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Si scrive TurkStream si legge Gazprom. Il richiamo di Washington sul gas

Il nuovo vettore russo-turco del gas rischia di essere il “delta” di una nuova strategia divisiva per minacciare la sicurezza energetica dell’Europa? Il Dipartimento di Stato americano esprime tutte le sue preoccupazioni sul gasdotto TurkStream, la cui inaugurazione si è svolta pochi giorni fa a Istanbul alla presenza di Vladimir Putin e di Receyp Erdogan.

TURK

Il Senato americano ha promosso una legge che impone sanzioni sia a TurkStream che al Nord Stream 2 come parte di un pacchetto di misure volte a “scoraggiare l’aggressione russa”. Tra cui il Protecting Europe Energy Security Act del 2019 (PEESA), che è stato presentato il 14 maggio 2019 dai senatori Cruz, Shaheen, Barrasso e Cotone. L’Unione europea si è opposta alle sanzioni statunitensi contro le società coinvolte nella costruzione del gasdotto Nord Stream 2 e il governo tedesco ha definito le sanzioni “un’interferenza nei nostri affari interni”.

Ma Washington accusa Mosca di utilizzare il suo approccio divisivo per minare la sicurezza energetica dell’Europa e continua ad opporsi sia alla seconda linea di Nord Stream 2 sia a TurkStream perché “la Russia comprende che questi progetti dividono l’Europa e li usa a suo vantaggio “. Un portavoce del Dipartimento sulla stampa ellenica osserva oggi che Nord Stream 2 e la seconda linea di TurkStream non contribuiranno alla promozione degli obiettivi di sicurezza energetica dell’Europa e forniranno alla Russia uno strumento aggiuntivo per la coercizione politica ed economica dei paesi europei, in particolare l’Ucraina.

SCHERMAGLIE

Un appaltatore di primo piano che potrebbe essere colpito è Allseas, in partnership con il colosso energetico statale russo Gazprom per costruire la sezione offshore che ha dichiarato in una nota di aver “sospeso le sue attività di posatubi Nord Stream 2”. Il senatore Ted Cruz, alleato repubblicano di Trump, ha affermato che fermare Nord Stream 2 dovrebbe essere una priorità di sicurezza importante sia per gli Stati Uniti che per l’Europa: “È molto meglio per l’Europa fare affidamento sull’energia dagli Stati Uniti piuttosto che alimentare Putin e la Russia e dipendere dalla Russia”, ha detto al Senato. Contrario il senatore repubblicano Rand Paul, che ha votato contro.

SCENARI

Lo scenario che è finito sotto la lente di ingrandimento del Dipartimento di Stato è ampio e tocca tre fronti. Il primo è relativo al Nord Stream 2, ovvero l’ultimo progetto del piano russo per l’influenza energetica, visto che la Russia detiene già un terzo delle importazioni di gas in Europa. Nord Stream 2, una volta completato, consoliderà ulteriormente la portata di Mosca nel mercato nordeuropeo aggirando l’Ucraina. Il secondo fronte verte il TurkStream, perché così Gazprom trasporterà il gas in Turchia e nella doppia area dell’Europa meridionale e di quella sud-orientale, in una regione già fortemente dipendente dalle forniture di gas russo. Infine il gasdotto Power of Siberia per consegnare gas in Cina, il cui consumo e le importazioni di gas sono destinati ad aumentare nei prossimi anni.

LA STRATEGIA TURCA

Dopo l’inaugrazione del TuskStream che ha visto a Istanbul Vladimir Putin e Receyp Erdogan è di tutta evidenza come il nuovo gasdotto moltiplica esponenzialmente il livello di cooperazione tra i due Paesi e al contempo li lega strategicamente, con un riflesso immediato nella crisi siriana e libica. La Turchia è uno dei maggiori acquirenti di gas naturale russo e grazie al TurkStream importerà circa 15,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla Russia, mentre altri 15,5 miliardi di metri cubi attraverseranno l’Europa. Per cui la contingenza della crisi interna libica sommata all’influenza della Russia nel Paese hanno spinto la Turchia a negoziare con Mosca una formula comune. Anche per questa ragione pochi giorni fa Erdogan è stato in visita a Tunisi al fine di aumentare la cooperazione bilaterale con un Paese fondamentale per gli equilibri della sponda mediterranea dell’Africa. Sul punto, pare essere vicina la possibile vendita di droni turchi alla Tunisia.

twitter@FDepalo


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