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Erdogan vuole la Libia ma rischia di isolare la Turchia. Parla Fehim Tastekin

Un Paese in bilico e un leader pericoloso, che con la sua ambizione smodata sta mettendo in pericolo tutto il bacino del Mediterraneo. Fehim Tastekin, esperto di politica internazionale e giornalista di Al Monitor spiega a Formiche.net quali sono le implicazioni dell’intervento turco nella crisi libica.

Fehim Tastekin, partiamo dalla fine. Ieri Erdogan e Putin si sono incontrati e hanno chiesto un cessate il fuoco che inizia domenica. Molti temono una nuova Siria. Qual è la sua opinione?

La situazione è molto diversa rispetto alla Siria in primo luogo perché qui non c’è un confine che la Turchia condivide fisicamente con il Paese. Le operazioni via aerea e marittima non hanno molte chance di successo. La Turchia poi ha molte sfide da affrontare, non solo la situazione interna in Libia, ma anche il fatto che, in caso di conflitto, le nazioni vicine non sono per nulla contente di ritrovarsi loro malgrado, vicine a un teatro di guerra e per giunta con Ankara come regista. Pensiamo solo all’Egitto, che con la Turchia a partire dal 2013 ha relazioni molto contrastate a causa dei Fratelli Musulmani.

Come si conciliano le ambizioni della Turchia con quelle della Russia?

La Russia preme per l’affermazione di Haftar, ma credo che stia usando la Turchia e la sua influenza sugli ambienti islamici di Tripoli, come del resto ha fatto in Siria, per ottenere un compromesso accettabile nella situazione. Se ce la fa allora il cessate il fuoco potrebbe durare.

Come mai la Turchia ha clamorosamente voltato le spalle ad Haftar?

Dal 2011 al 2014, la Turchia ha supportato il cosiddetto fronte rivoluzionario. Quando i gruppi che lo componevano hanno iniziato a dividersi allora la Turchia ha preso le parti di quelli che stazionavano nella zona di Misurata per la loro vicinanza ai Fratelli Musulmani. Erdogan vede in questa nuova generazione di Fratelli Musulmani come la sua grande occasione per espandere la sua influenza dopo la Siria, anche in Libia e in generale in Nordafrica. Di conseguenza, Egitto, Arabia Saudita e Emirati si sono schierate con Haftar, in funziona anti asse turco-qatariota.

Quali sono le ambizioni di Erdogan?

L’ambizione di Erdogan è quella di cambiare il bilanciamento di poteri nella regione in modo di avere più potere al tavolo negoziale e nel frattempo mettere le mani sulle riserve energetiche del Paese.

Ci riuscirà?

Ci sta provando e la Russia al momento sembra dargli una mano per i motivi che ho spiegato prima. Userà tutto quello che è in suo potere per emergere e fare riaffiorare il mito dell’impero ottomano. Ma c’è una bella differenza fra quello che vuole fare e l’effettiva capacità di riuscirci. Si sta comportando sull’arena internazionale come fa in Turchia, ossia da solo e senza pensare alle conseguenze dei suoi gesti. Così facendo, sta isolando la Turchia in modo irreversibile dai suoi alleati storici, come l’Unione Europea, che si sta comportando con troppa indulgenza.



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