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L’Italia torna in corsa per il gasdotto Eastmed?

Dopo l’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il premier ellenico, Kyriakos Mitsotakis, quello che sembrava un potenziale disimpegno italiano sul nuovo ed importante vettore che coinvolge già Israele, Grecia, Cipro ed Egitto, dovrebbe essere stato disinnescato. Infatti il ministro Patuanelli e il sottosegretario greco all’energia Thomas hanno siglato un memorandum di intesa che coinvolge il dossier energetico.

VERTICE

I due leader hanno discusso delle nuove modalità utili a rafforzare la cooperazione bilaterale nei settori dell’economia, del commercio e dell’energia, compresa la costruzione del TAP Trans-Adriatic Pipeline. Attenzione anche ai temi legati ad asilo e migrazione, nonché alle ambizioni di adesione all’Unione europea di Albania ed ex Fyrom (Macedonia del nord). Ma è di tutta evidenza come l’argomento maggiormente stringente, non fosse altro per i riverberi di natura geopolitica e finanziaria che porta in grembo, sia stato quello legato ai gasdotti.

GAS

Se da un lato Conte ha espressamente invitato i player italiani a investire in Grecia, dove dopo il ritorno sui mercati vi sono nuove opportunità di cooperazione (come dimostra la recente visita ad Atene dei vertici di Cassa Depositi e Prestiti), dall’altro ha annunciato la firma di un nuovo accordo. L’obiettivo è quello di stabilire un “quadro di riferimento comune tra Italia e Grecia, anche nel quadro dell’hub dell’energia nel Mediterraneo, per promuovere la diversificazione e la sicurezza delle forniture energetiche”.

In tale ambito è previsto un rafforzamento della partnership delle imprese dei due Paesi operanti nel settore energetico, nel trasporto e distribuzione del gas e dell’elettricità. “La firma del Memorandum con il governo ellenico – ha dichiarato il ministro Patuanelli – pone le basi di una più stretta cooperazione tra i due Paesi nello strategico settore dell’energia, contribuendo così all’Unione energetica europea. Sarà ora possibile rafforzare la collaborazione tra i gestori dei sistemi di trasmissione e distribuzione del gas e dell’elettricità dei due Paesi, mediante nuovi accordi di cooperazione e partenariati strategici industriali, anche in vista del piano di privatizzazione del governo greco”.

OLTRE L’OGGI

Fermo restando che il gasdotto Tap è un “fatto” già compiuto, tutto lascia pensare che l’interlocuzione italo-greca possa vertere sull’altro grande gasdotto che rivoluzionerà l’approvvigionamento energetico dell’Ue. Il gasdotto Eastmed, infatti, riveste una rilevanza primaria nello scacchiere che si snoda a cavallo di due quadranti, assolutamente strategici, come quello euromediterraneo e quello mediorientale. Una contingenza che ha cementato nell’ultimo triennio il cosiddetto quadrumvirato sul gas composto appunto da Israele, Grecia, Cipro ed Egitto (con i favori degli Usa).

Lo scorso maggio, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Bari, il premier italiano aveva però sottolineato la contrarietà del governo non all’infrastruttura in sé ma al tratto finale che porterebbe sulle coste salentine il secondo gasdotto, dopo quello del Tap. “Sicuramente in questo momento il governo non ha alcuna sensibilità per realizzare un tatto finale quale Poseidon originariamente progettato”, erano state le sue parole.

PERCHÉ SÍ

Ma dopo l’incontro di ieri forse le cose potrebbero cambiare, come dimostra l’annunciato sostegno italiano alla costruzione di un impianto sotterraneo di stoccaggio del gas in Grecia, oltre alla promozione della realizzazione di reti “intelligenti” di distribuzione di elettricità e infrastruttura di potenza.

L’Eastmed sarà in assoluto il gasdotto più lungo grazie alle sue 1.250 miglia attraverso condotte terrestri e sottomarine, del costo di sei miliardi di euro. Una mega infrastruttura capace di trasportare fino a 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno anche per via del fabbisogno europeo, che accusa un trend di crescita di 100 miliardi di metri cubi annui entro il 2030. Il primo tratto si snoderà a circa 170 chilometri dalla costa meridionale di Cipro e si estenderà per duemila chilometri fino a Otranto (stando al progetto iniziale), attraverso Creta e la Grecia continentale. I lavori dureranno cinque anni.

twitter@FDepalo

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