato il centro del Pd. Ma non è che oggi Pd e M5s seguano una rotta determinata o chiara…

Ovvero?

Come tutti sanno, l’alleanza di governo è nata per evitare le elezioni anticipate e consegnare il Paese alla destra-destra. Ora è utile interrogarsi su cosa sia la nuova maggioranza e come essa si intrecci con la parola sinistra. È una coalizione? È un’alleanza di necessità? Non dimentichiamo che è nata tra due partiti in forte difficoltà. Potrebbe essere una convergenza di sinistra, anche se in altri termini rispetto alla storia italiana e alla geografia politica classica. Siamo in una stagione in cui tra queste due forze le carte in qualche modo si rimescolano? Solo in quel caso, e sul piano politico, “culturale”, organizzativo, vedremo allora la nascita di una cosa diversa che non conosciamo. Ma già la manovra finanziaria ci dice che è una manovra come tutte le altre, in una situazione di particolare difficoltà.

La dottrina politica cattopopolare e moderata verrà raccolta da Renzi o resterà fluttuante e trasversale?

Intanto bisognerebbe dimensionare sul piano politico e elettorale questa area, che è vasta ma che è anche articolata e politicamente slegata. Più che altro penso a delle figure con un nome ed un cognome della società italiana: è probabile che con il concorso di Renzi qualcuna di queste sia tentata dal farne parte. Però Renzi, al di là della politica familiare e personale che non lo fa provenire dalla sinistra, mi chiedo in che modo potrà convivere con il centro e con le radici (lontane nel tempo) di certe posizioni. Qui siamo in presenza di un qualcosa che, in termini di analisi politica classica, è enormente difficile da rappresentare.

Perché?

Prendiamo il Renzi migliore, con la sua ambizione macroniana, ammesso che si sappia bene in cosa consista il macronismo: ha un fondo cattolico, da sempre considerato di centro. Ma davvero è questo un di più rispetto a ciò che può dire il Pd? Forse sì, forse no.

Nel saggio “Il tramonto dell’avvenire” si ragiona di sinistra e prospettive. Come archiviare il ‘900 e come giudicare il Pd italiano in questa fase?

Il Pd di oggi credo sia più un contenitore, che un valore ideale. Nacque al Lingotto come un instant party, in vista di una scadenza elettorale ravvicinata. Il solo fatto che perse le urne del 2008 con il 34% di Veltroni ci racconta molto di quella marcia. Dopo un solo anno Veltroni si dimise, aprendo la fase che tutti conosciamo. Il Pd è un conglomerato di soggetti, gruppi e forze sostanzialmente elettorali. Ma molti dimenticano che ad esempio il congresso, richiesto da più parti, è un passaggio che non è previsto dallo statuto del partito. Credo sia uno dei pochi casi in Europa. E oggi non saprei dire se è il Pd sia o meno un partito della sinistra.

Simmetrie e difficoltà tra centro e sinistra?

Il centro è un fattore importante che è stato forte e decisivo non solo in Italia, ma in tutti quei sistemi economico, sociali e politici fondati sullo stato sociale e sul giusto compromesso tra capitale e lavoro. Una forte inclusione: lì la forza del centro per guidare quel processo. Però da anni la situazione è molto diversa, dal momento che le società da inclusive si sono fatte esclusive e i ceti medi mentre ieri stavano benino oggi sono impoveriti. Per cui le tensioni tendono a radicalizzarsi e non necessariamente sulla coppia tradizionale destra-sinistra. Centro, quindi, è figura politica tutta da reinventare, esattamente come la sinistra.

twitter@FDepalo

 

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