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Eni, gas e Eastmed. Benamati (Pd) risponde a Fioramonti

Il ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti ha annunciato da Madrid la riconversione totale per Eni e una moratoria per le nuove ricerche di foni fossili ma “dimentica” il ruolo del cane a sei zampe a Cipro e nell’Eastmed. Un approccio ideologico è adatto per affrontare una materia complessa e delicata come la sostenibilità ambientale che coinvolge i nuovi vettori del gas? Formiche ne ha parlato con il vicepresidente della Commissione attività produttive della Camera, Gianluca Benamati (Pd).

Riconversione totale per Eni, perché “il petrolio va abbandonato”. Che ne pensa?

In primis mi interesserebbe capire se questa è la posizione del Governo o solo del ministro: sarebbe una questione importante da chiarire. Nello specifico, ritengo che quando si parla di una società quotata in Borsa, una della poche multinazionali italiane nel mondo, che oggi è una delle grandi aziende di Stato e che dà lavoro a migliaia di persone, chi riveste importanti cariche pubbliche dovrebbe utilizzare una particolare attenzione.

C’è un piglio ideologico in quelle parole?

Se l’obiettivo finale del nostro sistema economico/energetico è la decarbonizzazione, ritengo che le adeguate politiche industriali debbano evidentemente essere messe in campo. Trovo però che non sia il caso di trasformare questo tipo di discussione in una estrema semplificazione, anche perché l’Eni è quotata e ci sono su di essa anche diversi appetiti di grandi players non italiani. Per cui capisco la ratio nel settore energetico che porterà ad una diversificazione, condivido molto meno le modalità e i contenuti di quelle esternazioni.

La proposta del ministro grillino di una moratoria per tutte le nuove ricerche di fonti fossili potrebbe avere un impatto sulle attuali attività della compagnia italiana impegnata a Cipro?

Se l’Italia dovesse fare delle moratorie, le farebbe evidentemente a casa propria. Siamo tutti d’accordo sul fatto che Eni è una presenza nel mondo significativa. Inoltre tutti gli sforzi mondiali vanno in una certa direzione, ma il che non vuol dire abdicare al nostro ruolo mondiale, anche perché in quel caso ci sarebbero altri che potrebbero sostituirsi a noi. Un conto è parlare di geopolitica, altro è semplificare in una maniera che non mi appartiene.

Secondo il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima il consumo di gas è necessario per il percorso verso la decarbonizzazione…

Si tratta di un piano che vede nel gas un elemento strutturale di transizione. L’obiettivo è quello di una totale decarbonizzazione come target finale di un percorso a cui ci si avvicina con una serie di passaggi compresi nei grandi trattati fatti propri dall’Ue e recentemente rivisti. Ovvio che, in questa struttura di azione, l’aumento delle rinnovabili si abbini all’abbandono delle fossili più pesantemente inquinanti come il carbone, come previsto in Italia nel 2025, ritagliando un ruolo di supporto al gas. Il progetto relativo al capacity market partito in questi giorni ha proprio l’obiettivo di sostenere il progressivo aumento delle rinnovabili. Da questo punto di vista un grosso sostegno alla decarbonizzazione è dato dalla messa in campo di nuove realtà a gas.

twitter@FDepalo

 

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