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Perché il Pentagono alza la muraglia (anti)cinese. Messaggio all’Italia

Il segretario alla Us Navy, Richard Spencer, ha parlato con il Financial Times di una preoccupazione strategica statunitense: il rischio che la Cina e la Russia alterino, con giochi di influenza e di interferenza, la linearità della supply chain americana nel settore Difesa. È una questione di profondità: gli Stati Uniti hanno rapporti di alleanza strutturale con alcuni Paesi con cui condividono i grandi appalti della difesa, evoluzioni tecnologiche dal grande valore strategico. Mentre con Pechino e Mosca vivono una fase di intensa competizione. La National security strategy redatta nel primo anno di amministrazione Trump inquadra i due Paesi come “rival powers”, definizione molto simile a quella utilizzata da Spencer per descrivere questo periodo definito come “great power competition”.

C’è anche un richiamo esplicito all’Italia che il più alto funzionario civile della Marina americana fa attraverso il giornale londinese. Spencer racconta di aver avuto una conversazione “molto aperta” con il management di Fincantieri a proposito dell’adesione dell’Italia alla Via della Seta cinese; l’infrastruttura geopolitica del Dragone che da Washington è vista come un vettore con cui Pechino intende giocare la propria concorrenza contro l’Occidente. “Fincantieri non è controllata dal governo”, dice l’americano, che spiega che comunque la sua volontà era capire quanto profondo fosse il coinvolgimento e quanto questo potesse impattare su certe partite aperte tre le due industrie della difesa. Spencer dice di aver detto alla controparte triestina “Show me the firewalls”, ossia fatemi capire quanto e come siete protetti dall’esposizione alla Cina.

Il ruolo di Fincantieri negli Stati Uniti non sembra comunque a rischio. La presenza nel Paese del Gruppo guidato da Giuseppe Bono pare strutturata e lo stesso Spencer specifica al FT di essere rimasto soddisfatto dall’incontro con gli italiani. Fincantieri insieme a Lockheed Martin realizza le Littoral combat ship (Lcs) per la Marina militare americana, in una cooperazione che si è dimostrata efficace. Nove le consegne già effettuate. Le unità vengono costruite nei cantieri di Marinette, nel Wisconsin, gli stessi che Fincantieri ha comprato nel 2008 segnando il debutto negli Stati Uniti.

L’uscita di Spencer arriva negli stessi giorni in cui il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio (socio di maggioranza del governo e l’uomo che ha nel precedente esecutivo ha portato Roma nella Bri), è al China International Import Expo di Shanghai, inaugurato martedì dal presidente cinese Xi Jinping. E forse c’è anche una contingenza specifica: la gara Ffg (X), destinata alla realizzazione di venti fregate multiruolo per la Marina Usa, per la quale l’azienda italiana è già stata scelta, con appalti per 15 milioni, per la fase di progettazione. Dopo l’uscita dalla competizione di Lockheed Martin lo scorso giugno, restano sul piatto le offerte di altre tre aziende: Huntington Ingalls, Austal Usa e General Dynamics.

Da un paio di settimane i rumors dicono che la proposta del gruppo di Trieste sembra avere tutte le carte in regola per aggiudicarsi l’appalto; indiscrezioni che avevano fatto schizzare in sù il titolo in borsa. Le dichiarazioni di Spencer, pur nelle preoccupazioni generali e specifiche espresse, sembrano per certi versi avallare la fluidità del processo. Dopo l’incontro con Fincantieri infatti, il segretario s’è detto “soddisfatto dei controlli che il costruttore italiano ha messo in atto”; controlli per tenersi lontano dalla Cina.

(Foto: Cremlino

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