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Il Congresso americano sposa la causa di Cipro sul gas. Chi lo dice a Trump?

Mentre il Congresso americano si schiera ufficialmente a favore di Cipro nel dossier energetico, una tematica delicata e controversa per via delle iniziative di Ankara e dei riverberi di carattere geopolitico (per Usa e Usa), la Casa Bianca vorrebbe calmierare le critiche all’alleato che “serve” in Siria e Libia. Nel mezzo la firma di Cipro per un accordo di estrazione del gas da 9 miliardi di dollari con la società israeliana Delek, il colosso petrolifero britannico-olandese Shell e la statunitense Noble Energy per sfruttare le considerevoli riserve energetiche.

CONGRESSO

Il Congresso Usa ha approvato due progetti di legge che offriranno un significativo sostegno degli Stati Uniti a Cipro nelle sue controversie territoriali ed energetiche con la Turchia. Il Senato ha votato per un revoca condizionale dell’embargo sulle armi degli Stati Uniti per Cipro come parte della legge annuale sull’autorizzazione alla difesa, e la Camera ha approvato un compromesso sulla spesa per aiuti esteri che rafforza gli aiuti alla sicurezza cipriota, mentre rimprovera la Turchia per le sue attività di esplorazione petrolifera. Una doppia mossa che si contrappone alla nuova linea di credito che Donald Trump ha concesso a Receyp Erdogan, ma con sullo sfondo la contingenze di mosse e contromosse nel Mediterraneo orientale.

CIPRO

Oltre allo sviluppo del gasdotto Eastmed, va ricordato che due players mondiali primari come ExxonMobil e Qatar Petroleum hanno avviato le perforazioni offshore per conto di Cipro nel 2018 dopo che Nicosia aveva raggiunto un accordo per costruire un gasdotto con l’Egitto. Di contro Ankara, con l’accordo stipulato con la Libia a proposito della sua Zona economica esclusiva che ha provocato un incidente diplomatico (e non solo) con la Grecia, ha giocato la doppia carta del gas abbinato alla guerra civile che si svolge alle porte di Tripoli, contribuendo a complicare la situazione a quelle latitudini.

Un quadro a cui si sommano le nuove iniziative sull’asse Israele-Cipro. Gerusalemme sta assicurando a Nicosia la costruzione di un oleodotto per il trasporto di gas israeliano in Turchia e da lì in Europa. I due Paesi si stanno nuovamente interrogando sulle azioni turche nella regione, particolare che non può non coinvolgere l’amministrazione Usa per via non solo dei rapporti con Israele, ma soprattutto per la strategia complessiva nel Mediterraneo orientale che vede la partecipazione di società americane e, più in generale, un appoggio convinto al cosiddetto triumvirato del gas Cipro-Israele-Grecia.

LEGGE

Il dispositivo legislativo a stelle e strisce si inserisce in questa delicata questione: il disegno di legge intitolato “Legge sulla sicurezza e il partenariato energetico nel Mediterraneo orientale”, è stato presentato dai senatori repubblicani Robert Menendez e Marco Rubio e alla Camera dei rappresentanti da Costas Bilirakis nell’ambito della legge sul credito del governo federale.

Come osservato dal senatore Menendez la legge sul partenariato per la sicurezza e l’energia nel Mediterraneo orientale è stata inclusa nel pacchetto finale del Credit Act con l’idea di potenziare le relazioni con Grecia, Israele e Cipro: “Questa legge rafforzerà notevolmente i nostri legami di amicizia attraverso sforzi congiunti per promuovere la pace, la prosperità e la sicurezza delle nostre nazioni “. Il budget approvato ammonta a 3 milioni di dollari in aiuti al finanziamento militare straniero per la Grecia, 2 milioni per l’assistenza internazionale in materia di istruzione e formazione militare in Grecia e altri 2 milioni per Cipro.

GEOPOLITICA

Al di là dei fondi stanziati, la legge stabilisce che il ministro degli Affari Esteri, in coordinamento con il ministro dell’Energia, può concludere accordi di cooperazione che supportano e rafforzano il dialogo e la programmazione relativi alla cooperazione internazionale tra gli Stati Uniti e Israele, la Grecia e la Repubblica di Cipro. Se tali accordi verranno conclusi, il Segretario di Stato dovrà presentare una relazione annuale ai comitati congressuali competenti sulle azioni intraprese per attuarli e sui piani adottati nell’ambito del programma. Aprendo, di fatto, una stagione del tutto nuova per le policies mediterranee.

E la Turchia? Il Senato degli Stati Uniti ha votato (86 sì, 8 no) per vietare la consegna degli F-35 ad Ankara a causa del sistema S-400: sul punto il ministero degli Esteri turco ha commentato che la decisione del Senato testimonia la “mancanza di rispetto per le decisioni sovrane del paese” e sottolinea che “il linguaggio delle minacce e delle sanzioni non dissuaderà la Turchia dall’adottare misure decisive per la sua sicurezza nazionale”.

Al momento si attende la firma sulla legge di Donald Trump, nonostante i nuovi ponti lanciati dal presidente degli Stati Uniti al suo omologo turco.

twitter@FDepalo

 

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