Skip to main content

Mes, Autostrade, prescrizione. La spallata al governo di Di Maio (e Di Battista)

“Su questo non discutiamo”. Luigi Di Maio non ha fatto in tempo a finire di annunciare urbi et orbi che il governo non cade che già ha il mirino puntato su palazzo Chigi. Con un post su Facebook il capo del Movimento Cinque Stelle spara tre proiettili: prescrizione, Mes, Autostrade. Prima l’ultimatum sulla legge di Alfonso Bonafede che fa mugugnare il Pd: “La nostra riforma dal primo gennaio diventa legge”. Poi il sospetto: “Dalle dichiarazioni di ieri ho capito che il Pd vorrebbe votare una legge con Salvini e Berlusconi per far tornare la prescrizione com’era ideata da Berlusconi. Sarebbe un Nazareno 2.0, ma avrò capito male io…”.

Giù il sipario anche sul Mes (Meccanismo europeo di stabilità). Non basta la promessa del ministro dem dell’Economia Roberto Gualtieri di “rivedere le clausole”. Per il Movimento la riforma non si può firmare: “Per noi bisogna rinviare: così com’è non va bene, perché espone l’Italia e gli italiani a dei rischi troppo alti”. Non c’è altra scelta, spiega Di Maio, ricordando ancora una volta i rapporti di forza: “Il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica in parlamento ed è giusto che dica la sua”.

Infine l’affondo contro i Benetton e la promessa della revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia. Di Maio è lapidario: “Andremo fino in fondo”. Alla linea della fermezza si sono in verità convertiti, almeno a parole, altri maggiorenti del governo, a cominciare dal ministro delle Infrastrutture in quota Pd Paola De Micheli. Nessuno però si era ancora spinto a tanto.

L’annuncio sui social network cozza con i toni concilianti che il leader pentastellato aveva ostentato nei giorni scorsi per allontanare le nubi di una crisi di governo. Il cambio strategia certifica invece il riavvicinamento del ministro degli Esteri ad Alessandro Di Battista, volto-immagine dell’ala movimentista e meno incline ai compromessi dei Cinque Stelle. Più che riavvicinamento si tratta ormai di un asse consolidato.

L’ex deputato è in Iran per un nuovo reportage ma con la testa è a Roma più che mai. Pronto a schermare il capo del Movimento dal fuoco amico, e intenzionato a dare la spallata al governo definitiva. A giudicare dagli umori nella maggioranza sembra che l’obiettivo non sia così lontano. A rispondere a tono al post di Di Maio è il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci: “Forse non ha capito la gravità della situazione. Sulla prescrizione, non faremo passi indietro, consiglio al capo del M5S di smetterla con le provocazioni”.


×

Iscriviti alla newsletter