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Nessuno stop grillino al cuneo. La versione di Buffagni

La partita per il taglio del cuneo fiscale è ufficialmente iniziata. Nulla di nuovo in un Paese che vanta una delle più alte pressioni fiscali d’Europa. Stavolta però, il pacchetto per una vera sforbiciata alle tasse sul lavoro a una platea, stime del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, di 14 milioni di individui, è bello e pronto. L’esponente del Partito democratico che guida il dicastero di Via XX Settembre punta a incastonare il tutto a un decreto con il quale utilizzare i 3 miliardi stanziati per quest’anno dalla manovra di bilancio per tagliare il cuneo.

Nella sostanza, il ministro dem prevede che il bonus da 80 euro introdotto dal governo Renzi e oggi percepito dai lavoratori che guadagnano al massimo 26 mila euro, sia esteso fino a 35 mila euro. Mille euro in più all’anno in busta paga per la classe media a partire dal prossimo mese di luglio. Ma non prima di aver incontrato le parti sociali, questo venerdì a Palazzo Chigi. Tutto molto bello se non fosse che per il Movimento Cinque Stelle, cuneo deve per forza di cose far rima con Irpef. Tradotto, o si portano avanti tutti e due i provvedimenti, o non se ne parla. La prova è nelle parole sibilline di Laura Castelli, viceministro del Tesoro in quota M5S che ieri, al termine dell’incontro con i parlamentari grillini delle commissioni Bilancio di Camera e Senato ha chiarito la posizione del Movimento: “Con Gualtieri sono sicura che troveremo il modo di incontrarci presto, entro venerdì, e discutere di una linea comune, nella maggioranza, su temi importanti come la riduzione dell’Irpef e il taglio del cuneo fiscale”.

Questione sulla quale oggi è intervenuto il viceministro pentastellato dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni. Il quale, incalzato da Formiche.net a margine della presentazione romana dell’Osservatorio sulle tecnologie nelle imprese promosso e organizzato dal Sole 24 Ore con il contributo del Politecnico di Milano, ha dato la sua versione dei fatti. Non c’è nessuno stop alla proposta del Pd per un taglio del cuneo, anzi. “Se noi parliamo di abbassare le tasse sui lavoratori allora parliamo anche di Irpef. Mi pare normale pensare che le due riforme possano viaggiare sulla stesso binario perché sempre di tasse stiamo parlando. Dunque, non vedo come si possa parlare di stop”. In merito alle parole del viceministro Castelli poi, Buffagni ha dato la sua lettura. “Castelli ha solamente detto che su certe questioni, peraltro delicate, occorre avere un confronto comune e il confronto è il tavolo con il ministro Gualtieri. Noi abbiamo detto semplicemente ‘sediamoci intorno a un tavolo e parliamone’, nell’ambito di una dialettica più ampia e possibile”.

Per quanto riguarda i contenuti della presentazione dell’Osservatorio (che porterà a una due giorni di confronto serrato a Milano, nella sede del gruppo 24 Ore, l’11 e 12 marzo), tenutasi al Palazzo Generali presso l’associazione Civita e alla quale hanno preso parte oltre a Buffagni, il direttore del Sole, Fabio Tamburini, il vicepresidente di Confagricoltura, Matteo Lasagna, il direttore di Enel Italia, Carlo Tamburi e il country manager per l’Italia di Oracle, Fabio Spoletini, Buffagni ha fornito spunti non banali. “L’Italia deve smetterla di piangersi addosso, basta con la sindrome dell’autoflagellazione. Abbiamo una tecnologia che ci invidia tutto il mondo, abbiamo imprese che hanno successo. Basterebbe solo un po’ più di amor proprio. Io dico che possiamo farcela, che possiamo davvero cambiare. Basta solo finirla con la commiserazione”. Buffagni ha dunque messo l’accento sui risultati del governo giallorosso in ottica digitalizzazione delle imprese. Il governo “sul triennio ha stanziato ancora 7 miliardi di euro per la digitalizzazione e l’innovazione delle imprese italiane, per l’Industria 4.0, ed è tantissimo, ma rispetto ai risultai portati conviene incentivare i risultati”.

Di qui, la conclusione. “Per noi è importante parlare del cambiamento e del futuro, lo ripeto, disponiamo di un valore aggiunto che all’estero ci viene riconosciuto, ma di cui spesso non abbiamo contezza. I dati registrati con l’Osservatorio, ci indicheranno come indirizzare le risorse: sono qui per capire meglio quali sono le misure utili per rilanciare le imprese e come declinare le misure ad hoc, per categorie di imprese”.

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