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Governo e Mittal negozino, la guerra in Tribunale non conviene. Parla l’avvocato Chimenti

La battaglia legale è iniziata. Arcelor Mittal e il governo giallorosso si confronteranno d’ora in avanti nelle aule del Tribunale di Milano, dal momento che i commissari dell’acciaieria hanno appena depositato un ricorso (qui l’articolo con i dettagli) contro il gruppo franco-indiano, in seguito alla sua decisione di recedere il contratto che li obbligava a gestire e garantire la produzione presso l’Ilva. In più, sul contenzioso civile, si allunga l’ombra di un’inchiesta aperta dalla stessa procura di Milano, per verificare la sussistenza di eventuali reati da parte di Mittal.

Lo scontro in campo aperto, insomma, è iniziato. Forse però sarebbe meglio sedersi intorno a un tavolo e negoziare, prima che il clangore delle armi di faccia sentire. Converrebbe a tutti, sostiene in questa conversazione con Formiche.net, Stanislao Chimenti, docente universitario e partner responsabile del dipartimento di Business Reorganization&Restructuring dello Studio Legale Delfino e Associati Willkie Farr & Gallagher LLP. “Da quanto si è appreso dagli organi di stampa Mittal ha agito giudizialmente per l’accertamento della legittimità del diritto di recesso dal contratto. Vista la rilevanza degli interessi in gioco (tutela dei lavoratori, dei creditori, dell’indotto produttivo e dell’ambiente) ritengo che un contenzioso fra le parti non sia di certo la strada auspicabile per il nostro Paese”.

Secondo il giurista la decisione presa da Mittal, e cioè quella di spostare lo scontro con il governo in un aula di tribunale, sarà stata attentamente ponderata dalla società. “Le decisioni assunte dai grandi gruppi industriali poggiano su approfondite legal opinion e non sono dettate dall’emotività. Pertanto, immagino che prima di avviare un contenzioso in sede civile Mittal abbia ricevuto una analisi legale favorevole da parte dei loro advisor sul fatto che il diritto di recesso si potesse esercitare e sarà stata valutata anche una way out”.

Resta da capire se la possibilità di un accordo tra le parti in grado di evitare una battaglia legale lunga e costosa, sia davvero qualcosa di verosimile o no. “La storia ci insegna che anche in questi casi è possibile trovare un accordo e l’instaurazione di una lite dinnanzi all’Autorità giudiziaria non lo preclude. La cosa importante è che il dialogo non si interrompa e che le parti avviino un negoziato secondo correttezza e buona fede nell’ottica di preservare gli interessi di tutti i soggetti coinvolti”.

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