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L’Ocse fa l’ottimista sul Pil. Più del governo

La luce in fondo al tunnel. L’Italia potrebbe vederla molto presto, anzi forse già la vede. Non era impazzito nessuno all’Ocse questa mattina, capoeconomista Laurence Boone inclusa, quando sono state diffusi gli outlook delle principali economie del pianeta. Semplicemente, almeno per una volta, sono arrivate buone notizie per la nostra crescita. E così, mentre nei palazzi infuria la polemica sugli effetti della riforma del Meccanismo europeo di stabilità (qui l’intervista al sottosegretario agli Affari Europei, Laura Agea), si scopre che sì, l’economia italiana crescerà dello 0,2% nel 2019 e che il Pil continuerà ad espandersi, molto gradualmente certo, anche nei due anni successivi: +0,4% nel 2020 e +0,5% nel 2021.

In Italia si comincia “a vedere una luce. Ed è bene così”, ha detto la capo economista dell’Ocse rispondendo all’Ansa. Alla domanda se fosse preoccupata della crescita del debito pubblico, Boone ha risposto: “Quello che mi preoccupa è riuscire a far ripartire la crescita in Italia e quello che mi rassicura è che oggi penso ci siano le condizioni necessarie, c’è un vero dialogo con l’Europa, si cerca di equilibrare le riforme, il sostegno all’attività, il piano Industria 4.0″. Quanto al debito, Boone ha evocato gli otto Paesi, tra cui l’Italia, richiamati mercoledì informalmente da Bruxelles. La Commissione europea, ha rassicurato Boone “non ha chiesto di riscrivere il bilancio in quindici giorni. Quanto accaduto fa parte delle normali procedure. Bruxelles ha spiegato i punti a cui bisogna prestare attenzione”, tra cui appunto l’alto livello di debito pubblico.

Tornando ai numeri, da Parigi sembrano essere addirittura più ottimisti dello stesso governo giallorosso. L’Ocse stima infatti per l’anno in corso una crescita di un punto percentuale maggiore rispetto a quella dell’esecutivo che nella propria nota di aggiornamento al Def ha indicato una crescita dello 0,1%. “Con la riduzione delle incertezze legate alla politica interna – si legge nell’Economic Outlook – le condizioni di finanziamento diverranno più agevoli e gli incentivi fiscali dovrebbero sostenere gli investimenti”. L’avanzo primario dell’Italia continuerà a calare, dall’1,3% del Pil nel 2018 e nel 2019 all’1% nel 2020, per poi stabilizzarsi nel 2021. E questa è un’altra buona notizia, perché l’avanzo primario ha un impatto diretto sulla situazione del debito pubblico.

Infine, un invito che tira direttamente in ballo la quota 100. Nel linguaggio dell’Ocse, “applicare revisioni della spesa per razionalizzarla, invertire i cambiamenti nelle regole di prepensionamento introdotti nel 2019 e preservare il legame tra età pensionabile e aspettativa di vita. Interventi che libererebbero risorse per programmi più efficaci e investimenti pubblici e migliorare l’equità intergenerazionale”.

 

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