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Turismo responsabile e disabilità. Il docureality “O anche no” raccontato da Paola Severini

“Il bianco è sempre bianco, il nero è sempre nero, il giusto è sempre giusto, il vero è sempre vero!”. È con queste parole che inizia la sigla di “O anche no”, il docureality sociale andato in onda per la prima volta domenica 29 settembre su Raidue e ambientato nella splendida location dell’Albergo Etico di Roma, il primo hotel della capitale a promuovere il turismo responsabile attraverso la crescita professionale di ragazze e ragazzi con diverse forme di disabilità, in un contesto lavorativo, affiancati da professionisti del settore.

Il programma, condotto da Paola Severini Melograni, per dieci puntate ha trattato insieme a grandi protagonisti del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura, argomenti attuali e importanti come amore, fede, scuola e musica. Protagonisti del programma sono stati gli stessi ragazzi “delicati” che lavorano nell’albergo, che con i loro sogni e le loro emozioni hanno interagito – tra gli altri – con personaggi del calibro di Piero Angela, Renzo Arbore, Arisa, Flavio Insinna, Mogol, Carlo Verdone e Javier Zanetti. Ad accompagnarli in questo straordinario percorso, la rock band già ospite di Sanremo 2017, i “Ladri di carrozzelle” e i giovani giornalisti di Radioimmaginaria.

Il programma, che ha riscosso un’ottima risposta di pubblico e di critica, ha dimostrato di essere un format riuscito e di successo, anche a fronte della richiesta di repliche nel periodo natalizio; è stata inoltre richiesta anche una nuova collocazione oraria per la seconda stagione. Di questo e tanto altro abbiamo parlato con l’ideatrice Paola Severini Melograni, per fare un bilancio di questa prima stagione e saperne di più sui prossimi step del programma: “L’obiettivo iniziale – spiega la conduttrice – era poter parlare ad una platea sempre più ampia di sociale, solidarietà e del valore dell’empatia, provando ad annullare ogni tipo differenza. I giovani di oggi hanno la giusta sensibilità e capacità per farlo, perché sanno che nessuno è completamente normale, così come nessuno è anormale. Oggi più che mai abbiamo bisogno di parlare di uguaglianza, tolleranza e comprensione, e i giovani sono megafono e portavoce di questi valori”.

Come è stata la risposta del pubblico? “Direi che possiamo ritenerci soddisfatti dei risultati ottenuti, ma la strada da fare è ancora tanta per promuovere nel nostro Paese una reale educazione alla solidarietà, alla tolleranza e all’inclusione. Ci tengo ad aggiungere che se abbiamo ottenuto questi risultati il merito è di tutto lo staff, che si è speso e ha lavorato alla realizzazione di un progetto così importante. In particolare mi preme ringraziare il capostruttra Maria Antonietta Conti, il capoprogetto Veronica Vetrulli, il producer Anna Santopadre, l’autore Vito Sidoti, il regista Davide Frasnelli, tutto il mio staff che ha lavorato a questo progetto – Andrea Battilana, Simone Boccuccia, Laura D’Arpa e Elena Capozzi e infine Paolo Falessi e Federico Capranica per le musiche”.

Come è nata l’idea per il programma? “Abbiamo pensato fin da subito di rivolgerci ai giovani, e in particolare ai millennials, abituati a comunicare attraverso i social network e a utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione. L’idea è nata pensando a loro, al loro modo di porsi con il mondo, non ancora cinico e indifferente, a differenza di come spesso li disegnano i media”.

Come avete scelto la location? “Albergo Etico Roma rappresenta pienamente un esempio nel settore della solidarietà. Lo staff è composto in gran parte da persone con disabilità, e la struttura di Roma è una delle tappe di un modello più ampio di inclusione lavorativa e indipendenza per persone con disabilità nato ad Asti nel 2015 e oggi esportato e replicato addirittura in Argentina, Australia, Norvegia e Slovacchia”.

Che cosa rappresenta per lei il Terzo settore? “Per me è il Terzo settore è prima di tutto speranza, perché credo che il germe del volontariato contenga in sé i valori della politica più alta. Trasmetterli ai giovani significa prima di tutto investire sul futuro del nostro Paese”.

C’è un messaggio che desidera invece mandare per il presente? “L’empatia verso il prossimo ci salverà. Non è semplice retorica, ci credo davvero. Dobbiamo ripartire dall’empatia”.

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