Nello stato australiano del Queensland la patente sarà definitivamente digitale. E probabilmente nei prossimi mesi anche altri documenti potranno essere validamente utilizzati anche in formato esclusivamente digitale.
Può sembrare una scelta scontata, ma come vedremo di seguito, spesso ci sono ostacoli normativi che impediscono una semplificazione al passo coi tempi. Tempi nei quali anche grazie alla diffusione dei pagamenti elettronici in molte situazioni si potrebbe anche lasciare a casa il portafogli, avendo con sé tutto il necessario.
L’amministrazione del Queensland ha scelto una azienda francese, Thale, per gestire lo sviluppo della patente di guida digitale, la cui sperimentazione inizierà tra pochi giorni. In questo caso la scelta non è quella di una digitalizzazione di una immagine di un documento fisico ma di un vero e proprio documento digitale sin dalla sua origine, eppure già oggi esistono molte soluzioni che consentirebbero la digitalizzazione di un documento esistente garantendone l’immutabilità e la sicurezza.
E in effetti l’applicazione sviluppata per gli abitanti del Queensland oltre ad ospitare la patente full-digital, potrà conservare altri documenti ufficiali (in questo caso digitalizzati) ad esempio carte d’identità con foto o patenti per la nautica da diporto.
L’applicazione per la patente digitale è stata annunciata per la prima volta nell’ottobre 2018, la soluzione cui si approva oggi conforme alle norme Iso della nazione australiana, che ne consente il riconoscimento e l’utilizzo in oltre 18 giurisdizioni internazionali, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Francia.
L’introduzione delle patenti digitali in altri Stati australiani non è stata finora agevole, ci sono state altre sperimentazioni nel Paese ma spesso gli agenti di polizia hanno rifiutato i documenti di identità digitale o le patenti digitali non ritenendole del tutto conformi alle norme di alcuni Stati australiani.
Del resto anche in Italia abbiamo un limite simile. Infatti il nostro Codice della strada impone che il conducente sia sempre fisicamente in possesso della patente, tanto che nel caso ci si dimentichi di portarla con sé è applicata una multa, rimanendo comunque l’obbligo di presentarla entro 24 ore ad una stazione delle forze dell’ordine, scadute le quali scattano ulteriori sanzioni.
A ben vedere tali disposizioni retaggio di un mondo completamente analogico che potrebbero essere agevolmente superate prevedendo che il possesso fisico della patente si considera sempre assolto quando lo stesso documento sia stato digitalizzato con modalità sicure che potrebbero ad esempio essere definite dall’Agid.
Del resto le forze dell’ordine già oggi durante i loro controlli sono in grado di verificare se i dati esposti sul documento fisico sono coerenti con quelli contenuti nei database pubblici (ad esempio quelli del Mit). È soprattutto questa possibilità, quella di incrociare i dati contenuti nell’immagine digitalizzata a consentire un utilizzo sicuro di soluzioni alternative al possesso fisico della patente. In questo modo l’immagine digitalizzata di una patente con modalità sicure e definite (anche dal punto di vista della privacy) non avrebbe nulla di meno autentico di un documento fisico.