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Gas e idrogeno, Saipem alla svolta green. Parla Caio

Davos 2020, ci siamo. Il World economic forum, che ogni anno riunisce per qualche giorno l’alta finanza mondiale, sta per aprire i battenti, in un momento non certo facile per l’economia mondiale. Le disuguaglianze aumentano, la transizione energetica procede a rilento e la guerra commerciale tra Usa e Cina ha fatto già i suoi danni, nonostante la recente tregua. L’edizione numero 50 dell’esclusivo incontro è dunque più che mai centrata su come coniugare il capitalismo con la sostenibilità di ambiente e persone nel mondo. Da Donald Trump ad Angela Merkel, da Christine Lagarde, fino a Greta Thunberg che arriva a piedi, il panel è ricco. Per l’Italia ci sarà, tra gli altri, Francesco Caio, presidente di una delle società di punta del nostro sistema Paese: Saipem.

Ingegnere, domani si aprirà il Forum di Davos. Possiamo aspettarci un dibattito seriamente aggiornato alle esigenze del nostro tempo?

Il Forum di Davos è da sempre un momento di confronto mondiale e, come di consueto, sono sicuro che verranno affrontate nei molti incontri in agenda le tematiche che sono all’ordine del giorno. Peraltro il titolo di quest’anno è Stakeholders for a Cohesive and Sustainable World: un tema su cui l’Italia, forte della tradizione industriale dei Mattei, degli Olivetti, dei Merloni puó dare un suo credibile, originale contributo.

L’Europa ha inaugurato con la presidenza Von der Leyen una svolta green che arriva forse con un po’ di ritardo. Saipem non può certo sottrarsi al ruolo di grande player di questa sfida. Che cosa c’è all’orizzonte?

Saipem è uno dei protagonisti della transizione energetica. Ha le competenze e tecnologie necessarie per accompagnare i propri clienti in questo percorso. Negli ultimi anni l’azienda si è posizionata come un solution provider per affrontare questo cambiamento globale ed epocale. E già vediamo i risultati di questa strategia . Nel contesto della transizione il gas – ad esempio – avrà un ruolo centrale, insieme all’idrogeno e alle tecnologie ibride. Bene: già oggi il 70% del nostro backlog è legato a progetti legati al gas, in particole Lng, a alle rinnovabili.

Niente male…

Di più. Sul piano delle tecnologie green, oltre a puntare all’eolico offshore e alla cattura della CO2, abbiamo avviato la sperimentazione di quelle legate alle onde marine e all’eolico di alta quota.

Guardiamo all’esterno. A pochi chilometri dall’Italia la Libia vive una crisi politica e militare profonda. Parliamo di un Paese produttore vicino a un Paese, il nostro, quasi interamente dipendente dall’energia altrui. Rischi concreti in vista?

La Libia è oggi un fronte di possibile instabilità che mi auguro possa essere risolto in tempi brevi dall’azione diplomatica della comunità internazionale. Quanto alla nostra dipendenza sul piano energetico, è chiaro che è sempre più importante la moltiplicazione delle fonti di approvvigionamento e l’aumento della sicurezza energetica..

Caio, infrastrutture green in un mondo potenzialmente green. Possibile? E come fare?

In un mondo che cresce la sfida per tutti è come produrre più energia riducendo le emissioni. Costruire nuove infrastrutture sarà sempre più impellente. L’importante sarà farlo con tecnologie e processi innovativi, sempre più digitalizzati, in grado di abbattere l’impatto ambientale. Per aziende come Saipem è una grande sfida, ma anche una grande opportunità. Saipem oggi è una piattaforma tecnologica per l’ingegneria della sostenibilità e la domanda per queste competenze è chiaramente in crescita.

In una recente intervista l’amministratore delegato di Saipem, Stefano Cao, si è fatto avanti per la realizzazione dell’Eastmed. Segno che la tecnologia italiana all’estero è ancora così apprezzata?

Saipem realizza il 96% del proprio fatturato all’estero: una conferma del fatto che l’expertise e la tecnolgia di Saipem sono apprezzate all’estero. L’Italia possiede ancora una leadership mondiale nell’energia e nelle infrastrutture. Il progetto Eastmed, che permetterà di trasportare le risorse energetiche del Mediterraneo orientale alla Grecia continentale attraverso Cipro e Creta, è una importante infrastruttura che arricchirebbe il già importante track record di Saipem.

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